605 MDXII, AGOSTO. 606 ro é stato cossa dificilissima a levarsi por alrovarse quelle zenfe malcontente. Scrivono haver pagato solum fanti 5000, e tra Crema e Bergamo è zercha 800, dove bisogna più di ducati 18 milia a compir di pagar il resto, computa ducati 9000 che se hanno a restituir etc.; bisogneria altri ducali 9000 s’il bi-sognase far qualche fante a suplimento in le ocoren-tie, si possi far. Conclude, se non se li manda danari stenterano a compir la expeditione, perchè quelli capi non hessendo pagati stanno mal contenti ; sichè si mandi danari e polvere, altramente resterano vergognati e con danno. E si di qui non si mancherà, tien presto saremo vicloriosi, perchè i nimici sono in assedio, nè hanno speranza di soccorso alcuno, e gemanchano le farine, convengono manzar del grano cotto e bever de l’aqua. E si non fusse in questi zorni da la banda dii monte che i hanno vendemato e fato dii mosto apresso il castello, sariano stati mal. Non se li ha potuti devedar, ma de cataro da banda alcuna non potrano ussir. Scrive da una hora di zorno fin nona essere stati a far mostre e pagar fantarie. Di Roma, fo teiere venute per corier fore-stier, di 19, di l’orator nostro. Beplicha parie di quanto à scrito e di coloquii dii signor Alberto da Carpi col Papa, qual voria le zente nostre andasseno a la impresa di Ferara, tutavia si desistesse di Brexa ; e tal parole di questa substantia. Il Papa è di bon animo verso la Signoria nostra. Di Bologna, dii Cardinal Medici, di 20, a Riero di Bibiena per messo a posta. Come a dì 22 le zente spagnole con lo illustrissimo signor viceré si leverà da Modena et etiam suo fradello Giu-lian di Medici e lui Cardinal legato, e torano la volta di Toschana per intrar in Fiorenza. A dì 23. La malina, justa il solito, l’orator yspa-no in Colegio solicitando si dagi danari per le zente spagnole. Di sier Fiero Landò orator, date a Villa Francha, a dì 22. Dii levarsi di Mantoa dii reverendo Curzense et lui orator poi, acciò si habbi mior alozamenti, perchè dito Curzense à con lui cavalli..., tra i qual 6 consieri étc. ; e tien sia partito avanti per intrar in Verona. Lui orator non inlrarà, ma andarà di fuora via a pasar l’Adexe. Di campo, diprovedadori generali date a San Jacomo apresso Brexa, a dì 21, hore 2 di note. Come in quella matina a bona hora tutto il campo era levato, et principiò a levar da San Zen, et venuti ad alozar a san Jacomo de ...., lontan di Brexa mia uno e mezo. E scrive sono stati da le hore 20 a far mia 5, perchè è stà necessario far far le spianade per li traversi, le qual hanno consumado gran tempo, e poi sono venuti in ordenanza con l’antiguarda, baia-glia 'f retroguarda e li cari di rnunition e cariazi : te-nivano più di 3 milia. E tandem zonti a hore 20 vel zercha li riposerano, et questa nocte, Domino concedente, si leverano de lì et anderano verso el monte per piantar le artellarie e proceder secondo il bisogno. Scrive fino quella hora li inimici hanno tirato zercha 20 colpi di artellarie grosse e continua-mente tirano, ma non passa però il loro alozamento, ch’è lì a San Jacomo; ma ben adesso, scrivando, una balota di 50 à dato sopra la capel'a di la ehiexia et è rimasta suso el volto; tutte le altre sono andate buse et rimaste apresso dito loro alozamento, excepto una che à morto doi cavalli di uno homo d’arme dii signor Vitello Vitelli, che erano a la Frascha davanti di essi provedadori, i qual sonò alozati in dito mo- ^13 nasterio di San Jacomo, il provedador Moro di sopra e il provedador Capello in sacrestia. Scrive aver ricevuto le letere di la Signoria, di 19. Di Bergamo, vidi letere di sier Vetor Lippo-mano. Come de lì si dize sguizari à fato far uno ponte a Lodi e voleno venir da zercha 4 in 5000 sguizari verso Brexa in favor di la Signoria nostra ; e altri dizeno voleno andar verso Ferara, e chi dize va to-iando le taie per le terre. Domenego di Sandro è andato a MilaT) cri per conzar le cosse di domino Antonio Justiniano, d’ onde che francesi el debbi meter in locho securo. El castellali, è in la Capella, tira pur qualche colpo a la terra, ma fa pocho danno ; ogni sera fa fuogi. Da poi che li stratioti sono zonti, i nimici non vien più fuora di Trezo etc. Scrive che l’altro zorno el scrisse che se atrova a Trezo quel eastellan francese el qual havea mandato a dir a domino Constantin Paleologo eh’ el voleva esser a parlamento con lui ; el qual è stato a disnar con lui in Trezo, e li ha fato un disnar sontuoso, e da poi disnar se hanno reduto in una camera dove li ha dito che la maiestà dii suo Re ha grande molestia di haver mai roto guerra con la Signoria, ma che de questo fo causa monsignor el cardinal Boan, quale, per alcuni soi respeti particular, lo havea induto a questo ; e che tutta la Pranza desiderava che fosse paxe e union tra il Boy e la Signoria, e che lui contentava che la Signoria havesse luto el slado suo che haveva prima e ancora de più, et che non se fazen-do questo, interveniria a la Signoria che la saria spo-iata dii suo stado, e che la saria inganata da tulli li altri, ma che dal suo Be la non saria ingannata di cossa ch’el prometesse. E che lui haveva notitia esser fati capituli tra lo Imperador et lo ducha Maximjan