353 MDX, SETTEMBRE. 354 12, horre 2 di note. Come eri zonse lì col pontifi-ce ; ozi si riposerano, et sarà a Bologna a dì 22. 11 papa voi mirar con le cerimonie e pompa. Di l'armata di Po, soa santità è satisfata sia in le Fornase, pur la fazi più mal la possi. Zercha sguizari, questa malina il papa li mostrò letere, dii contlito à ’uto francesi da llioro sguizari, non da conto; e di la presa di Varese e Castiom, mia 28 di Milan. E che le zenle francese erano in Monza, mia X lontan di Mi-lam ; sì che sguizari non hanno più dificultà fin su le porte di Milam. Non fanno danno. E come li ha dito uno Zuan Antonio da Fasam, milanese, qualle è 166 lì et siegue la corte, che sguizari voriano Milam fusse in la soa liga, e uno di prinzipal capi e cantoni, come è Basilea e Costanza ; e di questo il papa li piace. Item, è letere dii Cardinal Pavia, che francesi hanno le forze menor. El qual Cardinal fa mala opera; ma, zonto soa santità a Bologna, voi far libro novo. Di la conduta dii marchexe, lauda la Signoria, e sia presto drizato versso Ferara ; ma poi ozi soa santità li disse, la Signoria lo drezi dove li par, o Verona o brexana o Ferara. Item, ha ’uto letere di Vigo da Campo San Piero, come è sta mandato a Venecia per il marchexe, con voler ducati 60 milia a l’anno, e lenir 500 homeni d’arme ; dicendo il papa : Questa è pocha dificultà ; il marchexe non doveria far cussi. Quella Signoria non guarda al pagamento; fazi poi come li parerà, il marchese à torto; con questi cervelli bisogna far cussi. Di Peschiera, non li par la Signoria ge la dagi, ma ben la Signoria li promela ; poi, auto le cosse vostre, si potrà far; col tempo Gazeremo francesi. Expedita l’impresa di Ferara, lo faremo venir a le voje nostre. Zercha Ma-ximiano, il signor Constanlin solicita si mandi uno nontio, con mandato ; non à voluto admeler esso ora -tor pontificio, et è zonte sue letere. 11 papa l’à mandate a trar di zifra, e pocho si cura lezerle, dicendo : L’imperador è una bestia. Di le censure conira Franza, soa santità voi aspetar sia fato el convento ordinato di episcopi, qualli non crede si redurano ; e voria haver bona intelligentia con Ingaltera, dii qual locho non vien avisi, per esser interdite le strade. Zercha Bongaria, per il Cardinal strigoniense e Cinque Chiesie, à recevuto l’bordine ; con destreza parlerà col papa. Soa santità à letere di Mantoa, Verona esser in malli termeni. Et in Ancona zonse uno messo dii ducha di Termeni a l’orator yspano, pregandolo lo facesse venir lui in ajuto dii papa, in luogo di le 300 lanze li dia dar la catholicha alleza ; e che ’1 populo di Verona crida : Marco ! Marco ! E le zente soe è mal conditionate ; e voria salvo conduto I Diarii di M. Sancto. — Tom. XI. dal papa di potersi levar e tornar in Bearne. El qual orator è rimasto in Ancona, per spazar in Spagna, e a l’imperador, di questo. El qual messo à voluto, lui orator nostro li facesse una lelera a li nostri prove-dadori in campo, di salvo conduto; et ge la fece. Et ozi à disnà con lui, e ditoli, ut supra; e che ’1 ducha si leveria volentiera di Verona. Dice esserli assa’ formenti dentro, ma poche biave, vin e carne, e non se ne trova per danari ; el esser infermi assai. Item, di Siena, è letere, di 9, di Pandolfo Petruzi, che a di 4 la nostra armata era a Piombini ; la qual passò da le Speze, dove era 1’ annata francese, e vene versso Zenoa ; et a dì 6 le do galie nostre bastarde passono da Piombini via. Post scripta. L’oralor vspano à scriplo al du- 1G6* cha di Termeni, scrivi a l’imperador, non li venendo soccorsso, si voi levar di Verona; et cussi si leverà. E dili avisi di corte, zercha Verona, fonno mandati subito a li provedadori in campo. Di sier Hironimo Contarmi, provedador di l’armada, date in galia, a dì 2 septembrio, a presso Piombini. Come a dì 27 scrisse de lì, poi si partì quella notte. Et el dì sequente, hessendo zercha mia 30 lontano, li afazò vento fresco da ponenle e garbim, e conveneno tornar et andar a Porlo Fe-raro, eh’ è a l’isola de l’Elba, dove è stati fin eri. E per esser porto chiuso, e pericoloso di esser tra-polato, questa matina si levoe, et vene con 1* armala lì a Piombino ; e crede questa notte l’haverà bona levata. Di l’armata nemieba, si dice è a Porto Venere, non si à certo, perchè za molti dì non è venuto legno alcuno di quelle bande, per li tempi contrarij. Si ha inteso, per bona via, esser stato de lì a Piombini uno Fregoso, zenoese, baron di Franza, per nome dii re. Ha richiesto, quel signor voja esser soto Franza, offerendoli di conduta 100 cavali lizicri, 200 arzieri et scudi 6000 per el suo piato. El dito signor si ha risolto, non voler romper la fede data al re di Spagna ; e, quando Spagna non lo volesse, in questo caso saria a obedienlia di Franza. l>a qual cossa esso provedador li à dispiaceslo, per esser passo et porto importantissimo. Item, di biscoti è mal provisto. È stracho di tanto scriver a l’orator et solicitarlo; 5 tolto per neccessità slera 300 for-mento di quella galeaza dii papa, bruto e mal con-ditionato, crede si convegnirà pagarlo ; e più avanti che vadino, mancho sperano di ajuto. À dato meza paga a li provisionati di le galie, di li ducati 500 li resta, de li 10001’ave; et à speso, come el scrisse, ducali 500 in biscoti, e poi ducati 56 a Roma, pur per biscoti. Item, scrive averne comprà per ducati 23