441 MDVIII, MAGGIO. 44-2 quelli sora colimo, che è mal, et si doveria aver messo a sol a monte, essi savij ai ordeni messeno una parte, che fosse revochà dove dice a sol leva e dicesse a sol a monte, e a quel’ bora fusse la muda ; et sier Andrea Zorzi messe star sul preso, qual è cao di 40. Parlò, per la parte, sier Piero Zen, va consolo a Damasco, è sora il cotimo. Et .andò le do parte; et fu presa la revochation di largo. Et ste-teno ... dì a incantarle. Die 4, mensis madii. Per una persona fide digna, partita da Constan-tinopoli a dì primo dii mese di aprii, venula per via de Itagusi, se hano, cercha le cosse del signor Sophis, le nove inl'rascripte, videlicet: primo, che ’1 signor Sophis ha dato una rota de persone 3000, tra morti et presoni, ai vassali del signor turclio, esistenti ai sui confini; et che ditto signor Sophì voleva proceder oltra la victoria. Dii che el signor turco ne re-cevè grandissimo dolor. Et per remediar a questo, fece cavar t'uora del castel de Mar Mazor uno de la secta de ditto signor Sophì, quale, per quanto se dice, è un gran maislro a presso de sua signoria, et fu preso l’anno passato, quando el signor Sophì preditto fece guerra a quelle parte ; et fece che i magnifici bassa, per nome suo, lo pregono et suaseno che l’andasse al signor Sophì, et lo pregasse, da parte del signor turco, che ’1 cessasse de far guerra, perchè el voleva esser suo bon amigo, facendoli grandissime promission; et fece un presente al preditto nuncio. Poi fece armar una fusta de 16 banchi, con ogni secreleza possibile, et mandò cum dita fusta esso sophì al signor suo, con uno bel presente de brochati et altre cosse, da esser date a sua signoria. Et esso esponente vide, oculis propriis, dilla fusta partirsse et andar versso Mar Mazor, per andar in Trasebonda, che fu a dì 20 del mese de marzo passato, con un bellissimo tempo; sì che presto, per el juditio suo, fece el Ihor camino. Fratte-rea dice haver havuto per via certa, che ’I ditto so-phì era partito con una malissima dispositione, dicendo esser sta molto mal tratado dal signor turco, et che l’è per far el contrario effecto de lutto quello è la mente de esso signor turco. Ulterius, che a di 24 del meze de marzo passato, el signor turco mandò un bando strectissimo, che niuno turco, sotto pena di la forcha, non bevesse vino, ponendo etiam si-mel pena a quelli che gelo vendesse; el qual bando durò cercha 4 2brni, nè inai più per tal causa ne fu aldito un simile. Da poi passali ditti 4 zorni, janizari I Diarii di M. Sanuto. — Tom. VII. se levono a rumor per tal bando, et contro el comandamento del suo signor, andono a le taverne, et per forza tolevano el vino, rompendo le porte et facendo molti altri mali, et lo comenzono a bever. Per il che, uno di lo agà di janizari, aciò non seguisse mazor desordine, andò ad essi janizari, et li feceno alquanto soprasieder. Interim andò ai bassi, et do-lendossi di lai prohibition, subito i bassa, de ordene del signor, feceno revocar ditto bando. Dicendo, che sono anni 21 che ’1 praticha in Constantinopoli, et mai vele ^iiancho obedientia di janizari ad esso signor turco; et che tra i bassa sono grandissimi odij. Dice ulterius, che essendo in camino, l’à trovato molli olachi, a 4 et sei al trato, quali andavano in grandissima pressa a i sanzachi de Scopia, Bossina et tute altre parte del signor turco, per comandarli, per parte del signor turcho, che se debino meter in 214 ordine, che ad ogni richiesta dìi signor cavalchino. Item, dice che ne le terre dii turcho è grandissima carestia de biave, et che i tormenti valeno aspri 18 el chilo, et l’orzo aspri 16. Nola. In uno aviso, lelo ozi im pregadi, era il signor Sophì esser contra Alidulli, el averli dà certa rota ; et aver cavali 80 milia et 40 inilia pedoni. Si arma a l’armamento do galie sotil, sopraco-miti sier Lunardo Zustignam, et sier Alvise Coniarmi, quondam sier Piero. A dì 7, domenega. Avanti nona, una borra, vene una barcha, conzada a modo uno bregantino, con remi 7, qual era di Martim da Zara, solilo andar .. ........di galia, andato a Trieste con altre barche di Castello per suo piacer, et era fornita atomo con verdure e una bandiera di San Marco; dismontò al ponle di la Paja, et lui corse in colegio. A boclia disse, eri, a borre 22, Trieste aversi reso a la Signoria nostra, salvo 1’ aver, et la roclia, etiam salvo l’aver e le persone, et nostri intra va dentro; e cussi acertava ditta nova esser la verità. Il colegio, era levato in caxa dii principe, fo inteso lai nova, mandata a dir per lutto, e tutta la piaza fo piena e gran gaudio in la terra. E tal nova mi fo mandato a dir a caxa per sier Zacaria Dolfim, mio cugnato, è exe-culor sopra le cosse di la guerra, el qual a San Marco intese, di bocha di ditto Marlin, lai nova. Poi a bora de nona gionse una altra barcha, con lctere dii provedador di l’armada, di tal nova ; et poi la Signoria ave una altra letera particular, di sier Francesco Conlarini, sopracomito, drizata a so’ fradelli. El cussi, rcdulo la Signoria per venir a consejo in caxa dii principe, lexeno dite lelerc; poi, venute a 29