103 MDX1I, APRILE. 104 il senato, la casa dii ducha di Fernra al Pontifico, richiesta da Soa Santilà, l’orator suo, eh’è venuto a star dentro, domino Maximo Corvino episcopo ixer-niense, fece cavar zoso le arme di Ferara. E1 ducila di Ferara par da’ francesi sia sta imposto è stato causa di la rota data, e che francesi liabi-110 auto danno ; et monsignor di la Peliza li fanno queste opposition : Primo, che con le sue artelarie havia amazà assa’ francesi; secondo, non vene a la bataia quando fo mandato a chiamar ; terzo, si levò dii campojsenza licentia. E dito Ducha à scrito in Pranza al Roy e fa altre opposition a dito monsignor, videlicet haver dato la fedo a Ravena e quella posta a saclio; secondo, tolse la zornada senza sapuda di esso Ducha, e altri lamenti. 80 Fu leto le letere terminate eri scriver per Cole-gio a Roma et suspese.' Et posto, per sier Zorzi Emo cl consier e sier Alvise Pisani savio a terra ferma una zonta, che volendo il Papa far acordo con Pranza ne includi ancora nui, perchè con ogni rasonevel acordo se acordasemo. Contradisse sier Antonio Gri-mani procurator, savio dii Conscio, qual non voi per niun modo acordo con francesi. Li rispose sier Zorzi Emo. Poi parlò sier Alvise da Molin savio dii Con-sejo ; li rispose sier Alvixe Pixani. Andò la letera : ave tutto el Consejo, et la zonta de l’Emo 12, et non più. Et fo comanda grandissima credenza, et expe-dite letere in questa sera con el corier et la galia Truna fino a Pexaro. Po etiam scrito letere in Ancona al viceré et al segretario nostro Guidoto, et Pregadi vene zoso a horezercha 23 ; non fo il Principe. A dì 27. La malina etiam il Principe non fo in Colegio. Vene l’oralor dii Papa, de more, a saper di novo. Et zonse il corier inanellava con le lettere di 19; il sumario dirò poi qui avanti. Vene uno corier di Puia con letere particular. Dice, la galia Liona con P orator dii viceré era mia 20 lontan di la barza su la qual era il viceré che andava in reame; et dita galia li andava driedo verso l’Apruzo per parlarli. In questa note partì la galia Truna con le letere va a Roma. Disse dito corier, cli’el ducha di Urbin, qual era con bon numero di zente a Fossinbrun per il Papa, havia mandato a dir a Rimano si dovesse ritornar soto il Papa, ali-ter veria a meterlo a sacho, e che molti erano di Rimano fuziti a la montagna. Di Vicenza, dii provedador Capello, di 26, hore 2 di note. Coinè havia, a Verona erano zonte le artelarie grosse et aspetavasi di le altre, e che in In citadela, dove è alozati francesi, erano 100 ma- rangoni che lavoravano legnami da porti ; non sa ad quid. Item, lì in Mantoa era lanze ... et fanti 2500. Scrive aver di Mantoa avisi, di eri, con nove di Pranza, di 10 et 13 di l’instante, di bocha dii marchexe diteli a l’Agustini, come anglesi erano pasati di qua a danno di Franza. Item, che francesi fevano uno ponte sora la Sechia per passar e andar verso Milano. Item à, per exploratori, come di sopra Trento e in quelli contorni si levano adunatimi di zente ale-mane. Conclude esso provedador, che (per) queste cosse è da dubitar, el si provedi, perchè le nostre zente de lì è malcontente per non esser pagate. Et scrive, in le publice, come il marchexe di Mantoa dovea andar in Verona al governo per l’Im-perador, et ch’el ducha di Ferara andava in Franza, e che monsignor di la Peliza havia mandato a dimandar il passo al marchexe su el suo per passar in brexana, et altre particularilà, sicome in dite letere si contien. E da saper, il Colegio voi sminuir la spexa di le 80* zenle d’arme et fantarie, e voi cassar el conte Ztian Brandolin e Marco da Castelazo condutieri vechii, e non hanno bona compagnia, et darli provisione a loro; e li soi homeni d’arme boni lenirli soto allri. È da saper, la terra stava in aspetatione di la venuta di Zuan Gobo corier di Alemagna, qual andò con le trieve e letere di Roma e dii signor Alberto da Carpi. El qual, zonta che fu la trieva di Roma, è varito, si vestì di veludo negro e butò zoso l’habito beretino ch’el portava, e andava con barella con la-pedi come orator di l’Imperador; qual desidera questo acordo sopra tuto, et vi mete ogni suo inzegno a questo ; e zoilio le trieve, anderà come oralor poi a la Signoria pubblice. Et non voglio restar di scriver che a dì 25 Pora-tor ungaro, domino Petro Berislo episcopo vespri-miense, si partì et andò verso P Alemagna per trovar P Imperador ; poi andari in Hongaria. In questa matina fo sposa la lìa di sier Zuan Francesco di Prioli qu. sier Francesco in sier Francesco Sanudo di sier Anzolo a San Severo, e Colegio vene zoso a hore 14. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria et savii, ad considendutn. Di Chiosa, fo letere di sier Marco Zantani podestà, di osi. Come, per barella venuta di Rimano con alcuni vien di Ravena, à aviso che quelli di la rocha di Forlì erano ussiti e taiato a pezi fanti 300 francesi, erano in la terra, e brusato alcune caxe dove i alozavano ; et altri avisi, come più copioso scriverò di soto.