419 MDX, SETTEMBRE. 420 tera in greclio. E poi li disseno, il signor à inteso 1’ acordo dii papa e di la Signoria nostra. Scrive, che la combustioni di iìoli et è causa che ’1 signor lazi questo, e anche, inteso la fama, che la christianità si sia acordata a uno conira Pranza. Item, venendo dito ambasador, bisogna portar li presenti consueti e di più. Item, si ’1 signor starà li o no, non sa, ma fin XV zorni si saperà. La le tera di Bajasit, signor tur elio, a la Signoria nostra, è in grecho, deprimo septembrio. Qual fo fata tradur a Marco Musuro, optimo greclio, data in Andernopoli, a dì primo septembrio. Scrive, che ’1 principe li mandi uno ambasador di medij di questo stato, con ampio mandato di capitolar; e di la faconda, tratada per Nicolò Zusti-gnam, con altre parole, ut in litteris; ma questa è la sustantia. Et fo comandà stretissima credenza, perchè l’imporla assai. Et fo parlato in colegio de indusiar qualche zor-no a farli risposta, licet la letera dicesse, si mandasse presto el diio orator. Di sier Hironimo Zorzi, da San Marcuola, date a dì 12 septembrio, in Bagusi. Come per avanti recevete nostre letere, con la licentia di re-palriar. Andò da Feris bei, sanzacho, qual era andato versso l’Ongaria, e tolse licentia. Li donò una confe-licra d’arzento, e al suo capizì bassà una taza d’ar-zento, e parli. Et è zonto lì a Ragusi, e verà via. Da poi disnar fo pregadi. Et sopravene molte letere. Et consultato di far capitanio im Po, me au-ctore; et fìci lezer una mia opinion notada, di far capitanio et armar. Et eramo reduli li savij in la quarantia criminal. 197 Dii capitanio di Po, vene do letere, date a dì 21, a V Anguilara, a horre 22. Scrive il caso, seguilo quella matina per tempo, di i nimici, che ve-ìieno a Ponlichio, dove l’era con l’armada, vide-licet barche ... et ganzaruoli ... Et chome, visto non poter pasar versso Are, nè di sopra, per la rota dii Castignaro, lassò l’armata, parte brusada per nostri, et si partì, havendo fato cargar l’artelarie, e quello potè’, su cari 3, mandati a la volta di Ruigo ; e lui è scapolalo con li homeni di l’armala, ut in litteris. E li cavali lizieri tutti, vedendo i nimici grossi passati, si parlino. E lui capitanio si reduse versso Santo Apolinaro over Aponaro, non potendo venir per la via di Are, chome ha scrito, et fichò fo-cho in le barche e in le ganzare. E, zonto a Ruigo, ricomandò a li citadini li cari di le artellarie, che venivano drio; i qualli promessene di farlo, ma poi Jhoro le lolseno in Ruigo, nè sa dove le sia. Sì che lui fuzite, e suo zenero, sier Silvestro Pixani, pro-vedador di Ruigo, e veneno lì a l’Anguilara ; e fra’ Lunardo, con li cavali, andoe versso la Badia, lassò Piero Testa a quelle bande. Item scrive, a la torre nuova è barche 14, di quelle erano in Are, et una ganzara ; sì che verà lì, et monterà sopra le dite barche. Si duol dii caso etc. Dii dito, di hore 24, da Cavarzere. Dii suo venir lì per aqua. E à ’uto nova, etiam le barche e la ganzara, erano in Are, esser stà prese da li inimici, qual hanno etiam preso Are; sì che di tutte non è schapolà si non 5 barche, le qual sono reduie a la torre nuova etc. Di sier Silvestro Pixani, olim provedador a Buigo, di 24, a V Anguilara. Scrive la cossa de i nimici, passati su el Polesene. Et si scusa aver lassù Ruigo, non si polca tenir, havea solum 40 fanti, et in San Francesco erano molti de Ruigo armati; sì chè la Signoria li perdoni, si è partito de lì etc. Nota, era caslelan in rocha sier Marco Lombardo, quondam sier Lunardo, cugnalo dii capitanio di Po, qual era......... IH Montagnana, di sier Jacomo Venier, provedador, di questa note, a horre 6. Dii zonzer lì fra’ Lunardo con la compagnia, et sier Jacomo Marzello, era provedador a la Badia, fuzito de lì. Di fra’ Lunardo da Prato, date a Montagnana, questa nocte. Avisa il caso seguito de i nimici passati, et di l’armata. 11 ducila era im persona, con àOO lanze, tra francesi et altri italiani, 300 cavali lizieri et 2000 fanti ; non hanno potuto resisterli. Si duol di l’armata, non si à potuto salvar. Lauda la diligentia dii capitanio di Po. Di sier Jacomo Marzello, olim provedador a la Badia, date in Montagnana, questa nocte. Scrive la causa è partito di la Badia; et non si poteva tenir. È zonto lì con fra’ Lunardo, perchè di tanto campo, quanto era i nimici venuti sul Polesene, stando a la Badia non si potea defendersi. Di campo, da Sam Martin, di provedadori 197* zenerali, di cri, horre 4 di note, vene letere. Come hanno XV exploratori fuora, e niun non è tornati ; dubitano non li sia serali li passi. Hanno, per uno venuto di Verona, certo il gran maistro esser zonto a Peschiera con 200 lanze ; il resto di le zenle li vien drio, elo le aspetava lì. Item, per uno francese, preso per nostri stratioti di là di l’Adese, di monsignor di la Grota, hanno che il gran maistro è certo a Peschiera zonto, et vien 2000 guasconi ; e voi far la massa, e venir a trovar il nostro campo a San Martini. Item, è zonto Piero Spolverili, con