MDXII, AriilLE. 92 stra col Colegio Bubón di Naldo in Romagna a far fanti 1000 in vai di Lamon, qual fati, scrisse a la Signoria se li pareva resteria con li fanti fati a Faenza o custodia, perchè, agitandose le cosse dii Papa, si poi reputar di la Signoria, contra francesi, unde per Colegio li fo scrito, erano contentissimi et li pngeriano. 45* A di 13, marti di Pasqua, vene in Colegio l’ora-tor dii Papa zercha remesse di mandar danari a’ sguizari etc. Item, eri a Consejo l’orator yspano mandò a monstrar a la Signoria letere, scriveva in Alemagna a domino Petro d’ Urea orator etiam yspano, zercha le trieve e far sotoscriver a 1’ Imperador etc.; e cussi fono expedite le dite letere insieme con quelle dii signor Alberto, et altre letere a li governadori di Verona zercha levar le ofese. Di Vicenza, dii provedador Capello, di 12. hore 22. Come in quella note, a hore 7, zonse letere di la Signoria nostra con 1’ aviso di la conclusión di le trieve fate a Roma, e dovesse publicarle e levar le ofese e farle intender a Verona. Unde, a hore 10, si levò e temilo secreto andò a cavallo con la sua guarda et domino Janus di Campo Fregoso fino a la stantia di Io illustrissimo governador, qual era in leclo; e levato, li comunichò tal nova, e subito montato a cavallo insieme con la sua fameia veneno a la terra, et aldito messa con il podestà, camerlengo e castelan, venuti poi in piaza dove era grandissima moltitudine di brigata, à son di trombe e pifari fo publicada la letera di la Signoria di questa trieva conclusa, e fu fato campano e alegrezc assai ; sichè sono levate le ofese. Scriverà a Verona, iusta le letere di la Signoria nostra, mandando lì uno trombeta. Item, aricorda danari per quelle zente, vociferano non pono più star, aliter quel campo si disolverá. Scrive, questo è il tempo di far el suo aricordo et regular le zente d’arme. linde, in Colegio fo parlato’zercha dite zente d’arme, di regolarle. Da poi disnar, fo Pregadi et ordinato Consejo di X conia zonta per quanto havia mandato a dir da Milan sier Andrea Griti procuralor, prexon, di la bona volontà dii re di Pranza di acordarsi con la Signoria ; e missier Zuan Jacomo li ha dito, la Signoria domandi quello li piace. Li farà aver de le tere ne à tolto il roy a nui, e farà Y Imperador conten-lerà lassarne Verona, e si farà acordo con il Papa ma non con Spagna; con altre parlicularità, quale questa matina si bave in Colegio con li cai di X. Nota. Piero Brexan cogitor qual vene, partì a dì 10, sabato santo, con la risposta. Et a hora pocho di poi vesporo, vene letere di sier Marco Zantani podestà di Chioza, date-ozi a hore 13, avisa esser zonta una barcha, vien di Rmai-110, patron uno ditto Romanello, partì eri a hore— ut in litteris, dize il campo di spagnoli esser sta roto da’ francesi, e che il di di Pasqua fono a la zor-nata solo Ravena, et, che veniva zente spagnole a cavalo a la volta di Rimano fuzendo, e parte feriti, qualli andavano versola Catholicha per salvarsi. Et che il ducha di Urbin non havia voluto dar il passo al signor Troylo Savello e quel Baion veniva di Roma in campo dii Papa, e die tutto Rimano era sotosopra; sichè è stà gran taiata, maxime di fanterie, et che havia inteso che Ramazoto contestabe- • le havia fato prexon monsignor di la Peliza, et quelo conduto a Zervia : sichè li campi certo erano stali a le mano. Dii dito podestà, podio da poi vene letere, di ozi, hore 15. Come, per barche ritornale da marina di Ravena à che, eri sera vene lì al porto do cavalli de’francesi, a li qual essi patroni diceno che li fran-zosi dimandò : Chi viva? Loro disseno: « Ducha, Ducha» e credendo fossero feraresi, li disseno che non temesseno, et cussi smontono li patroni e li dimandò de chi è Ravena. Risposeno diti francesi: <<: Ravena è in nostro poter » et eri a hore 22 la si ave, e in quella è il ducha di Ferara miralo, et che il campo di spagnoli era stà rolo e andavano fugando, e che francesi erano andati drio a Zervia. Poi li disseno, dovesseno intrar dentro nel porto, perchè 30 barche di Ferara erano lì, acciò tutte fusseno insieme, et poi parlino. Scrive, tamen esso podestà, tuto eri si à sentito bombardai; fin hore una di note. Et venute queste letere, tutto il Pregadi fo di inala voia et prima : Fu posto, per li consieri, che sier Antonio Su-rian el dotor, electo orator in Ilongaria, possi ve-gnir in Pregadi senza meter balota fino el vadi a la sua legatione, et fu presa ; tamen lui è ancora camerlengo di comun, et eri fu fato in loco suo sier Matio di Prioli. Fo posto, per li savii, tutti quelli sono tanxali, per zò debino aver pagatola tansa termine a dì 25 .dii presente, con don di 10 per 100 a li goyernado-ri ; et passalo il termine, pagino con 25 per. 100 di pena, ut in parte; et fu presa. Et intrò Consejo di X con la zonla e il Colegio dentro etc. È da saper, el vene ozi, essendo Pregadi suso, una barcha di Chioza con uno fantazin venuto di Rimano, partì limi matina, a di 12, che fo eri, et e ve-