193 MDXIl, MAGGIO. i ni se di capitanici et liaver il gran capilanio o il signor Prospero Colona, perchè el viceré venendo nulla faria, e mancho il ducha di Urbin. Li rispose sier Antonio Loredan el cavalier, savio dii Consejo. Parlò poi sier Gasparo Mahpiero, fo savio a terra ferma, conira le letere, et è mal mandar a Napoli el Guido-to. Li rispose sier Antonio Grimani procuralor, savio dii Consejo. Parlò poi sier Santo Tran, vieti in Prc-gadi, di sier Francesco, in favor di la opinion di suo padre. Poi parlò sier Nicolò Michiel el dotor, è di Pregadi, è mal mandar el Guidoto. Li rispose sier Alvise da Molili savio dii Consejo. Andò le letere : prese di largissimo. Fu posto, per li diti, che sier Mariti Zorzi cl dolor vadi dal duca de Urbin et resti orator nostro, al qual si mandi ducati 50 per corieri expedili, et ducali 100 p r sue spexe. Et fu presa. Et si manderà via llironimo Alberto secretano suo, era per avanti venuto de qui. Fu posto, per li diti, la commission a sier Piero Landò savio a terra ferma, va in campo a Vicenza, darli grande autorità in cassar li capi e liomeni d’arme et altri, ut in parte, e dagi danari et li admo-nissa a non far danni. Al qual se li dà ducali 4000 et 2000 fo mandati prima pur per dar questa paga, e se li manderà il resto. Fu presa. Et vene zoso Pregadi a liore mezza di note. 104 A dì 5, la matina. Veneno li oratori Papa et Spagna de more. • Di Vicenza, dii provedador Capello, di é. Come par francesi siano ussiti di Verona, et quel locotenente alemano voi far restituir li danni fati a’ nostri, et si tien aspetano le trieve da l’imperador. Item, in Verona é sta fato gran feste e trar artela-rie, e non si sa perchè. Di Corphù, fo letere di sier Marco Zen bay- lo et capitanio, di 22, et vidi una drizata a sier Piero Barbaro fo di sier Jacomo suo eu-gnado, di questo tenor. Da novo in questo zorno avemo, per più vie, come il Signor turcho à messo in sedia el suo fiol à nome Seliin, che era al confili di Andernopoli, e questo perchè el vedeva la volontà di janizari, i quali per niente voleva asentir che un altro fiolsuo nominato Ainelh sentasse; sichè cl dito Selim à tolto la Signoria. Tutti questi confinarii tur-cheschi hanno fato e fanno fuogi trazendo bombarde, e fato gran demostralion di feste dii senlar dii ditto Signor. Etiam è venuto comandamento, per nome del Signor nuovo, che tutti i flambulari vadano con i limarati e vaivodi ben in bordine de cavalli, arme et lanze a la Porta, perchè li sarà ordinalo do- I diari f di M. Sanato. — Tom. XIV. ve i dia andar. Se iudicha el fazi questo esercito per cazar tulli i soi fradelli. Se dize, dilto Signor nuovo esser mollo armigero et homo de iuslizia et amico de la nation nostra; che Idio cussi el prometi! Item habiamo, come è intrato in el colpito nostro fusto 5, Ira quelle de Santa Maura e quelle insite de la Va-lona ; non se sa che volta le habi tolto. Se iudicha le vadi in Puia a’ dani dei soi nemici. Le do galie nostre, mandoe in Cecilia per asegurar i navilii cliecon-duseva fomento per Veniexia di ordine di la Signoria, ancora non sono ritornate, si aspelta di zorno in zorno ; e ritornate le sarano a tuor panaticho, le manderà in golpho per assegurar li nostri navilii. Vene sier Nicolò Bernardo savio a terra ferma, stato dal Cardinal sguizaro a parlarli, e referì quanto li havia dito. Et per Colegio in questa sera fo spazalo uno corier con letere a Roma. Di Vicenza, si ave aviso. Come à, di Mantoa, che 200 lanze francese, zoè 100 dii gran scudier pa-sava in parmesana, et 1000 fatili erano mirati in Brexa; et che il Cardinal San Sevcrin andò per statela in Pranza, et cussi el gran scudier, cli’è il signor Galeazo di San Severino suo fradello. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta. Spa- 10 zò certi presoti ieri. Di sier Mariti Zorzi el dotor, orator nostro, fo letere, di Ancona. Come era venuto lì et era su una fusta per star securo. Replicha, non à da vestirse; à perso tulli li so’ cariazi et scorso grandissimi pericoli, tandem è venuto lì a marina ; dimanda licenlia. Di Vicenza, dii provedador Capello, di ozi, horc 10. Come in questa hora havia auto letere di Mantoa, di 3, qual manda a la Signoria, et sono in zifra scrite per il signor marchese. Par che habi aviso di Franza, ivi esser zonto lo araldo dii re de Ingaltera, qual ha intimado la guerra al Roy; e perchè voleva pubicamente con la sopravesta, in simi-libus solita, publicar, non l’hano lassato per dubito de li populi. Le letere di-Franza sono de 25 dii passato. Subzonze che l’orator di Maximian, qual è a-presso dito Roy in Franza, ge havea fato intender come la trieuga era stà fata Ira il suo Re cl la Signoria di Venezia, fazendoli intender, da parte di dillo Imperator, non volesse de ccetcro tuor altre terre in Italia, perchè non ge lo comporteria. È da saper, se intese, per dite letere, il Roy aver l'alo gran maislro de Milan, in Iodio di monsignor di I’oys morto, monsignor de........, el qual doveva vegnir di Franza in Italia. Noto. Ozi se intese in Ilistria esser zonli assa’ navilii con fermenti, adeo il tormento comenzò a calar. 13