497 MDXII, LUGLIO. 498 dal Papa e da Spagna, et che questi ducati 2000 era al piacer suo di averli. E poi il messo disse che 1’ e-xercito nostro dovesse venir avanti e andar con lui verso Aste, e li disseno non erano più per seguitarli, perchè perdevano tempo, e soa signoria tolesse la volta de Milan ; e volendo 100 homeni d’arme et 400 cavali lizieri se li daria, e il campo veria a la volta di brexana a recuperar quello resta in man di francesi. Item, el dito maestro andò dal signor go-vernador e ditoli ut supra. il govcrnador rispose gaiardamente che non era per levarsi con l’exerci-to, ma tornar indrio, et era vergogna a’ sguizari aver perso tanto tempo, clic saria bora mai da recuperar quello tien francesi in Italia, c non aspetar eh’ el viceré con li spagnoli vengano, quali è propinqui, e loro averano la fama di haver totaliter cazà francesi de Italia. Et che la Signoria di Veniexia è di sorte che non merita questo, e far retenir li prove-dadori, et era deliberà tutto quel exercito di averli, et fina bora era stà compiaciuto il Cardinal, ma che è stà fato troppo, e lutto di bordine di la Signoria. El qual messo si aquietò quasi, dicendo avevamo ra-xon, e diria al Cardinal. Item, che sguizari sono in lutto da 10 milia e podio più e partono a la zornata ; sichè il Cardinal resterà con pocha reputatione; et li disseno etiam si ’1 voleva do pezi di artellaria se li daria, perchè il resto volemo per il nostro campo. Scrive essi provedadori aver chiamato tutti quelli condutieri e capi dal signor governador, e tutti di uno animo esser constanti a difendersi; et si sguizari vorano farli alcuna movesta, dimostrarli la faza. Tien si leverano subito, ma bisogna danari etc. Scrive esser venuto li uno messo da Milan a oferirli 200 lanzc et fantarie et viluarie, e voleno milanesi esser uniti con la Signoria nostra, desiderando aver uno di caxa Sforzescha per ducila; come si va divulgando, sarà. Item, che tra loro trovono danari per far lanze e fantarie. 218 (Copia). JExemplum. Sit laus Beo. Letera di Alexandria, de 9 mazo. A dì 13 del passato vene el clarissimo oralor, per el qual se intese la recuperation de Bressa et Bergomo et con quella alegreza et vigoria ; tutti so asforzasemo de farli grande onor, et tanto più quanto a dì 2 de marzo de qui era zonlo la nave fran- zexa con pani et altre robe per valuta de zerca ducali 30000 e de quella era dcsmonlato el suo am-bassador, contra al quale fu mandato da questo ami-rajo el suo codar con altri 3 cavalli a marina a reze-verlo. A la intrata del qual, li venero inanzi dei gam-bellì cargì di zerte balette et casse coperti ferialmente de razi, et per far nui cognoser a tutto per questo paexe la deferentia da quello à el nostro, fe-semo coprir de pani da la porta del Nader fin al Maslabc de posandori, e per contro fin al fontego de’ zenoexi, et a l’intrar de ditta porta fu posto uno festón de verdura, et de sopra uno breve a lettere antige che dizeva : Ec(e dies quam fecit Bominus exultemus et ìcetamur in ea ; e de sotto era sento : Benedictus qui venit in nomine Bomini, e questo si vedeva ne l’imbocar de detta porta. Et de riverso, per opoxito ora scrito, che si vedea a l’usir de ditta porta: Muta fiant labia dolosa quee lo-quentur adversus istum iniquitatem. Et venendo a mezo el cazaro, era apicado uno altro festón col breve che dizeva: Impleat Bominus omnespe-tiones tuas quoniam clamaverit iusti; et sopra la porta del fontego pizolo, era un altro festón con el suo breve che dizeva: Cogitantes in nos mala fiant tamque pulvis ante faciem venti et ut....... .....platearum deleantur. Oltra el qual aparato, fu aperto et tenuto tal modo da cui intende el governo del paexe, che questo armiralgio, non obstante che ’1 sia signor de mile lanze in persona, con tutta la corte et con tutto suo’ mamaluchi et zercha altra-tanli mamaluchi de la terra a cavallo in zorno de sabado hanno a rezeverlo a marina, et lì aspetta per spazio de una grossa ora per fin el desendese de le galic bastarde, che era sorte fuora del porto ; el qual fu mandato a levar con una grossa barca de nave conza come palascermo attorniado de pani scharlatti, con uno coverto a pupa de veludi et pano d’ oro, acompagnato da doi altri palaschermi con trombetti 8, et ne l’intrar del porto fu da tutti doi chastelli saludato con bombarde, et zonto a la marina vestito d’oro montò a cavallo acompagnato dal ditto armiralgio, corte et cavalli fin in caxa del ditto, con tanto trionfo et festa de tutto el populo che era concorso a marina e per le strade, che mai fu de qui ad algun altro ambasador fatto tanto onor. El qual fu alozalo ne la prima e più bela caxa /le questa tera, et per doi zorni et la notte con fuogi, rochctte et soni fu fatto grandissima festa sopra le teraze de li doi fontegí nostri. Et stando in tal iubillo, la cruda et invida fortuna presto mandò el suo avelenato morbo a tribuíame, avendo fatto capitar de qui, a dì 19 del ditto