829 MDXJ, FEBBRAIO. 830 za, contra la volontà do essi inerchadauli. K per exequir tal promessa, spazano una nave a Rodi, con uno rnerchadanle per ambasador, et una altra in colfo, con letere al re di Pranza, per la qual fazo la presente ; sì che sono a mali tcrmeni, e penso non siano cussi presto per redrezarsi a far facende. Al-guni judicha, el dito consolo sia mai più per redrezarsi, ma ben per morir ne la masera. Sono per star qualche zorno senza far facende ; et potriano retornar, ma non cussi pfesto-, e tanfo favorito, che non se potria creder. Quanto seguirà, per mi vostra magnificentia sera avisata. Se li creditori del ditto consolo se volesseno pagar, in tutto el suo fontego non n’ è tante robe li potesse.satisfarli. 424 Non voglio restar de dir a vostre magnifìeeneie, che se al pritizipio, quando ne fu aserato li magaze-ni, avesamo scrito uno chassa al soldam, come fu aricordato, mai nlontavemo de qui; perchè el ditto signor soldan, quando el mandò comandamento do-vesamo venir, segondo da tutti ne è sta nzerlato, non voleva parlami nè del SuiTì nè de altro, ma vestir la magnificeneia del consolo. Interim fe’ do lì ne messe al ponto che, se ’1 se feva lo efleto soprabito, indubitatamente mandava la vesta in Alexandria. Za molli zorni è zonto navilij Ì8 da Constantinopoli, cargi de legnami, canevi, feramenti e bombarde, per 1’ armala per l’India, la qual se prepara con gran solizitudine. De qui se ritrova el vardian de Jerusa-lem, con 8 frati, feti venir de qui per causa de l’armata ; ed à serato quelli lochi santi, e à mandato el signor soldan uno armirajo de mile lanze in dilto locho di Jerusalem, alguni dize per serar quel locho, ed alcuni dicono per zerchar se trovano danari ; li è sta dito esserne gran oro. À fato che ’1 vardian à scrito una letera a tutti li potentati, de questa cosa li ha fato rodiati, manazando ruinar ogni cossa. De spezie, per questi disturbi, tuto è calato, ma non molto; e, seie cosse se conzano, tegno tutto monterà. Da poi semo de qui, se dize in Altor è zonto 17 de spezie, con pocha stimma de tute sorte; el forzo è inzensi. Rezeno de qui, piper ducati 100, beledi 32, michini 14, noxe 44, inazis 105, garofoli 56, canele 25, verzi 8, incensi 8. Sono omnino gran prezi a questi tempi, maxime li beledi ; perchè poiria esser, fino a la muda futura, la qual judichamo babbi a esser questo setembrio, a quel tempo fazil-mente ne potria esser gran stimma. È venuto nova, l’armirajo, andò in Jerusalem, aver batudo li frati, et aver trovato ducati 4000 ve-niziani, e tutte le cosse de la chiesia. Par, el signor soldan abi scrito, tuto sia messo soto boia, e li frati siano ritornali al suo locho; credo, tutto li sarà re-sfituido. Del •consolo di Damasco, sier Piero Zen, àse abuto letere, di 19 novembrio. Par, sua magnificen-cia non vegni; tamen, tegnimo quasi per certo, serà revochalo el comandamento, e, quando fosse in strada, ritornerà adrieto. Che Idio, prego, cussi permeti. Da Vicenza, di sier Vetor Capelo, prove- 425 dador, di 17, vidi letere. Come, per letere da Lo-nigo ha, certi stratioti haver preso 20 cavali de borgognoni, de quelli ussiti de Verona per andar a Parma, et, oltra li cavalli, vestimenti. Item, in Verona non se ritrova el vescovo, per esser partito per Alemagna, lassato el signor Zuan di Gonzaga in Verona, et Mercurio Bua, capo di stratioti, con pochi cavalli. Item, che li stratioti di là di Po hanno tolto bon numero di chariazi a li inimici, et morti non pochi. Similiter, el capitanio de Roverè, quel de la Pria, de Besem et Castel Corno esser andati con ditto vescovo a trovar l’imperator; et questo aviso ha per soi fidati exploralori. E in Verona se diceva publichamente de lo acordo di l’imperador con la Signoria nostra etc. Da poi disnar, fo coosejo di X con zonta. Capitolo di una letera di Palermo, in zi fra, di sier Pelegrin Venier, quondam sier Dome- nego, a sier Alvise, suo fradello, data a dì 9 zener 1510, et a la Signoria. Quelli de Tripoli mandano a dimandar artellarie assai, e grosse, c con carete, per fornir di meter intorno; la cità non ne ha a suficienlia. Richiede fan-tarie e vituarie de ogni qualità, e da vestir li fanti sono li, che nulo li porta più niente, per el mal tralamento li fa ; quelli son li, non li lassano partir. El re dà da manzar e. fa le spexe a tutti. Mori non li porta più ninna qualità de vituarie, per li arabi e zente li son intorno. E tentano nova, de l’esser al ponte de Zerbi 12 milia cavalli, e zenle numero infinito, per andar soto Tripoli ; ed era circondati d’ alquanto pocho numero. Richiedeno soccorsso, e de qui pocho pocho, che si vedi, li vien provisto. L’ar-mada è a la Pelosa, mal in hordene ; amalati assai, e ne muor, dizeno, assai più dii solilo; li sanni stanno per forza de qui. Tutti li contestabeli, el forzo, son venuti con li caporali, e molti è ben richi ; li capi passano in Italia e in terraferma. E, si Tripoli vorano lenir, li costerà un tesoro; per modo se stima e dubita, con dificultà lo tenirà. E di l’armada, tutti si duol dii capitanio, e non voi ritornar nullo. Se dize,