541 MDXII, AGOSTO. 542 primo, di far levar le arlellarie con tanta incomodità e strachcza si per li boari corno per li animali, et quelle inviar verso la terra, et poi la malina mandar Andrea Rosso con due lelere credential, l’una al signor Alexandro Sforza gubernator di Piazenza, l’altra drizata al luogotenente el anziani, facendoli primo domandar se loro erano amigi di la Liga; quali respo-seno de si. E il secretano li dimandò quale era la causa che non i volesse dar vituarie, et che haves-seno mandato li burchii di là di Po : risposeno li zen-tilhomeni e citadini che loro erano promptissimi a dar le victuarie e far ogni altra cossa per el stado de la illustrissima Signoria, ma che li burchii non era in suo potere per esser ofìtio che incumbeva al lo-273 chotenente del gubernatore, et che lui era stato causa de mandarli da la banda de là. Et queste parole loro disseno in presentia di esso lochotenente, facendo poi in tute le altre cosse quella magnifica cità tante chareze, tante dimostratione ad esso secre-rio, che più non se potria dire. El qual secretano ritornò in campo con una letera di esso lochotenente et antiani drizata a loro, la qual mandano a la Signoria insieme con quella recevuta questa nocte. E perchè a l’ussir di la terra per quelli zentilhomeni fu facto intender ad epso secretarlo che ’1 dito lochotenente se dimanda domino Matheo Cusadro citadin di Crema, foraussito et capitalissimo inimico dii stato nostro, confortando a far dimostration de sorte come poteano fare, che senza dubio hnriano etiam de li burchii l’intento loro. Et cussi cum el nome de idio si levono con lo exercito nostro da Castel San Zuane, circha hore 17, et zonscno qui, uno miglio e mezo apresso la terra di Piazensa, a hore zercha 20, e parte di le fantarie sono allozate apresso le porte. Et immediate ussino molti citadini, conti Scotti, Landi, che sono factione contraria l’una a l’altra, et altri molli citadini a visitation, loro con tante careze e dimostralione et offerte per el stado nostro che più imaginar non se potria. È venuti etiam un mondo de putti in campo per veder et aldir nominar el nome di San Marco, verso il qual hanno grandissima afectione che più non si poi aldir, nè intender, eh’ è una meraviglia ; e questo non è cossa moderna, ma per instituto antiquissimo. La qual cità, per il passato, è stà do volte sachizata per amor di la Signoria nostra, e di questa dimostratione si risalva a dirlo a bocha. Scrive si leverano da matina a 1’ alba con questo exercito et passerano apresso le mure di la terra pur per la strada Romea, e anderano sopra le ripe di Po in ordenanza et con le arlellarie nostre a colpi di canoni. Hanno deliberalo che tulli li bur- chii vengano da la banda loro, et cussi sperano ha-verli; et epso logotenente, per non esser punito dal Cardinal Sedunense, se à facto intender s’era contento per tal mezo si babbi el desiderio nostro; ma contento o no, scrivono, essi provedadori è di sposti persimelmente passar da la banda di là di Po. Etiam hanno ordinato questa notte mandar sier Zuan Vituri provedador di stratioti con lOO di suoi cavalli, et domino Baldissera de Scipion con 100 balestrieri, 100 schiopetieri, e domino Gnagni Pi-chone con la sua compagnia di fanti di sopra di Piazenza per veder di prender altri porli e burchii. E per far lai effecto, li hanno dato dui falconeti; sichè spera el desiderio nostro habi a sortir con effeclo. Et perchè scrisseno el pensier suo era di passar tra 274 Cremona e Casal Mazor, hora li par, per suo aricordo di esso provedador Capello, passar in Oza, eh’è per mezo la abatia de la Cava, eh’ è 4 miglia sopra el castel di Cremona, lontan de dove sono cercha miglia 12; per il qual transito si scurterà almeno el camin de tre in 4 zornade. Et passado che sarà l’e-xercito nostro, si farà miglia 10 lontan da Ponte Vigo, et miglia 10 da Castel Lion, et miglia 20 lontan di Crema, e questa è la impresa che immediate, per sua opinion, è da tuor ; per la qual non si perde-ria algun tempo, perchè essendo el Cardinal Sedunense con li sguizari per andar a la volta di Aste, come intendono, et essendo occorso quello che in questa matina hanno inteso per uno cavalaro del Sunnno Pontifìce, el qual per certi beneficii andava verso Turin, che ’1 viceré di Napoli da le sue fantarie spagnole apresso Bologna havea recevudo certo sinistro, come per letere di Vizenzo Guidoto secre-tario, over da sier Marin Zorzi orator il lutto se intenderà, sichè esso campo non potrà esser forsi sì preslo dove el desiderava, che nui haremo facto el fato nostro. E auto Crema, subito sera nostra la Ca-pella di Bergamo, e atenderassi poi a le cosse di Bre-xa. E in questo modo sperano in Dio di salvar lo exercito nostro da tanti pericoli et male voluntade, quanto sono stati; et sarà più tosto cosa miraculosa che humana, et aquisteremo el stado nostro con laude di questo excellentissimo Dominio. Da matina manderano uno trombeta a Cremona a farli intender voghi dar victuarie, passato sarà il campo di là di Po, e proveder di burchii ; benché si rendano certo cremonesi siano per far tuto il male li sarà possibile, e farà ogni cossa che non si passi di là di Po. Scrive non mancherano in alguna cosa per ubedir li or-deni auti dal Cardinal Sedunense legato etc. Dii dito, date in campo apresso la Cha’ de