7 MDXI, OTTOBRE. 8 una note e poi far fati. Sì che andando faria do boni effetti: daria cuor al ditto domino Ilironimo di man-tegnirsi, poi non lasseria condur le vituarie al campo de qui, e si todeschi si conzonzese con li francesi e veniseno qui a campo, non li potria venir vituarie dii Friul; e dize sempre li basta l’animo salvarsi al dispeto de i nimici a le basse senza danno alcuno. El qual non ha altro desiderio al mondo che andar a questa impresa, e ozi l’à dito questo al pro-veditor, el qual etiam è di sta opinion, etiam scriverà a la Signoria, et è secreta. Et hanno ozi lettere di Padoa davano danari a li stratioti che dieno andar col ditto Vituri a questa cosa ; il proveditor dize à strilo a la Signoria (chiedendo) fanti e danari per la paga e per deposilo e qualche zentilhomo de zervelo per poder far le fazion, perchè sono pochi, e venendo il campo bisogneria redopiar le guarde. Scrive lì è mal aiere. Item, ozi sier Alvise da Canal, qual ha compito il suo mexe, si à oferto servir con 10 ho-meni a sue spexe et do cavali per un mexe, e lo lauda, ma non sarà cussi acetà come si da prima l’havesse fato etc. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e savii, et non fu fato Conseio di X perchè bisognava portar li i bolelini ; li quali si fanno a furia con gran pressa, per tanti dieno intrar e sono in Pregadi et ne li offìcii. Fo spazà Francesco da Bergamo contestabele con fanti 100 et mandato. Di Trevixo, dii proveditor Gradenigo, di ozi, hore 19