261 MDX, SETTEMBRE, 262 ve e li tolseno; la qual cossa dicono essi proveditori non la credeno. Scrive, diman manderano uno trom-beta a Verona, a dimandar la ferra ; e, si ’1 parerà al governador e altri capi, li pianterano le artelarie, perchè si voi seguir la victoria. Item, che dii gran numero di contadini nostri credevano haver, non è siali se non 500. Scriveno esser comenzà a zonzer ‘ pan et vino, e laudano li rectori di Padoa di questo; dii qual pan ne hanno donato uno staro di pam et uno mastello di vino per colonello, per refar lo eror di eri. Item, come a Villa Nova, Caldiera e San Martin è sta brusà, per i nimici, feno et luto, fino li fermenti et mosti, acciò nostri non li trovino. Item, hanno auto uno messo di Mantoa, con letere in zi fra, qual, frate, le manda. Li hanno risposto, l’ajuti l’impresa di Verona. Item, scrivono se li mandi danari, perchè, olirà li XI milia richiesti, Voleno 4000 per pagar, ut in ìitteris. 124 ‘ Di Mantoa, di Zuam Francesco Yalier, a • dì 29, in nome dii marchexe, a li provedadori zcnerali. Come è servitor et per li obligi grandi. Adesso è venuto uno suo arlievo, di Piasenza e Parma, per il qual ha, come sguizari 16 milia erano zonti a Verzei, e da una altra banda ne vien una altra parte. Quel paese è tutto in furia, 100 homeni d’arme francese li vanno contra; crede, francesi sarano rotti. Bisogna esser diligenti a ultimar l’impresa di Ferara, perchè ’I campo dii papa è lento e disordinato. Il re di Franza à fato rctenir in Brexa uno suo homo d’arme. Item ha, che ’1 referendario dii re im Piasenza è sta morto su la piaza ; e hanno fato per lui 2000 fanti. In Veronal Brexa e Parma esso marchexe ha intelligentia dentro, come à in Mantoa. Missier Zuan Jaeomo Trialzi & mandalo la mojer e robe sue in Franza. Scrivo, à il vero dii marchexe di Monfera’ c di Palavicini*itow, se li manda la riceta di syropi rechiesta. limi, post scripta, scrive voi per Nonzavra do para di falconi ; e dice, che monsignor de Torsi è inori", il gran maistro sla mal e forssila questa horra è morto, monsignor de la Palisa sfa in extremis. Il signor Zuanne, zoè suo fratello, è lornà de AlAiagna. De li si pesta aqua in morter; e F imperadfl» è homo di bastoni. Di Cliioza, dii podestà, date eri sera, a hore una di notte. ComeJ per alcuni di la fusla dii Muazo, e homem'di la gaMm|jpaffcnuti, qualii andono a Comachio, ha che fasi, volenctò tornar im I’rimier li dili a le galie, veleno sorsaralo galie di Cuora la bocha, e sentì trar artellarie; mule veneno per Magnavacha, et sono capitali qui, e veleno cin- que arbori che le seguitava. Item, per sier Vicenzo Zantani, saliner, de 11 venuto, à questo medemo aviso ; e che do galie e Irò fuste de’ feraresi erano venule a dar lo incalzo a le nostre galie, erano a Santo Alberto, qual se erano retrate in mar; e cussi le voleva el vice capitanio dii eolfo nostro. Di Roma, gionse htere, di V orator nostro, domente si teneva im pregadi, date a Corneto, a dì 25 avosto. Come vene lì, e l’armata per mar. E il papa stete in uno magazen di sai, a di 24, fin la sera; e volse el provedador di Parmada smontasse, e disnase con soa santità lì a marina, e poi li dete 400 fanti su l’armata, e felo partir per Zenoa. E si dice, domino Francho di Giberti, suo comissario, porta danari per far fanti; et il papa tien, Zenoa si volterà con questo, e tien sguizari abino roto; et è in assa’ ardor contra francesi. Item scrive, che uno balestrier di la galia, sopracomito sier Zusto 125 Guoro, volse esser asolto dal papa, dicendo haver amazà homeni dii papa per la Signoria nostra. El papa lo asolsc, con questo amazasse allratanli francesi, nè li volse dar altra pcnitentia ; e siete a la-sarssi basar li piedi » li nob’eli, compagni c zurme di le galie, cossa insolita, e quasi a tutta l’armata, fin volscno, con grandissima pacientia. Item, ave soa santità letere dii signor Conslantin. Il papa li disse: L’imperador è una bestia, non voi admeter il signor Constantin; dicendo, il lutto è a farli bona guerra e recuperar Verona. E parlò soa santità con F orator cesareo di questo. Qual li disse di le trieve. 11 papa rispose : Non fa per la Signoria a far trieve. Item, soa santità laudò la relaxassion dii conte Fi-lipo di Bossi, e, zonlo di qui, lo spazerà. Li piace di l’armata per Po;ezercha il marchese di Manloa, zonli serano a Viterbo, li darà risposta. Dii dito, da Viterbo, a dì 27, horre 18, in zifra. Come parlò al papa zercha il marchese. Qual li disse: Tolelello, che son conlento, per voslro capitanio, et io lóro il signor Mutio Colona, qual compie la ferma con fiorentini, aziò fiorentini non ha-bino zente; el qual ha homeni d’arme 100. Item, li mostrò do letere dii dueha di Urbin e dii Cardinal Pavia, legato, di credenza, in el conte Lodovico da Carpi. Come hanno intelligentia im Parma et in Brexa; e il conte Zuam Francesco di Gambara tradirà Franza e darà Brexa a la Signoria, si quella li voi perdonar, e anierà a star dove vorà la Signoria, pur babbi allratante possessioni di quello F ha altrove. Item scrive, le 300 lanze yspane, li dà il re per l’impresa di Ferara, è in camino; e dice il papa: Si ben la dita impresa sarà fornita, le vorù lenir