801 MDXI, FEBBRAIO. 802 malina a bona hora; e lui è venuto ozi lì con l’ora-tor Donado, e; non venendo doman il provedador, ritornerà a trovarlo. Tien, bisogna el vegni a Cento con il papa, che lo desidera ogni hora. Li oratori nostri, tien, damatina vegnirano dal papa a Cento, perchè cussi li scrive l’orator Donado, e poi deli-bererano che via dieno far, et si saperà meglio de li inimici. Da Vicenza, di Vetor Capello, provedador, di 5, hore 2 di note. Come eri ussite di Verona, et, per quello li scrive Mathio da Zara, contestabele in Soave, da 4000, benché l’habi inteso, per altra via, esser stato mancho numero assai ; qualli, mandata a domandarge la terra et rocha de Soave, forno trate certa artellaria, et morti alcuni de lhoro, e, infra li altri, uno homo da conto. Come lui scrive, sono retrati e intrati in Verona, il forzo. Hanno facto bo-tini assai a San Bonifazio e in quelli contorni, et presono non pochi, fina puti et pute. Quelli sono restati de fuora, sono tra San Martim et Verona ; spera sarano salutati da’ nostri, si se lasserano azonzer di fuora. Hanno facto per divertir la impresa di Ferara. Scrive, haver facto le provisiom necessarie, nè mancherà di prò veder, justa il poter suo, benché spera non sarà bisogno. ' A dì 6. La matina. Fo dito esser letere, che si ha, il gran maistro con francesi esser zonto a San Beneto di Mantoa, e s’ingrossano, e voleno venir a trovar il nostro campo. Tutavia si arma barche, et sono stà armate fin qui da barche numero......, et mandate a Chioza. E sier Zuan Moro, capitanio zeneral di Po, è in bordine; etiam lui partirà, e fanno la massa a Chioza. Da poi disnar fo colegio di la Signoria e savij, per consultar di danari. Et vene letere di campo, dii provedador' Capello, la sera tardi. Dì sier Andrea Griti, provedador generai, date a la Massa. Come è lì con il governador. Et scrive dii zonzer del signor Constantin Amiti lì, incognito; e volendo passar Po a Sermene, inteso de’ francesi, non si ha asecurato di passar ; et che va dal papa, et per tratar l’acordo. Et 0 à voluto dirli ; solum è stato tuto uno zorno a parlar con lo episcopo curzenze di tal materia, a......., el qual dia vegnir di qua da’ monti etc. Di sier Hironimo Lipomano, a sier Vetor, suo fradelo, date a dì 4, a hore 4 di note, in la villa de la Massa, a presso el Final. Come eri scrisse coloquij dii papa al Final con l’orator etc. E poi quella matina il papa partì per Cento, e il provedador e lui tornoe a lo alozamento suo. Ozi el provedador è stato in consulto con molti de questi capi ; perchè li" manchava alcuni, è reduto a farlo damatina, perché voleno meter hordene, quello se ha a far. Li inimici, pur per molte vie se ha, che voleno passar la Sechia ; et dicono sono fanti .6000 et 800 homeni d’arme, potria esser et più et meno. Li par, è impossibele che i nimici vengano a trovar li nostri, perchè sono assai ipferiori ; ma, venendo, •se dubita che habino qualche intelligentia con li no* stri; benché el papa dicha che adesso farano el dover suo li soi; ma, non venendo, li inimici fanno per far paura, et per divertir la impresa di Ferara. Dize, si quelli dii papa farano il dover suo, e che se venga a la zornata, noi averemo vitoria francha, et questi nostri corer fino in brexana, perchè non è pos-sibele che questi inimici adesso possino resister a li nostri. El signor Fabricio, doveva vegnir ozi qui in consulto, non è venuto; si ha mandato ad excusar, per esser partito el papa "dal Final, et che ha convenuto lui far le mostre. Se doman el vegnirà, et che se meta ordine a le cosse, e che tutti si restrenza insieme, sarà bon segno. Questa fiata, questa signor Fabrizio, che ha questa impresa in governo, poi liberar Italia. Prego Idio ne doni vitoria, per liberar Italia, come dize il papa, da’ traditori, che non li chiama altramente. Questa matina, tornando dal Final, scontroe li oratori nostri, con le soe robe et brigate, che andavano dal papa; ma convengono andar a Cento, -dove è il papa, e torano licentia, poi passerano per la via di la Badia, e monterano in burchielo etc. Questo provedador à de pensar, e usa ¿11 tutti li mezi possibeli, et non sparagna a cossa niu-fia, perchè si habbi vitoria; et si porta benissimo: pur il caxo dii Gol e zenero li dà molestia. Dice, il Stalo nostro adesso è in un gran ponto; ma la ra-xon voi che li inimici non vengano a zornata, salvo se i non hanno intelligentia, per esser inferiori. Molti hanno oppinion,' che il papa anderà fra 4 zorni ' a Bologna ; e lui non lo crede ; pur, andando, anderà ancor lui ; ma presto presto li' inimici, o vegnirano a trovar li nostri, aut tornerano; e pezo è che vien ditto, che i hanno vituarie da San Beneto, e per tuti questi lodili di Mantoa, eh’ è mala fazenda. Scrive, venendo a la zornata, lui anderà a Final e a Cento e Bologna, perchè voi far a modo de coloro, che stete sopra la torre; e, con effeto, non è per trovarsi in campo a queste cosse. Et nota, per le publiche si ave, i nimici aver passato homeni d’arme 60 di qua di la Sechia, et verano il resto dii campo.