391 MDXII, GENNAIO. 392 disarmar, qual so ritrova in Ilislria ; et che sier Vincenzo Capello electo provedador in armada, metti bancho a dì 2 fevrer, il zorno di la Madona, insieme con do galie una bastarda e una sotil, qual tocha a sier Anzolo Trun et sier Rironimo Capello qu. sier Vetor, et si armi a una a una. Et fu presa. Fu posto, per li savii, atento che l’oralor dii viceré qui habi richiesto in Colegio si mandi il stendardo di San Marco al viceré in campo come capitano di la liga, havendo li altri collegati mandato, però sia preso e comesso a li oficiali a le raxon ve-chie sia fato con celerità uno stendardo e mandato al dito viceré sicome 'parerà a dito Consejo etc. E fu preso. E nota, è sta manda ducati 10 mile a Ra-vena con la galia e uno secretario Zuan Jacomo Ca-roldo, qual va fino soto Bologna in campo dal viceré a portarli li diti ducati 10 mila. 13 di no. Fu posto, per li savii, una decima e uno quarto di tansa a restituir di debitori di dacii, Padoa, Vicenza e Treviso, e quelli pagerano in contadi, habi ducati 10 di don, e si scuodi a li governadori. Et sier Piero Duodo savio dii Consejo e sier Alvise Pixani savio a terra ferma, messe meza tansa ut supra, a restituir. Parlò sier Mario Morexini fo avogador, eh’ è mal dar don, dovendosi presto restituir;-parlò sier Gasparo Malipiero savio a terra ferma per la soa opinion e sier Alvise Pixani per la soa. Etiam sier Antonio Trun procurator, eh’ é sora 1’ arsenal, parlò dii bisogno di 1’ arsenal. Ilor andò le do opinion, e fu presa quella dii Duodo e Pixani, et termine a pagar a dì 25 dito. Fu posto, per li diti savii, atento li gran rechiami venuti a la Signoria nostra, che per scurlinio sia electo do synici di terra ferma, con ducali 50 al mexe per uno per spexe ; meni con sì ut in parte ; possi esser electi di ogni officio. Fu presa. Di Roma, vene ¡etere di V orator nostro, di 4 et 5. De coloquii abuli col Papa e domino Iliro-nimo Vich orator yspano, qual ha auto il mandato di l’lmperator in materia di tratar acordo con la Signoria nostra, et scrive come 1’Imperador voi esser reintegrado di le terre li vien per la liga di Cambrai etc. et post multa, disse questa esser la volontà di 1’ Imperador di lassar Padoa, Treviso e il Friul con li confini, come per avanti fo tratà, e se li dagi 300 mile raynes in certi tempi per la investitura, et fiorini 30 mile a l’anno et altre clausule et la fideiussion la Signoria li mantegneria quanto li prometerá, et Verona e Vicenza restino a la Cesarea Ma- 218 ieslà, et che il Papa, zercha le commission e mandati di l’orator yspano e dii nostro, comesse a vederle a do cardinali, videlicet, Montibus et Acoltiset ancora, l’auditor di camera. Et scrive parole usate per il Papa, qual voria fosse questo acordo per cazar Francesi de Italia, et come rimesseno ad esser poi insieme li do oratori sopra dite pratiche, et sier Francesco Foscari el cavalier orator nostro iustificò ben la Signoria in omnibus et in lassar Verona e Vicenza. Item, come il Papa sbufò con T oralor la Signoria non li mandava li danari, nè mandava in campo la so parie, e usò altre parole. Unde il Papa fu contento mandar lui ducati 20 mile in campo acciò le zente spagnole fazino il dover, e haveano auto la nova dii prender di la Bastia. Item, lettere di In-galterra, come il Re manda la commissione al re di Spagna suo suoxero la mandi a Roma a intrar in la liga ; ma ben è contento indusiar passà zener a far alcuna demostration, e come si mete in ordine di zente etc. Altre particularità fo in le letere di Roma, che. io non le so. Fo lelo uno capitolo di letere scrive uno secre-crctario dii Baion governador in campo, date a Ra-vena a dì 13. Scrive a Piero di Bibiena, come a dì 12 partì de Ymola e vete il campo lutto dii Papa e dii viceré ussir et andar soto Bologna benissimo in bordine di homeni d’armé, fantarie et artellarie; e lì a Ymola era il Cardinal Medici legato in Romagna dii Papa, et vano dite zente con gran cuor di haver Bologna. Fu posto, per li savii di Colegio, excepto sier Gasparo Malipiero savio a terra ferma, una letera a Roma a l’orator nostro, vedi in questo mezo di levar le ofese tra PImperador e la Signoria nostra. Et . sier Gasparo Malipiero andò in renga e contradise ; ma l’hora era tarda e fo d’acordo terminà indusiar a doman e fo comanda grandissima credenza e sagramela il Consejo. In conclusion, le letere di Roma non piaque a quelli di Pregadi. Dii provedador Gradenigo, di 9. Come à ricevuto lettere di la Signoria nostra. Li oratori di Udene si à dolto di danni fanno quelli soldati in la Patria e se fazi provisione. Risponde lui à fato ogni cossa, e fa, e bora sono inspauriti per aver fato api-char alcuni e relenir altri. Item, ozi è stalo a Cre-mons. Il loco è messo assa’ ben in forlcza ; ma si stenta trovar fanti vogli restarvi dentro. Die 14 januarii, in Rogatis. 218 ‘ Èssendo venule diverse persone di le terre, castelli et luogi nostri da parte da terra a riclamarsi davanti la Signoria nostra dolendosi de molle man-