135 MDXII, aprili:. 136 Di sier Andrea Trivixan el cavalier, luogotenente di la Patria di Frinì, letere di 18. Come, liavendo scripto a li capitani cesarei, è in Go-ricin, meravigliandosi di la incursione fata, et li ri-spondeno clic sono contenti mantenir ditte trieve e levar le ofexe fino altro habbi da l’Imperator, el voleno far restituir li animali tolti in tempo di trie-va. Et è da saper che prima esso luogotenente scrisse di la trieva a’ diti capitanei, ma le letere fono inter-lenute, et, ut dicitur, non ha auto recapito. 69 Vene una barrita di Bimano, spazata eri, con letere di sier Alvixe Diedo, dade a Bimano, in fusta, a dì 19. Come domenega da sera, a di 17, erano intrati 300 cavali di francesi in Rimano, et tolto il dominio a nome dii Concilio; la rocha si leniva per il Papa. Scrive, li cavalli intrati è lutti de’ italiani. Etiam le altre terre da marina si hanno dato; ma le roche è per il Papa. Il signor di Pexaro à mandato oratori a Rimano a quel capilanio di dilli cavali per darsi a so ubedientia. Di spagnoli non se intende dove i siano; si dice vendeno li cavali, alcuni per ritornar per mar in reame, et quelli di la barcha, eh’ è di Ravena, dissello che tutto eri hanno sentito bombardar fortemente la rocha di Ravena per francesi. Vene in Colcgio el conte Guido Rangon condu-tier nostro, qual vien stato prexon di francesi, preso in Brexa, e si à riscatà, dice, con.....scudi, et ha menalo con lui imo suo fratello chiamato conte Francesco, novene di anni 20 con .... cavalli, al qual alias per Pregadi fu data certa conduta di cavalli lizieri. Questo conte Guido con li cai di X, mandali tuli fuora, restato lui solo, referì alcune cosse; sapendo, ne farò avanti menlione. Stete alquanto, poi tolse lieenlia. Et demum è sta grandissima rota, e morti molti capi francesi; ma spagnoli è stù roti, preso le artelarie e cariazi e li capi. Vene Piero di Bibiena, dicendo esser zonlo a bora uno messo dii vescovo di Vitelli, è in rocha di Ravena, partì venere da sera, a di 16, expedito di qui.Dimanda 300 fanti; li basta l’animo manlenir-si, etiam tenir la citadella, la qual è rimasta fin bora in suo dominio. Et in Ravena erano restati solum fanli 1000 per bombardar dita rocha, in la qual esso vescovo si ritrovava con finiti 300 et assa’ viluarie. 11 campo di francesi era alozato zercha mia 6 di Ravena, et era rilrato lì per causa dii felor di corpi morii. Di Vicenza, diiprovedador zeneral Capello, di 19, hore una di note. Come mandò il secondo trombeta a Verona, el qual non fo lassato intrar, et risposeno una letera al signor governador, che nulla hanno da l’lmperador di trieva. Altro non zè da conto. Di Chioza, vidi letere di 19, liore 17. Come in quella matina, a bore 21, zonse lì uno, vien dii campo francese, va in freta qui a Venecia, dice aver lassato il campo francese verso Castel San Piero. Scrive poi, zonse Luclia Bon con la fusta, a hore eri una di note. Dice, à sentilo luto eri trazer una over do artellarie grosse a Ravena, e che sabato, a dì 17, l’era sopra con li brigantini e do barche longe nostre, e che quando fu le do hore di note, da la banda de mar vide uno foclio sopra le mure di la rocha di Ravena alto, che durò fino hore 4. Judicha sia segnai, si tien saldi. Dice che 1’ era zonto nel campo francese zuoba, a dì 15, una stafeta di Pranza con 69* letere dii Re, che comandava al gran maistro, soto pena di la disgrafia sua, non dovesse passar con l’exercilo la Traversara, eli’ è li confini di ferraresi con la Chiexia; e leta dila letera, monsignor di la Pe-liza disse: « Orsù, benché habia lassato tutti li mei compagni, il Roy non si potrà lamentar che con la mia persona non babbi fato el dover ». Et scrive, Vi-zenzo Guidoto secretano nostro, andava in Ancona al viceré, stato a Chioza per tempi contrarii, ancora se ritrova lì, né si poi partir ; é insieme con uno ne-pole di l’oralor dii viceré. Dii dito, di hore 21. Come, per una barcha di corieri, zonta a hora di Rimano, dize, eri inlrò il signor Pandolfo Malatesla con cavalli 300 lutti italiani; la rocha si tien per il Papa. 11 ducha di Urbin li ha mandato a dir a quel castelano et a la terra, si lenisse a nome di la Chiesia, tamen loro arimanesi hanno acetato dito signor Pandolfo, digandoli, se li basti 1’ animo mantenirsi, che entri: altramente loro si scharcha. Si dize, la rocha de Ymola à dimandato termine do anni ; la rocha di Ravena luto cri et ozi vien bombardala, ma lentamente. Da poi disnar, fo Pregadi et leto molte letere. Et li do provedadori sopra le pompe, sier Nicolò Gri-mani e sier Vetor Morexini, veneno in Pregadi. 11 terzo, sier Piero Marcelo, non è ancora intralo. Dice non voi intrar, e li diti do provedadori fanno l’oficio. Fu posto, per li savii, che (ulti li nodari e scrivani di officii, sì di Rialto come di San Marco, debitori di mezi (ìli e altro, ut in parte, habino, termine uno mexe, a pagar senza pena, videlicet uno terzo da mò a zorni 10, un altro terzo altri zorni 10, e il resto altri zorni 10, e non pagando, siano privi di ofici e filli in loco loro insta le parte : e fu presa.