m MDXII, LUGLIO. 494 di la fameia fuzitcno belamente, e cussi andamo dal dilocapitanio. E zonli li provedadori, andono davanti di quel vende cai di late, qual li disse voleva 8000 ducali per il svaiisar de li fiorentini, e il provedador Moro rispose non pretendeva darli niente, parché non iera honesto. E il capitanio li disse : « Non vi partirò fina che non li date ». Vedendo cussi, li provedadori disseno voler venir dal Cardinal e veneno e lì steleno fino a hore 3 di note, e tutta la nostra zente era in arme, che mai fo visto tanto rumor, perchè dubitavano non venisse li sguizari a sachi-zarli ; sichè da mò inaliti si starà più provisti. Scrive sa cerio niuno è per andar più davanti al dito Cardinal ctc. 246 Di Salò, di sier Daniel Dandolo provedador, vidi leterc, di 14, date in Salò, scrive il suo viazo. Come di Padoa andoe a Vicenza, convelle aloxar in caxa di domino Federico da Porto honorato et acharezato. Andono poi a Soave, e lì aspctò una patente de Verona de li consieri cesarci di poter passar per il veronexe, et cussi 1’ hebe senza pagamento alcuno, e parlile da Soave et vene fino a San Marlin, e de lì da Molitorio via cavalchono fin solo el castel di San Felixe di Verona fino in el borgo di Sorio di Verona, e questo per non passar per la terra via per bon rispeto. E intrando in ditto borgo, tulli quelli fidelissimi dimoslrono gran contento, e le done e homeni corevano Cuora di le caxe con grandissima reverentia, cridando: « Sia ringra-lià ldio clic vedemo li nostri signori ; mai viveremo contenti se non ritorna al governo et dominar questa terra. Viva missier San Marco! » con altre parole di sorta che non è possibel a creder che alcun sì duro si havesse tenuto di pianzer, et che lui provedador con le dolce parole et bona ciera li salutava e confortava a dover laxer per adesso e non cridar cussi manifesto Marco! Marco ! Li risposeno : « Se dovessemo ben esser apicliali, creprcssemo se non chiamessemo el nostro Signor » ; et non potè tenir- li, che erano più di 100 persone, acompagnarlo fino in cao di ditto borgo, e lì li tocliò la man a tutti. Poi veneno a una villa grossa ditta Parona ad aio-zar, eli’ è mia 3 di là di Verona, e la malina per tempo cavalchono a Bardolin, sopra il lago, et zon-seno a bora de disnar sempre con li oratori di Salò; et hessendo a la piaza di Bardolin, ivi era domino Bernardin di Grassi dotor con molli veronesi, quali veneno contra esso provedador con grandissimo gaudio et abrazamenti, e lì steteno la note. El vene lì molli doclori eteitadiui di Salò con barche a le- varlo, e la compagnia et robe; e cussi in quella ma-tina, a di 14, si partì di Bardolin con ditte barche per Salò e intrò con trombe e trar di artellarie, campano por le chiexie ; tutto el populo lo aspectava per li balconi e rive cridando: « Marco! Marco! Viva el nostro signor missier San Marco, 1’ è pur restisità », con tanto amor et dilection pute e ho-meni cridando, che rimase stupefacto di tanta fidelità di quel populo, e lui provedador li fece li convenienti saluti, adeo tutti rimaseno consolati e pieni di alegreza. Dii dito, date ivi a dì 17. Come in quel zorno do lì si havia fato el consiglio et di la Riviera, in el qual esso provedador ha exposto molte parole da parte di la Signoria nostra, ita che tuli rimase eoli gran conforto, e promesscno di donar ducati mille a 246 * la Signoria nostra ; la quii parte fu presa di tutte le balote. Scrive hanno l’artellarie nostre esser zonte a Villa Francha, le qual vien condute perla expugnation di Brexa. Scrive lì è molti brexani c altri, quali voleno spander il sangue e la roba per la Signoria nostra. Item, cri si ave letere dii reverendo episcopo Dol-ze, el qual è in Verona, uno di conservatori di la Ireugua electo per la Signoria nostra, cimi sit che per quelli di Rivotella, iurisdition di Salò, sia slà facto prcsoni do servitori de lo illustrissimo monsignor di Roy, ch’è uno altro conservalor di dita treugua electo per la Cesarea Maiestà existente lì in Verona, che de facto fusse relaxadi con li danari et roba toltoli. E vene con dite letere aposta uno missier Francesco Bonomo secretano di la Cesarea Maiestà, al qual li fcce una bona ciera e carezato assai, et fo mandato li mandati stretissimi a li homeni di Rivoltella che dovesseno relaxar essi homeni e consigliarli il lutto a esso secretano; e cussi ubediteno ctc. In questi zorni se intese do nove: la prima da Fiorenza, conictrano acordati fiorentini con l’Im-perador, al qual danno ducati 100 milia, vidclicet 50 milia de presenti et 50 milia in certi tempi, e F Imperador li tuo’ per recomandati, che saria segno fosseno levati di la protelion di Franza. Ben è vero dilì fiorentini hanno uno orator a Trento apresso il Curzense, venuto lì novamente ctc. Item, di Trento gionse lì Zuan Piero Stella secretano nostro, qual fo mandato per il Consejo di X a’ sguizari, come ho scripto di sopra ; e zonlo a Trento, volse salvoconduto dal Curzense di passar a’ sguizari, qual disse non liaver questa auclorità per non liaver commission di Trento in là di far alcuna cossa ; e cussi non li volse farlo e restò lì. La qual Dieta si ave come la era slà fata et risolta, che li sgui-