105 MDXII, APRILE. 106 non lassò far festa alcuna ; e eli’ el legato di Medici e il signor Fabricio Colona erano sia conduti presoni in Ferara ; et altre particularità. * Noto. In questo zorno fo la quarantia civil sopra la causa di quelli olim a le raxon vecliie. Parlò primo, per la Signoria, missier Venerio dotòr avochato fiscal; li rispóse Marin Querini. Poi parlò missier Alvise da Noal dotor pur per li 3 savii ; li rispose domino Rigo Antonio dotor. Parlò poi sier Faustin Barbo è ai 3 savii sora i conti. Iterimi li rispose sier Marin Querini. Andò la parie di taiar le parlide, e fosseno cazudi a la pena di 25 per cento. Fo 3 non sinceri, 15 di la parte, 1C di no, et cussi fu preso di no ; e fo fate bone di una balota. Fo per Colegio scrito a Roma, et mandalo li su-marii di le nove si ha di campi stati a le mano, dando animo al Papa a non si smarir e star forte, perchè non semo per manchar eie. 52 A dì 16, la matina, fo San Sydro, e fu falò la procession de more, et vi fu l’oralor dii Papa e l’o-ralor yspano di bona voglia ; et compila la processione, si reduse Colegio a lezer letere. Et prima ve-nisseno in chiexia, il Principe ave letere di Vicenza, di eri sera, dii provedador Capello, con avisi di Man-toa, che pareva francesi fosseno roti, adeo tutti slavano di bona voglia ; ma domente erano in chiexia e si feva la procession, vene una' barca di Rimano, patron Jacomo Rizo da Ravena, qual parli mercore di note di Rimano, fo a dì 14, et referile il campo di spagnoli esser sia roto da’ francesi et Ravena esser presa, et altre particularilà, come dirò di solo, adeo tuia la (era rimaseno molto di mala voia per lai nova, contraria a la prima. Et vene poi in Colegio essi oratori Papa et Spagna, et li fo mandato per dito patron di barcha, qual referì il tulio, e come la domenica, fo il zorno di Pasqua, li campi fono a le man: è sta falò gran taiata, ma spagnoli è roli e il viceré è vivo. Ravena è sia presa da’ francesi e messa a sacho ; in questo modo eh’ è seguito la zornata. La domenica spagnoli si fugono, e francesi, quelli che reslò vivi, si reduseno a uno, et aspetalo Tavellati tino il luni a hore 22 spagnoli venisse, capito-lono con francesi di darsi, credendo con effeto spagnoli fosseno luti roli. E domente il ducila di Ferara voleva vìtuarie per il campo e quelli non voleva darle (che) per la porta di la rocha, perchè le altre erano murate, guasconi in questo mezo introno in la terra per la rotura fata da l’arlelarie et la messeno a sacho, usando gran crudeltà, et in la rocha si reduse el signor Marco Antonio Colona con bon numero di zente. Itcm dize, a Rimano si diceva, il gran maistro e altri capi esser morii, et Rimano era solo sopra. Il governador per il Papa fuzì via, et rima-nesi mandono oratori al signor Pandolfo Malatesla acciò tornasse nel suo dominio, per non esser sa-chizali. Questo patron è homo da ben et cognosuto da molli;.è venuto qui con molli in barcha, done e altri fuzeno qui. Dize non è stato al porlo di Ravena; ma à auto la fuga da barche over brigantini de i nimici verso li porti. Dii provedador Capello, da Vicenza, di 15, hore 23. Come ha ’uto do letere di Mantoa, copiose di nove, qual manda a la Signoria nostra ; il suma-rio è questo : Sumario di'letere di Mantoa. Date a dì li, hore 19, di Paulo Agustini. Come in quella malina havia scrito-una altra letera di quanto l’havea, e come el Soardino havea scripto lì a Mantoa. ltem, in questa hora propria è gionlo da novo dii dito Soardino, scrive a quello illustrissimo signor, questo esser sialo el mazor con-ilito che mai fusse visto, e particolarmente scrive, esser morti li infrascripti capitanii francesi, et prima monsignor gran maistro, monsignor d’Aiegra, monsignor de Ludrech, monsignor di la Foieta et San-berchet insieme con molti altri capetanii, adeo che non sono restali salvo monsignor di la Peliza so-lummodo el el ducha di Ferara. Scrive etiq,m esser morto el capitanio Jacob e suo fradello Emolardo capitanio di le fantarie. Item, similiter avisa, esser preso el signor Fabricio, el legato, el marchexe da Pescara ; el viceré è salvo, e dize : « Cussi sia certa vostra magnifìcenlia che, per quanto scrive el dito, è sta un grandissimo conflito », et certissime asse che sono morti assai mazor summa di francesi che di spagnoli, manchando a questo modo tutli li capitanii. Se allro intenderà, più difusamenle spazerà, et si ricomanda etcì Dii dito, di hore 2i. Come la causa di la expe-dition di queslo messo è, perchè in questa hora propria el signor marchexe à chiamato domino Sebastiano Bonamico e lui, et li commisse subito'vo-lesseno expedir lì a Vicenza a lui provedador ze-neral le aligaie, se redreza a missier Nicolò Aurelio, sua signoria fa scriver per domino Lodovico da Fermo, le qual conlien molte nove venule di Pranza veramente de imporlanlia, sicome esso provedador potrà veder. E scrive, a li tempi passali, quando sua signoria faceva scriver alcuna letera al dito missier Nicolò Aurelio, tutte le redrizava al clarissimo