93 MDXII, APRILE. 91 nulo con la barella patron Romanello, qual fo exa-niioato dal podestà di Cliioza, et scrilo l’aviso nolato di sopra. Hor smontato dito fante, nominato Seba-stian Pisano, molli el dimandava di novo, tra li qual 10 Mariti Sanudo. Disse, come hessendo el zorno di Pasqua partilo di Rimano per andar in campo dii Papa e di Spagna, scontrò, zerclia mezo zorno, pa-recliii balestrieri e altri homeni d’ arme spagnoli che venivano verso Ravena, et dimandatoli di novo, 11 diceva andavano a rincontro di Savelli veniva in campo. Poi scontrò altri spagnoli, adeo comprese li campi esser stali a le mano, e questi o fuziva o si salvavano, perchè ne vedeva di feriti, e zà per le ville si sonava campana martello; unde con il compagno terminò, per più segurtà, tornar a Rimano; sichè quel zorno fe’ 40 mia, et vide zercha 1000 cavali di spagnoli che a la sfilata andavano verso Rimano, de che quelli di la terra non li lassono in-trar, ma li davano vituarie, e loro andavano volentieri di longo verso Cesena. Dice che, zonto che ’1 fu in Rimano, si diceva li campi esser stati a le man et spagnoli esser sta roti, e che ’1 governador di Rimano dimandò al populo quello el doveva far, qual li disseno stesse lì a ben e mal con loro. Et che lui tolse la volta di la barella per venir a Cliioza, e poi 46* qui a piar soldo di la Signoria; e che stando in barella, vedeva spagnoli montar in barella con cavali per Cesena, e vide el governador di Rimano fu-zer via e montar in bareha e andar verso Pexaro e altrove..E questo è quanto el sa ; se diceva, el ducha de Urbin non havia voluto dar il passo a le zente dii Papa venivano in campo, et esser scoperto francese. Et mi parse questo aviso, per esser de impor-tantia, scriverlo a sier Marco Antonio Sanudo mio cuxin et sier Andrea Dolfin mio nepole savio ai or-deni, li quali ledo lo mandono nel Consejo di X, et fu ledo per Nicolò Aurelio, con gran mia laude, che ìicct sia in questa terra, voghi investigar la verità. Et cussi steleno in Pregadi fin hore 23 */«, et poi fo licentiati, et vene etiam zoso el Consejo di X, nel qual Consejo di X fu parlato di armar qualche ga-lia. Et perchè è tre sopracomiti, sier Anzolo Trun, sier Hironimo Capello e sier Nicolò Vendramin qu. sier Zadiaria, quali si oferseno con li soi danari armar, unde fu preso che li diti tre sopracomiti do-vesseno, termine zorni 4, aver deposita quanto si hanno oferto, in pena di ducati 500 et esser privi in perpetuo dii Consejo di Pregadi. E fo ca'zali 4 che erano in ditto Consejo: Sier Alvixe Capello dii Consejo di X, sier Stefano Contarmi suocero dii Trun, licei sia (gaìia) bastarda, et sier Nicolò Michiel dolor et procur.ilor barba dii dillo Trun, et sier Luclia Trun è dii Consejo di X. E nota. Volevano risponder a Milan et aprir la materia al Pregadi ; ma per queste nove di Romagna, fo terminato soprastar fin se intendi la verità. A dì 14, la matina, veneno li tre sopracomiti so-pranominati et li fo dito la parie presa in Pregadi, quali risposeno esser contenti di armar et darano li danari, pur quelli di la Signoria siano presti ; sichè armerano, e cussi il provedador di l’arma’ che zà à posto bancho. Veneno li do oratori Papa et Spagna zercha le nove eri li fo mandato a dir. Etiam fo mandato a dir questo al Cardinal sguizaro. Fo terminato expetlir prima la galia soracomito sier Antonio Lion, qual è a Poveia disarmata, e darli sovenzion eie. Fono lele letere de Ingallerra, di 13, di sier Andrea Badoer orator nostro, in Pregadi, eri. Come erano zonle in Antona alcune barze per levar 15 mi-lia arzieri englesi, quali dieno passar e andar verso la Spagna a conzonzcrse col campo dii Re, che dia romper a Franza. Etiam il re d’Ingaltera romperà. Scrive altre particularilà di guerra, ut in litteris. Vene l’orator ungaro in Colegio, per il qual fo mandalo li do cai di XL sier Zuan Francesco Grili e sier Jacomo Loredan, et sier Marco Antonio Sanudo e sier Silvestro Memo savii ai ordeni, et Vi* zenzo Guidolo stato secretano in Hongaria. Questo orator è stalo vescovo Vesprimiense ; ritorna in Hongaria, stalo a Roma. Si oferse, zonto, far ogni bon officio col Re di veder di pacifichar le cosse etc. Di Ohioza, dii podestà fo letere di eri, do man, una di hore 22, l’altra di hore 24. Per la prima, come per una barella partì da Cesena eri, à inteso spagnoli errino arivati de lì via et andavano come fugadi. Item, per una barella parti eri da Rimano, ha aviso quel governador non esser partito, ma ben si partì il vescovo di Rimano. Item, che era zonto li uno per nome dii viceré di Napoli, qual feva comandamento a lutti quelli dii campo yspano tor-nasseno in campo. Dice come era slà dalo 5 balaie a Ravena, et domenega, fo el dì de Pasqua, ne fo dalo una grandissima, e li campi fono a le man, et fo cru-del bataia, morti 30 milia persone tra l’una parie e l’altra. E che il duca di Ferara era a San Aman e dè per fìancho a’ spagnoli, unde lissì di Ravena Marco Antonio Colona con le zente e il populo di Ravena, cridando: iJulio, Julio! vitoria, vitoria ! » e cussi rompete francesi. Dice, Ravena si lien per il Papa. Item dice, come era ritornata di Roma la