555 MDXII, AGOSTO. 556 soma come voi li ordeni de la bancha, ut in parte. E fu presa. Fu posto, per li savii ai ordeni, excepto sier Marco Antonio Sanudo, è fuora in campo, che li capitani di Barato et Alexandria siano confinali in galia a dì 12, et parta tute le galie tre zorni da poi, sotto pena, ut in parte. Fu posto, per li consieri, atento domino Vetor Vituri à auto le bolle dii Papa di la renontia fatali per domino Francesco Vituri suo barba, noviter defuncto, de l’abazia di Leno, che li sia dato il possesso come voi le leze nostre per il Senato, e fu presa. Fu posto, per li savìi, una letera ai provedadori in campo, in solicitarli a l’impresa e andar soto Bre-xa, et se li manda la risposta fata con il Senato a li protesti fatone per li oratori sopraditi, et avisarli che hanno dito di mandar in Brexa 2000 todeschi, che immediate debano torniar la terra ; et venendo dicti todeschi, li tractino come nemici, che per li capituli di la trieva non poleno innovar nulla. Fu presa. Fu leto una suplication di sier Francesco Zigo-gna debitor di l’oficio di le raxon nuove, qual voi asegurar l’oficio et esser depenado, et fu posta la parte, per li consieri, di depenarlo asegurando l’oficio. Ave 120, 7 di no ; ma perchè la voi che etiarn il Colegio meli la parte, el qual era a consultar, però non fu strida esser presa, ma si baloterà uno altro Conscio. Et hessendo qui zonto il signor Benzo da Zere capitanio di le fantarie, alozato sopra la piaza .in caxa di uno suo amico, fo terminato, per Colegio, mandarli da malina da disnar, et farli uno presente di cosse comestibile ; et chiamati alcuni zentilhomeni a condurlo la matina in Colegio. A dì 6, fo San Salvator, la matina in Colegio fu letere di Roma, dii’ orator, di primo. Come, inteso che il nostro campo partito per passar Po, cremonesi feva dificultà in darli il ponte etc., et che sguizari non voleva, par ch’el Papa subito spa-zasse uno breve al Cardinal legato digando che ogni sinistro havesse il campo di la Signoria reputava quello di la Chiexia, però li desse favor e non ob-stasse acciò pasasse Po. Item, che li oratori piacentini scrivesseno a Piasenza dovesse dar ogni altro aiuto et favor al dito nostro campo; et cussi feno in bona forma, i quali oratori sono 4. Do questa matina è sta fati cavalieri, et pranzato col Papa, partano fra doi giorni, e il Papa vi manda governador a Pia-zenza domino Zuan de Gozadinis bolognese. Item, come, inteso che cremonesi voleano darli il passo, il Papa fo molto aliegro. Scrive è sta dito che li spagnoli partiti dii campo dii viceré erano venuti in Toscana con Zulian di Medici et preso uno castello di fiorentini nominato Caprigno. Item, si dico è zonti danari in campo dii viceré per pagar le zente. Noto, in questi zorni il conte di Chariati orator yspano, è qui, inteso il bisogno di danari dii viceré etc., trovò qui da spagnoli ducati li milia, et li mandoe in campo suo. Di campo, di provedadori generali, pur da Varuola, a dì 3, hore una di note, et poi di 4, liore 10. Come aspetavano li danari, et la note a hore 3 si leveriano de lì per andar a alozar mia 4 più verso Brexa a Bagnol. Di sier Dolo Capello el cavalier, provedador zeneral solo, date ivi, a dì 3, hore una di note, vidi letere di sua mano drizate a la Signoria. Come va per mexi 38 è fuora a’ servicii di la Signorìa, patido danni grandissimi: prima svalizalo in bolognese, dove perse li arzenti e quello havea, e pur condusse l’exercito di qua ; ha perso Monte Novo et Vechio ; li é sta brusà a la Roxà caxe per ducati 3000 ; è stato noviter in tanto pericolo con l’e-xcrcito di là di Po, e pur pasado incolumem et conservato quello; et seguito il miserabile caxo dii naufragio di domino Alovisio suo fratello, qual, olirà à perso tutto quello havea, l’à lassato debitor; per tanto dimanda di gratia a la Signoria nostra che li ducati 400 di arzenti perse, possi dita quantità non rehaverli come voi le leze, ma scontar in le so 283’ angarie pasate et future, di che é certo da questo excellentissimo Senato sarà salisfato ; con altre parole di questa sustantia. Item, scrive che à inteso certo che quando nostri voleano passar Po, missicr Lunardo Botta andò in castello di Cremona a dimandar a quel caslellan francese artellarie per ob-viar al passar dii prefato nostro campo, qual castelan volse 20 citadini per obstasi, et feno trieva per 19 zorni, e si fornì dentro di assa’ vituarie ; et poi pasati, che molti rebelli cremonesi erano partidi et andati di là di Po in le terre di Palavicini per dubito. Scrive che Cremona si poi reputar nostra, et sempre che la Signoria voglia li basta l’animo di averla di brievi, et à uno suo amico dentro, qual va in castelo a parlar al castelan che si voglii render a la Signoria più presto che a niuno altro, da la qual harà mior partidi ; et sempre ch’el dito castelan voglii atender, lo aviserà etc. Veneno il signor Alberto da Carpi et l’orator yspano, ai qual li fo leto la deliberation dii Senato in risposta dii protesto cri feno di non andar a tuor