227 MDXII, MAGGIO. seno per via di brexana. liem, manda letcre aule di Mantoa, di l’Agustini, come il marchexe li ha diio viuitiani è spazadi ; è slà scoperti liaver voluto rubar Verona ; tamcn non è vero. Adeo in Verona è intrati certi francesi et zentc più di quello era; e altre particularità ; e par lanze 200 siano andate in Pranza, si dice monsignor di la Peliza. Item, francesi fortifichano Brexa etc., ut in litteris. Po leto una relalione di uno, vien di Aste, aver scontrado lanze 400 francese, quale andavano in Pranza maledicendo Italia, et che in Franza lutti stevano mesti per la morte di tanti signori, et che i dicea el Re fo mal consejà quando lassò l’amicitia di viuitiani, perchè ora tutti li è contra, et prima era Re felicissimo etc. Nolo. In questi zorni morite a Ferara monsignor di Montiron, over Montaxon, fo ferito nel fato d’arme; e si dice in la malalia aver diio che l’è cerio quello è scrito, che tandem li francesi venuti in Italia per li (empi passadi, sono rimasti tulli di qua da’ monti morti, et cussi sarà al presente. Concludo, francesi sono in gran fuga. In questa matina in Colegio fonno aldili alcuni oratori corvali con letere dii re di Hongaria ; dimandano formenli a conto di quello dia dar annuatim la Signoria al dito He; et il conte Paladii), eh’è Ban perpetuo di Corvatia fato, dimanda ducati 1000 a la Signoria a conto dii dito Re. Et la Signoria li usoe bone parole, et promesseli dar stera G00 formento a diio conto. Fo etiam letere di Hongaria, dì 27 aprii, di V orator nostro. Da conio nulla. 123 ' A dì 19, la matina. Nulla fu da conto, el havi el Consejo di XL zivil in la materia de l’ixola de Zia, intervenendo i Premarini come zudexi delegadi. Parlai eie. Di sier Volo Capello el cavalier, proveda-dor generai-, da Vicenza, de 18, hore 2 di note. Come quel zorno era zonlo lì il signor Renzo di Zere capitanio di le fantarie, vien di Trevixo, et si aspela la compagnia soa. Scrive, li homeni d’ arme noslri è alozali a San Piero in Gu, leritorio vicentino, di qua di la Brenta, et li fanti verso Roman, Borso et San Zenon, terilorio di Asolo. Di novo, se intende 300 guasconi a piedi ozi esser intrati in Lignago per dubito nostri non li vadano a campo. Doman el reverendissimo Cardinal sguizaro sarà li in Vicenza ; li è sta preparado in vescoado. Item, è zonlo sier Simon Valier qu. sier Piero et uno fio di domino Vetor da Martinengo di Villa Chiara, stali presoni di francesi. Scrive, da malina tien ussirano esso provedador col governador ili Vicenza, si altro non è in contrario. Il provedador Lando savio a (erra ferma andò a Montagnana a compir a far le moslrc ; bisogna se li mandi il resto di danari. Vi andò etiam il pagador Sanulo et il colateral zeneral. Da poi disnar, vizilia di la Sensa, il Principe vestito di restagno d’oro, che più, poi la rota dii campo, si à vestito d’oro, vene in chiesia con le cerimonie ducal justa il solilo. Oratori Papa et Spagua, e il signor Frachasso di San Severino e il prior di San Zuane del Tempio. Portò la spada sier Alvixe Capello, va ducha in Candia, qual è cao di X; fo suo compagno sier Alvise Malipiero procuralor, fo di la zonta, et poi altri patricii convidati al pranzo. Era etiam il cavalier di la Volpe et domino Baldisera di Scipioni ohm condulieri nostri, fonno presoni di francesi, quali se remeterá a cavallo, et è invidati a pranzo diman col Principe. El dito vesporo, ne l’in-trar dii choro fu fato certo locho allo, dove Batista comandador, vestito di veludo cremexin, con uno mantello di scarlato publicó l’intrar in la liga dii serenissimo re de Ingaltera; la copia di la publica-tione scriverò qui avanti. E tuta via si sonava campane, e la sera fato fochi per li campameli, et dita publication fu fata con assa’ soni di trombe. Accidit, che essendo uno mastro Vicenzo, lavorava di musaicho in chiexia di San Marco, qual fece quella Sania Tecla, era bon maistro, su cerio soler che si lavora in chiexia, zercha hora di nona una tavola li vene a mancho, caschò, vixe do hore et morite. Fo gran pechado : è cossa più non acaduta in dita chiexia, et però ne ho voluto far nota. Vene letere di Padoa dii cardinal sguizaro, di Padoa, con le letere aule da’ sguizari, quali vengono via e sono gran numero, e si prepari le vituarie e li danari, e Franza li à voluto dar 200 milia franchi ; non li ha voluti. Sumario de una letera venuta di Poma. Scrive 124 di la secunda sesione fata in Concìlio, data a dì 12 marzo 1512, ricevuta a dì 18 dito. Come eri el Papa andò a San Zuane Laterano con quel medenio ordine che scrisse per l’altra, e partì di palazo a hore 22, salvo che Guido Guaiño con li soi balestrieri è stato questa volta ne la retro-guarda, in la qual è stato assai più homeni d’arme questa volta e più balestrieri che la prima, et questi sono li homeni d’arme el balestrieri facli da’ Orsini conduti per il Papa: tien siano stati zercha 300 et