463 MDXII, LUGLIO. 464 Dì sier Piero Lando orator nostro, fo letere, dì.... Come ¡I reverendo Curzense si partiva per Perzene, mia 9 lontan de lì, dice per star al fresco; tamen lui lien vadi per altro, et si fa una dieta a Sterzen. Par l’imperador voglii dii conta’ de Tiruol ducati ... 10 roilia, chi dice per vardar Verona e il suo stalo venendo le zente yspane in qua, chi dice per far altro. Item, che si aspetava lì a Trento uno lìol dii qu. signor Lodovico fin 10 zorni. Altre particularità è come lì è il signor Zuane di Gonzaga di Mantova e altri oratori veronesi venuti dal dito Curzense etc. Item, uno tìol di sier Alvixe Pixani dal Bancho nominato .. . zovene, qual andò a Trento con dito Lando, stava malissimo. I)i sier Lunardo Emo provedador in brexa-na fo 4 letere, tra le qual una in zi fra, date a Ixeo su lago d’Eiseo. Dii venir lì et dii consulto fato con li citadini brexani numero 190 zercha assediar Brexa, et voleno far fanti dii suo ancora che siano foraussiti e sachizati, e hanno posto la parte di trovar ducati 6000, la qual ave tutte le balote, et manda la copia di la dita parte; et hanno tra loro electi cinque citadini. È ben disposti, et etiam con pratiche di acordo non si resterà di aver ogni bon rispelo in otenir la dita cità, che importa. Di Lodi, dì sier Christofal Moro proveda-dor generai, va in campo, di 2. Come è zonto lì et va a Pavia e poi in campo. Item, à ricevuto nostre letere di 28, in zifra, drizate al provedador Capello, qual le à mandate al dito provedador in campo. Item; quelli francesi è in Brexa, è ussiti l'uora e vanno facendo danni per il paexe etc. 229 Copia de una letera di domino Bernardo Gondola abate di Meleda, data a Bagusi di 18 zugno 1512, drizata a domino Antonio Grìmani procurator. Magnifice et excellentissimc domine com-mendationes. Non voglio manchar del mio solito amor porto a vostra reverentia, avegna quella non se degna a laute mie risponder, ma venendo de là questo mio nepote Marino de Gondola, ò vogliuto dir de cosse che hanno portato li nostri ambasatori tornati da Constanlinopoli a li 14 de l’instante, et su brevetà naro ad vostra reverentia, benché quella illustrissima ducale Signoria è stata avisata dal suo baylo. Dicono che Soltan Selimbech è Signore in tutto e per tutto, et Signor vechio è andato de Constan tinopuli e venuto in Andernopoli ; et a suo usir, Selimbech andò a visitarlo. Il Signor vechio, li disse, che « al mio usir non voglio che li janizari vedano la mia faza, nè io voglio veder nulo » et cusì fo fato. 11 Signor vechio en-site fora con la sua carota, et simelmente andava a piedi acompagnarlo uno miglio de longo. Avuta la benedition paterna, tornò al suo locho, et dicono che li janizari dizevano a Signor novo « non lo tesate andare, nè portar texoro ». Signor li rispose : « Io ho giurato che vaga dove vole e porla con lui tanto quanto li piace ». Et cussi dicono portò 470 camelli, 80 muli et 24 cari cargi coperti lutti; quello era dentro non se sapeva, ma la brigata stima esser sue robe et thesoro. Soltan Curcut, dicono, che con lo conseglio, si stima, paterno, l’è andato a la volta de Natòlia al suo sanzaehato; li hano gionto Metelin et certe altre cosse sopra suo sangiachalo, et 20 milia some de aspri ogni anno. Si dice che l’è andato dal fralelo soltan Achmat; la causa è tuta fantasia del Signor vechio, meter dito soltan Achmat ne la signoria, et li ha mandato parte del tesoro et tute sue arme de Constantinopuli. 11 qual soltan Achmat era venuto apresso Borsa una giornata con 50 milia homeni, fra i quali haveva 12 mila sophì, et Sophì li dona aiuto a uno figliolo del dito soltan Achmat, et s’à fato sophì, e tiene dito soltan Achmat quatro figlioli tuli homeni d’arme. Signor vechio aveva ordenato 10 galio, 10 fuste mandar fora del Streto per la guardia, et questo à mandato 40 fuste et galie 27 et altre fuste. Signor vechio dicono à menato con lui Sigum-beg visier, el qual era nostro vicino sanzacho, et altro basi de Romania. Con il novo è restato Mustafà basi et Achmat basi, et à fato novo visiero sanzacho di Morea Mustaphà basi .. . signor. Sanzachi vanno 229* a la obedientia tutti, ma se stima parie de loro ro-manerano con Signor vechio, e fina bora sono Tornasi dua. Se stima se li signor sanzachi non andarono a la obedientia del novo et Signor vechio ge dimostra in contrario, li bisognerà lassar l’imperio et andarsene con Dio; ma se stima, non potendo romanir Signor, meterà a sacho Constantinopuli et Pera, et anderà con Dio. Dicono, che lui personalmente andò a veder l’armata et con sue mani li tochò con ma* nereta et eortello se giera bone galie, dove le trovò come nove ; et quella armata, teneva in Calla, ha fato venir a'Constantinopoli, el tuti legni ha fato redur a la volta de questa banda de Constanlinopoli respelo del suo fratello che non passasse de qua via, dove dicono che soltan Achmat ha mandato dir: « Lasa-timc venir de là, o veramente passali vui de qua a far fati d’arme, e a chi donarà Idio la sua ventura,