MDX, SETTEMBRE. Copia di la parte presa ozi ini pregadi. L’under;'» parie, che de primo, acciò veder se possano le rason de l’una parte et l’altra, tutti quelli che hanno credito, sì de arzenti et ori, come danari prestati a la Signoria nostra, debbano, da mo a zorni 8 proximi, baver conzà tali crediti con li debiti sui alle cazude, over ad altro otlicio nostro ; et passati li 8 zorni, quelli non haverano conzato, ut supra, non possano più farlo de qua dal mese de febraro proximo che viene. Pr(eterea sia preso, et firmiter statuito, che luti li debitori di le meze tanse, numero 3, 4 et 5, oltra tute le pene et excussione contenute ne le deliberatone de questo et del mazor conseglio, deba-no, da mo per tuta la presente setimana, haver pagato et satisfato quanto dieno dar a la Signoria nostra; et quelli, che non pagerano, come è dicto, non se possano provar de la zonta, nè ad alcuno conseglio over ollicio ; et essendo de pregadi, magistrato, officio over conseglio, che intra im pregadi, se i non pagerano, in termine de zorni 8 proximi, et porteranno fede autentica de aver pagato, non possano, nè siano permessi venir in questo conseglio. Li altri veramente, citadini, mercadanti et forestieri, debitori nostri de la preditta rason de tanse, non pagando quanto sono debitori, da mo a zorni 8 proximi, siano aslreti a pagar, et per i officiali nostri de le cazude li siano venduti li beni sui, et contra de loro siano inviolabelmenle exequite tute le parte, prese ne li superior rnexi contra i debitori nostri. 213* A dì 27. In colegio. Vene lelere di Montagna-na, di provedadori zenerali, con la bona nova di la vitoria, auta contra li inimici, et esser stati tajati a pezi tutti. Et leto la letera, el principe andò per palazo, more solito, per li zudegadi, a exortar tutti fazino juslicia, sì come voi la sua promissione. Et domente el veniva suso, liessendo a la scalla di legno, a caso li zentilorneni, fonno mandali per levar Torator pontificio, vene con quello, e lì se scontro-no, e fatosi le debite acoglientie, insieme veneno in colegio. Era con ditto orator sier Zuan Badoer, el ca-valier, e sier Alvise Mocenigo, el cavalier, vestili di scartato, e do altri ; il resto di paonazo. El qual, sentalo, presentò uno breve dii papa al principe, dato a dì 16, a Rimano. Come mandava de qui a star questo suo orator, nominandolo episcopo di Mono-poli, per tratar alcune cosse, per ben di la Chiesia et / Diarii di M. Sanuto. — Tom. XI. republicha nostra. Poi fo per el dito exposto alcune parole, per nome dii papa. Et mandali fuora chi non intrava nel consejo di X, disse dii bon animo dii . papa versso la Signoria nostra ; e voi esser contra Pranza, e aver omnino Ferara, solicitando la Signoria a far gajardamente etc. Vene poi sier Antonio Loredam, quondam sier Matio, con sier Alvise, suo fradello, dicendo, ringra-tiava la Signoria e il colegio, che ’1 voleva mandar al governo di Niehosia, dove era sta morta sua sorella, per quel ducila, eh’ è maio e non degno di vita. Il principe si dolse etc. E nota, l’altro zorno Jo fìci lezer una mia opinion, di elezer per pregadi uno provedador in dito Iodio, per do anni, con ducati 500 a l’anno, neti, come fonno electi sier Andrea Memo e sier Piero Coniarmi, quondam sier Adorno; el che quel ducila vengi a star di qui etc., e il duchato sia dii fiol. Sì che, havendo tempo, perchè compio, la melerò ini pregadi. Vene sier Zuan Moro, electo capitanio zeneral im Po, e aceptò, dicendo voria si armasse di qui una galeota nova, è in l’arsenal, per lui etc. Jo li fui contra, et dissi voleva ubedir la parte di pregadi ; e che F andasse via presto. Et cussi parse al colegio di non armarla. Item, lutavia si arma per li execu-tori barche per Po. Di Montagnana, dii campo nostro, date eri, 26, a liorre 20. Come, havendo mandato conira li inimici turchi e stratioti, inteso le nove, per letere di fra’ Lunardo, che erano venuti et combaleano Montagnana, et zonto il Sbrojavacha e il cavalier Cavria-na con le compagnie llioro, edam le mandono avanti et Zuan Forte primo; qual laudano assai, perchè andò e tajò il ponte, e traverssò arbori, acciò li inimici non poleseno ritornar a Lignago. Et el provedador Griti lassò Lunardo Grasso lì a Monlagna-na, a far seguir il campo, e lui andò a Roverè. E, sopravenendo il provedador Capello col campo, il primo colonello era Gnagni, qual lo mandò a la Bi-vilaqua, con tre bochc di fuogo, e la compagnia manfronescha, et trovono li noslri erano a le mano con li iniriiici francesi, et spense la compagnia di Vitelli e il signor Chiapim, e li combaleno per do borre e forssi Ire. Fono amazati assa’ cavali de li inimici, et 214 homeni ; et poi li nostri deteno dentro dicti inimici, adeo li rupeno, et homeni d’arme 50, tra francesi e borgognoni, lOOarzieri et 300 fanti, di quelli ussite-no di Lignago, tulli fonno o morii o presi e parte feriti ; sì che pur uno solfo non scapoloe. Item, di versso il Polesene, ha, per una letera, qual manda, di domino Baldiscera di Scipion, che sier Zuan Die- 29