341 UDX, SETTEMBRE. 342 dor conduse boemi contra la Signoria. La terra di Brexa è in combustion, per questa retenzion. Voria saper quando, per poter far fati ; nè, perchè Morello è morto, non imporla, à più fede. Voria far armata per il lago, si offerisse barche. Scrive : Imperate, servus sum, parebo. Missicr Paris è marchesco; e il Cardinal di Mantoa è andato contra il papa. Di sier Alvixe Loredam, provedador sora i turchi, date eri, in campo. Scrive la cossa di esser andato versso Verona ozi, contra li inimici, con li turchi ; qualli si hanno portato ben, e li laudano summamente. Dii colateral generai, date eri, in campo. Come fe’ la monstra di le zente d’arme, qual sono ben in hordine etc. Di domino Lunardo Grasso, prothonotario, date eri, in campo, hore 20, a sier Nicolò Zor-zi. Come li cavali 50, arivati a Dulcè, do mia di sora la Chiusa, et altri cavali, erano a Roveredo, questa matina, per do, venuti di Verona, ha che eri zonseno in Verona; e si dice aspetano altri cavali. E si dice che la note, 6he li nostri andono a lanzar le parte-sane in le porte di Verona, fo cridato in Verona : Arme ! E molti de i nimici andono versso le porte, vanno a Brexa e Trento, per fuzer, stimando il campo andasse a Verona ; e il zorno molti citadi-ni, di grossi, è partiti di Verona et andati a Man-toa, e chi ad Archo. Dice : Nui, stando a San Martin, mal li pigliaremo Ihoro, e mancho Verona. Ozi ha rimandato il messo, vene eri, di sopra, con uno altro compagno, acciò uno vengi e l’altro resti ; e averà spesso nove. Verona, di ogni sorte, con grandissima voluntà ci aspetta. Itcm, per uno, vien di Verona, ha, qual partì hora di lì, dice che eri matina, avanti terza, se partì 40 homeni d’arme, di quelli di signori di Bozolo, con li soi cariazi, e andono fuora di Verona, per la porla di San Maximo, per andar più coperti al suo viazo. Item dice, esser tanti amalati de li inimici, che nihil supra; per ogni porlego e per le piaze se ne trovano assa’ per terra, et ne vano caschando per le strate. Di Candia, di sier Pollo Antonio Miani, ducha, et sier Alvise Trivixan, capitanio, di 5 et 8 avosto. Zercha la nave presa, di subditi dii papa. Et hanno suspeso le robe, (ino zonzi hordine di la Signoria nostra. Et leto le letere, il principe si levò, et fe’ la rela-tione di quello havia in colegio exposlo Vigo di Campo San Piero e il Folegino, zercha il condur dii mar-chexe di Mantoa; et come sono parlili, dicendo voler andar a parlar al suo signor, per ultimar etc. Fu tolto scurtinio di tre savij di terra ferma, uno di qual è per tre mexi. E, tolti numero 31, rima-seno questi : sier Antonio Zustignan, dotor, fo savio a 161 * terra ferma, quondam sier Pollo, qual é vice locote-nente in la Patria di Friul, 114; sier Luca Trum, fo cao dii consejo di X, quondam sier Antonio, 100; sier Zorzi Pixani, dotor, cavalier, fo savio a terra ferma, 97. Soto, sier Alvixe Mocenigo, el cavalier, fo savio a terra ferma, 89 ; sier Sabastian Zuslignan, el cavalier, fo savio a terra ferma, 87 ; sier Alvise Gradenigo, fo cao dii consejo di X, et altri. E nota, Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, quondam sier Lunardo, fui nominato et avi 51. Andai meglio di sier Piero Landò e sier Francesco Orio, titoladi, e di molli con titolo di pregadi ; adeo le operation mie è acepte. Et è, che za molti anni, da sier Nicolò Foscari in qua, niun con questo titolo è sta tolto savio di terra ferma, nè à ’uto tante balote. Et nota, sier Alvise Mocenigo, el cavalier, è ca*-zuto, per esser fama sia intromesso, per cosse fate provedador zeneral in trivisana; et. tal materia è ai cai di X. El quando el fo balotalo, li avogadori andono a la Signoria, volendo non lassarlo balotar, tamen per le leze poteva esser balotà, ancor che ’1 fosse intromesso etc. ; tamen si dice non sarà 0, si justiOcherà di tutto, zonto el sia qui. Fu posto, per i savij, excepto sier Marco Bolani e sier Alvise da Molin, che non erano, una lelera a 1’ orator nostro in corte, advisarli il successo con Vigo, zercha il marchese di Manloa, e quello l’ha voluto, e voria la Mirandola ; sì che, dextro modo, poteva tochar col papa di darla, in recompenso di lochi nostri el voi etc. E questo fo scrito per una lelera a parlo, si li par, digi al papa. Item, altre particularità ; e di le galie zonle in Istria e fate venir in le Fornase, con altre parole et avisi, ut in littc-ris. Ave tulio il consejo. Et gionse a la porla di pregadi uno nontio, con letere dii signor Constdntin, va al papa. Et fo expc-dito a Chioza immediate. Di Brixenon, di pre’ Nicolò, di 8 ; scrive al suo prete di San Moisè. Come sguizari XII milia è intrati sul stato di Milan, hanno preso Varese. L’imperalor è andato versso Costanza, conio disperato, vedendo il nostro campo esser levà per andar a tuor Verona. Noto, in questi zorni la terra non steva ben di morbo, ogni zorno ne moriva, e si amalava X et XI al zorno, 5, 6 et 8 ; adeo è spexa a la Signoria, et mal a preposito in questi tempi. A dì li setembrio. Fo la f. Nota, in questa