MDXII, APRILE. 140 pagerano ai tempi statuirti, siano aslreti in haver et in persona et un per l’altro. Qual zuiei possino, a conto de (lieto suo debito, meter arzenti in zecha a precio de ducati 6 e mezo la marca, et ori ai pretii consueli, et pagando de contadi, ai tempi limitadi, babino de don 10 per 100. Die suprascripto, in Prcgadi. L’anderà parte, che la delibera lion bora presa de poter meter ori et arzenti in zecha sia, per aneto-rità de questo Conseglio, suspesa per adesso excepto per quanto aspecta a li hebrei, i quali siano facti creditori di arzenti a ducati 6 et uno quarto la marcita, reducla a liga, et similiter de ori per rata. 2 Et cussi fo cominziato a tuor lo impresiedo, chiamato a banco a banco. Il Principe prestò ducati 500, sier Ilironimo Zuslignan qu. sier Antonio, vieti in Pre-gadi, ducali 300, il resto da lì in zoso, et molti nulla, imo il forzo è di soliti sempre a imprestar. Fo trovalo dito iniprestedo soìum ducati 7 milia ; ma fo ordinato si dicesse ducati 14 milia, tamen fo pochissima quantità. Fo posto e presa, per li savii, certa parte di meter arzenti in zecha cadauno ducati 7 grossi 12 la marcita, e li ori ut in parte, et sconiar in le soe angarie, ut in parte. Et sier Gasparo Malipiero contradise, dicendo è datino di la Signoria; e savii messeno di suspendere la dita parte presa, excepto li zudei a ducati (i grossi 6. E questa fu presa. Fu posto, per li savii di terra ferma et ordini, certa parte di stratioti che à servito in campo, banditi, che ritorni, ut in parte. Presa. Di Chiosa, vene una barella baiando nel venir zoso di Prcgadi, con letere di Vicenzo Gui-doto secretano. Dii levarsi eie. Item, disse a bocha, era zonlo lì le barche Cisile, qual havia preso uno breganlin nuovo dii ducha di Ferrara, et do barche di feraresi frale per forza dii porto di Ravena etc. Come, il modo, e più copioso scriverò di solo. , Di Chioza, di ozi, hore dodexe, vidi letere. Scrive in quella bora li bregantini nostri e le barche con Vicenzo Guidoto et il nepote di.......esser partili quella noie e vanno verso Ancona, et hanno boti vento. A dì 21, la matina. In Colegio nulla da conto. Intesi da Piero di Bibiena, aver letere, di 18, da Pexaro, come il ducha de Urbin havea posto la duchessa vcchia e la moglie in castel San Leo, clt’è loco fortissimo; la causa non se intende. Da Chioza, fo letere di eri sera. Come la ro-cha di Rimano si havia data a’ francesi, over a quelli cavalli mirati a nome dii Concilio, e questo per in-terposilion di Matio da Zara, fo contestabile nostro, che lì si ritrovava, a pali. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta per cosse di stato. Et vene letere di Alexandria, di IH fevrer. Come, da poi fata la muda di !e galie, il consolo nostro sier Thomà Contarmi e marchadanti andavano al Cairo, et lì era sta fato novo garbuio, sicotne più difuso scriverò di soto ; sichè de lì è più garbugi che mai. Item, vene letere di Candia, de occurrentiis.. .....Et se intese, in Histria esser zonti 48 navilii con formenli et ogii, vieneno de Puia, et verano in questa terra. Fo leto nel Consejo di X una poliza di Piero da Longena, è sopra il Polesene, scrive a sier Christo-fal Moro el eonsier, come ha aviso di Ferara, come il ducha va in Pranza chiamato dal Roy. Di Chioza fo letere dii podestà, et vidi partimi ar. Come hanno, per merchadanli ventili di Fé-rara, come il ducha andava in Pranza. Dii provedador Capello da Vicenza, di eri sera. Come quelle zente è mal contente, et se li mandi danari, ali ter le cosse non proeederano bene; et de li danari auti à pagato, ut in litteris. Vene uno zenoese marchadante, sla in questa terra per sanser, chiamato Batista da Piazenza, homo di descrition, vien di Ferara, sialo lì per faconde, referisse molte cosse. E dii tornar dii ducha in Ferara di mala voglia, et che l’andava in Fratiza chiamalo dal Roy, et vi andava in Pranza el Cardinal Medici e il capetanio Piero Navara. 11 signor Fa-bricio Colona andava per Ferara et era prexon dii ducha. Et come per Ferara si slava di mala voglia per li feraresi morti, et è sta gran strage; è morti assa’ capi e principali signori francesi. Il campo di francesi è mia 4 lontan di Ravena, et si ingrossava di fantarie. Era sta manda in Lombardia e per tutto a far 10 milia fanti; et altre parlicularilà disse, e mi-nazavano venir su el Polesene di Ruigo etc. Et per Colegio fo scrito a domino Antonio di Pii, è su el Polesene, se li par di levarsi di Figaruol, si lievi con le zente e vegni a la Canda etc. Di sier Valerio Marzello podestà et capi-tanio di JRuigo, ogni dì era letere. Di quanto ha di novo; qual e ti am lui scrive quella andata dii ducha di Ferara in Pranza, et che uno disse in Ferrara, si spagnoli è roti e fugali, francesi è fraclias-sati ; et altre parlicularilà.