161 MDXI. OTTOBRE. 162 belli, e non compite; parlò poi sier Gasparo Malipie-ro per la soa parte; poi sier Aiuolo Trivixan per li mezi fili. Li rispose sier Alvise Malipiero savio dii Consejo e cassier; poi andò suso sier Alvise da Molili e parlò e messe indusiar a sabato per aver li-centia dii Consejo di X. Andò le 3 parte, et le decime andò zoso, e le do rebalotade, zoè mezi liti el l’in-dusia, et fo preso la indusia per veder l’opinion dii Molin; et veiieno zoso tardi. 82 Di sier Lunardo Zustinian, di ozi, hore 18. Come, in questa matina, erano venuti lì homeni per le comunità di Conejan e Seravaie a darsi e domandar li sia manda governo; sichè, si sarano ozi qui, sier Francesco suo fratello anderà a Conejan provedador a tuor il possesso, e sier Fantin Dolfin di sier Piero, suo nepole, anderà provedador a Seravaie. Questi hano dito che Sazil, Caneva, la Mota à chiama San Marco, et ozi si aspetano soi messi, c cussi di Cividal di Belun, c lien che fino questa bora do o tre lochi dii Friul babino levà San Marco. De i nimici, hanno eri sera esser alozati nel Barello et a Asolo; e per uno stratioto è scampato, dize esser stà questa note i soi cariazi despersi dal campo, perchè erano alozati chi megio, megio, senza alcun ordine, benché non sia da creder, perchè francesi non fanno questi svarioni. Et si ha, per uno vilan qual dize esser stato mia 5 lontan di Trevixo, (aver visto) da 500 in 600 cavali de florida zente de essi inimici, e hano alozato questa note per quelle ville. Iudichano sia stà el retroguarda, eh’è di florida zente che sia nel campo, e che per la pioza e scurità grandissima eh’è stata, non habino voluto tornar al campo. Se à visto fuogi in ver l’alba, e anche al presente si vede, e però ticneno siano levali. E per quello si ha, fano la via Ira Castel Franco e Bassan; convegnirà gitar el ponte su la Brenta a Santa Croce arenle Citadella, e vegnirano a referir a Vicenza. Scrive hora si sta in consulto quello sia a far di quelle nostre zente è lì in Trevixo.. El provedador e il signor capitano vo-riano, subito nemici arano passalo la Brenta, levarsi di qui con Iute le zente e lassar a guardia di la cità 400 fanli, et andar di longo a la volta di Udenee poi a Gradiscila e sperano subitamente averla, e lieneno che tulli quelli lochi si otegnirano, come i barano taiali lutti a pezi, fina le gate, dii primo locho i aqui-sterano per baiala, acciò i altri habino paura; e sperano che torano e ti am Trieste e Gorizia, perchè qui è capi e fantarie che voleno far lacende. Però la Signoria doveria darli la libertà, acciò non si perdi tempo. Item, è lettere di Butistagno, come l’era adunalo in quelle bande 600 persone, et che si I Diarìi di M. Sanuto. — Tom. XIII. aspetava l’Imperador in persona con le artellarie per espugnar quel locho, e poi voi vegnir in Cadore; però domandano soccorso, zoè qualche cavallo lizier. Li è stà risposto non dubiti di cossa alcuna, die se li manderà ogni presidio ; tamen, lies-sendo levà questo campo, si tien etiam quelle zente de lì si leverano. Sumario di una lettera dii conte Hironimo da 83° Porzil, di Poma, di 18 octobre 1511, dri- zata a sier Zuan Padoer dotor et cavalier, ricevuta a dì 2Ì dito. Come l’orator nostro veneto sta in extremis, et la sua morte è di gran jaclura. Omnibus indi-stinete dole: pazientia. Si tien de lì esso sier Zuan Badoer venirà in locho suo, over sier Antonio Zu-slignan o sier Marin Zorzi. Alcuni dicono sier Antonio Condulmario; ma non lo crede, perchè non si manderà persona che alias non sia stato de lì orator. Sier Domenego Trivixan tien non verà, propter cetatem. Scrive è fallito de lìel banco di Januzi, dove lui tenia li soi danari, che li è stata jactura incredibile a questi tempi ; dubita non potrà recuperar alcuna cossa. Il papa ha dito eri in concistorio, che francesi erano andati via per alozare in Mantoana. Scrive presto spera il Friul si rea verà. Lo viceré di Napoli se dia partire a dì 21, titdicitur; venirà lì in Roma. Sono morti a Napoli più di 5000 di febre in poco spazio, e 200 zaneti, come dicono quelli yspani. Lo re di Franza ha scrito questi dì una bona lettera al Papa, il quale però ne fa pocha stima, maxime perchè il Cardinal Santa Croce e Cosenza si partirano e non persevereranno più in li Concilii ; il Cardinal di Sa-malò sla male; il Cardinal di San Severino era a Bol-zan, e l’imperatore li fece intendere per il Curzense eh’ el sapeva bene quello el volea, in summa non li ha dato ancora audientia, e per questa opera Curzense ha auto una certa proposilura in Alemagna, vai 1500 fiorini, la qual è mollo tempo che vacha. Et • scrive è stà cerlitichato, che è zercha uno mese e più che l’lmperator ha dito eh’ el Cardinal San Severiu era uno grande traditor. Sono lettere di 12 di Fiorenza, eh’ el re di Franza li havea promesso non mandar gente d’arme su el suo. Quelli cardinali fallili erano a Pielrasanta, e in Luchese era 150 cavali lizieri francesi e 75 homeni d’arnie, al capo di quali fiorentini haveano facto intender eh’ el non venisse su el suo; dal qual ebeno risposta superba, e fio- 1) La carta 82 tergo è bianca. 11