313 MDX, SETTEMBRE. 314 non vi esser barche, per avanti. Avisa, li nostri stra-tioti restati sono andati su la Picha, loco de i nimici, hanno preso 180 animali grossi, 40 cavali et bon numero di menuti, et some 12 di ferro. Item ha, il conte Christoforo e Marco Can sono andati da l’im-perador. Si ’1 havesse esso provedador fanti 200 e qualche artelaria, tona quelli lochi lì intorno de i nimici; e non volendo darli, dimanda licentiadere-patriar, e in loco suo resti sier Alvise Zivran, suo fradelo. Di Udene, dii vice locotenente, e sier Alvise Dolfim, provedador generai, di 7. Zercha danari per quelle zente. E lui provedador è amalato de li, e dimanda licentia de repatriar. Di Gradiscila, di sier Fantini Memo, provedador, di 5. La peste è lì a l’usato, voria 400 stera di formento. Marco Cam è andato a l’imperador. Item, quelli contadini inimici, volendo vendemar, andono a Goricia, volendo ussiseno; li qualli man-dono a veder li borgi di Cremons, per alozar, e tro-vono non erano seguri, e nel castello pochi stanano. In Goricia e Cremons è il morbo. In Goricia sono cavali 200, fanti 1000 boemi ; voleno venir a far una coraria, per non esser pagati. Dii ditto, di 6. Come Thodaro dal Borgo, si ’1 havesse compagnia de fanti, con li contadini de lì et quelle zente e stratioti sono in la Patria, faria assa’, e voria star a Rosazo ; et voi una paga. Il morbo è pur in Goricia e a Cremons. Item, alcuni contadini de ville sotto l’imperador è venuti da lui, e voriano vendemar li soi vini e venir, con le persone e con li vini, in Gradiscila, e voriano salvo conduto et esser subditi di la Signoria nostra. Et aspcta risposta di questo. Di Padoa, di sier Christofal Moro, podestà. Come Anzolo di Rechanati, contestabele, qual è stato su le fabriche, voria venir a la Signoria nostra. Di Montagnana, di sier Jacomo Venier, provedador, di 5. Come voria salii de qui, e non tuorli a Padoa, per il morbo vi hè. Fo scrito, per colegio, a Padoa, zercha li fanti, che dieno a star a custodia di Padoa, et il numero, utpatet in litteris. Di campo, al tardi, vene letere, di San Martin, di provedadori generali, di eri, horre 15. Come hanno aviso, quelli dentro Verona dicono de’ vegnir lì per soccorsso el ducila di Brexvich, con 3000 cavali et 3000 fanti ; e tengono la morte dii principe di Aynalt secreta, tamen certo è morto. Monsignor de Ru è andato da l’imperador, per aver il loco havea il principe defuncto. Item, sono stati essi provedadori, con lo illustrissimo govcrnador, ca-pitanio di le fanlarie e altri capi, in consulto ; e scrivo longo i coloquij abuli. Voleno altri 3000 fanti, senza li qual non si poi far. Item hanno, quelli populi sono; in Verona voriano la Signoria nostra, ma non hanno capo. Item, voriano homeni paesani, ma ne vegnirano pochi, per non esser li contadi come erano, pur è bon averne di visentina e altrove, e le zente sono in Friul, che potrano esser da cavalli 400 lizieri ; e che ’1 provedador Mocenigo resti con 80'cavalli lizieri. E sopra questo scriveno longo, e zercha danari, e quello li bisogna et li mancha a pagar le fantarie. Item di novo hanno, che i nimici, volendo ussir a far sacomano, ussite, con cavali 1000 et assa’ fanti, fuora, per scorta, et veneno a Zeveo, brusono il porto, dove passa nostri stratioti. E Alexio Bua passò 1’ Adese con CO cavali, et prese uno JacOmo di Megij, brexan, condutier di l’imperador de 100 cavali, versso Villa Francha ; sì che ogni dì dicti stratioti coreno di là di 1’ Adexe et fanno gran damnf. Item, desiderano il marchexe di Mantoa ; et si dice lì in campo, la Signoria li à mandà ducati XV milia, et Ihoro provedadori dicono di no. Di Vicenga, di sier Vetor Capello, provedador,do letere, di 8. In una, scrive il zonzerlì di Zuan Francesco Valier, qual disnò con lui, e si partì. In P altra, scrive zercha formenti, di bulini, voria scuo-der con il costo. Item, di uno citadim vicentino, era su Lazareto, qual si porta mal, e li infeladi vanno fuora, per non haver pan ; voria esso provedador tuor diti formenti per sovenirli. Item, scrive haver tolto do cavali, di uno fo homo d’arme, uno di qual tegnirà, l’altro farà, ut in litteris. Item, farà co- 1 mandamento a le zente di Vicenza e vicentina, justa le letere di provedadori zenerali, stagino preparati et in ordine per poter andar in campo. Di liuigo, di sier Silvestro Pixani, provedador, di 8, do letere, una di liore 20. Scrive la cossa di sandali, venuti per stropar la bocim di la Pelosella ; e come feraressi passò di qua, adco questa matina fra’ Lunardo partì per andar lì. Et il conte Guido Rangon non volse cavalchar, dicendola compagnia non à ’uto danari ; tamen lui andoe. Et scrive, dubita di lui, per esser parente di Bentivoy. Dii dito, di horre 21. Come, per uno explora-tor, venuto di Ferara, per la via di la Stella, ha, che da zuoba, fo a dì 5, in qua, per le chiesie di Ferara non si celebra li officij ; et eri il ducha fe’ comandamento al domo, a San Domenego, a li monaci schio-petini et San Bernardo, che dovesseno dir messa. Item, che a la Badia di la Felonega, era dii Cardinal