543 MDXII, AGOSTO. 544 .Dio, a dì 29, hore 2 di note. Come non si potè expedir le letere scrite eri, perchè li passi sono rolli, e anche non haveano cavallaro praticho a poter liberamente venir a salvamento. Questa matina, due bore avanti zorno, fu aviato le artellarie, munitione e cariazi, il tulio con bono ordine de l’exercilo, ponendo il suo antiguarda e rediguarda, per modo che in ordinanza steteno 4 bone hore a passar le mure di Piazenza rispeto a le strade; et tandem passato 274* tulio, lo illustrissimo signor gubernator e lui prove-dador Capello pasono per mezo Piazenza, et zonli fuora di la terra trovono il collega Moro, era restaurato, ad una hostaria, dove el simel fece ancor lui con el supradito signor gubernatore, perchè erano di la polvere, fatiche et caldo tutti consumati, lessi et arsi. Et alhora zonse uno suo nonlio, el qual li feze intender assa’ particularità, de le qual però le sapeva, sì dii scriver dii Cardinal a quelle terre, quanto de la mala disposition de li nostri inimici ; dove preseno partido, scrive, per suo aricordo, de pigliar el porto de Piasenza lontan da la terra zercha miglia uno e mezo. E cussi ordinati li alozamenti perloexer-cito et aviato il tutto, il signor gubernador et lui provedador con alguni balestrieri di esso governa-dor, di el conte Francesco Rangon et domino Zuan Forte, et tre falconeti, insalutato hospite, se aviono verso dito porto ; et zonti trovono preso dito porlo aziò le zente nostre non potesse passar, da zercha balestrieri et homeni d’arme numero 40, venuti di qua di Po, i quali erano de la compagnia dìi conte Alexandro Sforza. Et subito alcuni de’ nostri inve-stiteno dicti balestrieri et homeni d’arme et messeli in fuga, per modo che ne preseno et amazorono alquanti. Et Andrea Rosso suo secretano valentemente investite ne le ditte zente et prexe uno de’ dicti, el qual ferito da molti colpi fu apresentato a esso provedador, al qual li donoe la vita e lo lassoe, in la ma-lhora. Et questi fugati e malmenati, ut supra, feze tirar de li falconeti al portìnaro e zente erano suxo el porto de la banda de là, dove non venendo, feze etiam passar certi de la sua guardia Po nodando, aziò il prendesse dicto porto, perchè tutte le barche e burchii erano afondali. Et tandem, morto uno de dicto burchio insieme con uno cavallo ; smariti lì altri che erano dentro, per modo che si butorono a le rippe, et il burcher, patron de dicto porto, vene da lui provedador, et a questo modo aquistono dicto porto, el qual è sbusato in do lochi per li falconeti, et subito li messeno alguni schiopietieri, etiam dui falconeti, aziò se calasseno verso Oza per prender lulte barche,.burchii et porli trovasseno, el lui pro- vedador con il governador e li altri ritornorono verso Piasenza. Et zontì a l’hostaria predicta, vene alguni lì, qual si lamentono di certi sui cavalli e robe tolte a dicto porto, dove immediate fese restituir el tuto che sì trovò, et si aviono verso el suo alzamento lì a la Cha’ de Dio, eh’ è uno locho lontan di Piasenza miglia G; lo exercito è alozato a la Frasclia. 275 Scrive che molti piasentini è venuti da loro a dolersi de le incomodità pativano, e dirli de li mali animi hanno questi paexi circumvicini verso le zente nostre, et li feno ogni bona dimostralione. Scrive hanno deliberato lutti quella note levarsi di quel Ib-clio e andar ad alozar sopra le ripe de Po a Ozar di sopra di Cremona miglia 2, et hanno scripto a la comunità di Cremona li voghi dar viluarìe e transito per li nostri danari, altramente, seliintravenìràcossa alguna sinistra, non si habìno a dolere. Judicha esso provedador sarano contenti darli vituarie, porti e quanto li bisognerà, altramente, scrive, ha posto hor-dine torgele a colpi de artegliarie. Di li diti, a dì 30, hore____, fo letere a la Signoria solamente date apresso Olzan. Coinè doman passerano Po e lerano il camìn per Crema per far quella impresa, si altro non averano in contrario. Scrivono si poi reputar aver auto da Dio sìngular doni più che sì habi auto già 100 anni, di esser quello exercito salvato e in loco securo. Dicono è bon principiar da Crema fino spagnoli starano di là di Po etc. A dì 2, la matina. Nulla fu di nuovo, solum 275 * l’orator yspano fu, iusta il solito, che ’1 va ogni zorno in Colegio. Et nota. Fo mandato a Mantoa ducati 2000 al Curzense a conto dì quello dovea aver per la trieva, non obstante 1’ ultimo Pregadi non fu terminà lai materia di darli più danari over no. Di Mantoa, le letere di sier Piero Landò, orator. Scrìve come manda una letera di uno, è in Cremona, scrive a Mantoa, come eri tutta Cremona, zoè a dì ..., era in arme, e questo per il nostro campo sì vicino : dubitavano dii sacho et de lì rebelli erano partiti. Et come domino Hanibal Angusolo zentilhomo nostro......, di Ponzoni et...... dal Persego feva mal oficìo contra la Signoria nostra, e non voleva si lasasse passar l’exercito. Et eh’ el castelan francese fe’ trieva con la terra per tre zor* ni, e voleva prestar l’artelarie a la terra, è in castello, con questo che venisse dentro 4 citadinì ob* stasi; et che la terra dete vituarie al ditto castelan. Et cussi poi terminono mandar oratori al provedador Capello di là di Po a prometerli li porti e vituarie, con questo li dovesseno far salvoconduto e prò-