271 MDXI, NOVEMBRE 272 Bombiza con molti horaeni, li quali andali Irovono cl capitano di schiavi chezà era intrato.denlroa nome di la Signoria nostra; si che è locho de importantia. Scrive ozi è per mandar a dimandar Trieste. Caponi da Fiorenza, era intervenuto certo bisbiglio a Pisa, dove il popolo de Pisa haveva cazato questi cardinali e prelati di Pisa, et che erano morti 4 soi famigliari, ita che erano fuziti verso Lucha, e se non erano li comessarii de’ fiorentini, molli più sarebbero morti. Lo Cardinal de Cozenza sta male. Da poi il partir dii Papa, vene qui in Roma uno co-riero yspano di la corte de l’Imperatore, passato per Venecia, con lo mandato de l’Imperator in pcrsonam oratoris hi spani. Dio voia ut sit ali-quid boni. Lo viceré si dice sarà qui a presso al Un del mese, etc. * Sumario di lettere di sier Hironimo Contarmi provedador di V armada, date in Istria. Letera di 19 novembrio, in galla a Pyran. Come eri si levò de lì, e navegù lino a Cao d’Istria, poi a Muia, e trovò Bombiza patron di la Fusta, qual havea preso, jusla l’bordine dato, barche con farine e formetili de raxon de trieslini de li ; non volse decima. Item, in Trieste è solum 12 fanti forestieri e zercha 250 homeni da fati. E1 fomento vai L. 8 el staro; hanno 7 pezi di belle artelarie di bronzo tolte in Udene. Scrive spera le tornerano in man di la Signoria nostra, e che aveva posto uno di diti di le barche a la tortura, qual confessò esser stato con Ja-como da Fiume con li brigantini e svalisato tre bur-chii de’ nostri in Quarner e una barcha sora Grado. Scrive lo volea far apicar, ma per amor di quelli di Muia li donò la vita, per non mcter li soi è presoni a simil pericoli. Dii dito de 20, ivi. Zercha uno navilio con Tormenti veniva a Venexia, patron Thomaso di Zuane, e lo à retenuto per bisogni di le galie. Ha auto lettere di la Signoria non ritegni' più. Dii dito, di 23 apresso Muja. Come eri vene lì a Muia, e scontrò sier Andrea Zìvran provedador di slratioti, qual veniva a Venecia, partito di Cao d’Istria, e li disse eh’ el bregantin di Trieste aveva . preso alcune barche de Muja ; ma tal nova non fu vera, imo quelli di Muia dete lo incalzo al dito bri-gantin et quasi non Io prese. Item, eri sera, a bore do de note, quelli di la fosa de IIospo, dove l’altro zorno sier Sebastian Zustignan provedador zeneral di Ilislria fo rebatulo, mandoe a dir al predito provedador erano ritornati solo la Signoria nostra, unde esso provedador di l’armada li mandò uno suo compagno di stendardo con 10 balestrieri, e il Da poi disnar, fo Pregadi e leto lettere dii prò- 146 vedador Gradenigo, e di Vicenza dii provedador Griti. Nulla da conto; voi danari, e va cassando soldati, come li par destramente etc. Item, fo Consejo di X, con la zonta. Poi fo proposto itermn la materia dii dito si- • gnor Alberto da Carpi, zercha a farli l'ultima risposta, perchè si vuol partir etc. E fo gran disputation, et parlono 6: erano do opinion. Parlò sier Piero Balbi e sier Pollo Capello per la soa opinion di darli li zentilhomeni el voi ; sier Alvise da Molin savio dii Consejo e sier Gasparo Malipiero savio a terra ferma non voi, e eh’ el scrivi in questo mezo in Alemagna, scusando la Signoria che non li par di dar (al obstaxi per non denigrar la sua fama, mai ab urbe condita usada, e in reliquis semo per far quanto vorà la Santità Pontificia e darli le gàlie. Item parlò do fuora de Colegio, sier Antonio Grimani procurator et sier Antonio Condolmer fo savio a terra ferma, et fu presa quella dii Molin e dii Malipiero, e fo comanda gran credenza, et veneno zoso a bore 5 di note. A dì 26 la matina, fo mandato dal dito signor Alberto a San Zuane Polo l’orator pontifìcio, qual sa tutta questa materia, et do savii dii Colegio, sier Andrea Trevixan el cavalier et sier Antonio Zusli-gnan dotor, e insieme parlono di scriver a l’Impe-rador e a domino Matheo Lanch in bona forma, ju-sta la deliberation dii Senato. El qual signor scrisse in optima forma, et mostrò le lettere al Colegio, e fo spazà corieri in ■ Alemagna, et starà in questa terra fino ritorni la risposta. Vene in Colegio sier Andrea Zivran venuto provedador di slratioti de lì, qual ave licentia di venir a varir: fu ferito da i nimici in una man, et fo laudato dal Principe. Di Faenza, dii Cardinal Medici, fo lettere driza te a Piero di Bibicna suo. De quelli successi, e come si aspetava a Bologna 400 lanze francesi et 4000 fanti. Item, il signor Marco Antonio Colona havia dimandato licentia al Papa, nè voi esser più suo soldato. E questo per non star soto el ducha di Termini ; e altre particularità. Morite in questi zorni, in questa terra, domino Gratiadio Bonafè venetian e canonico di Padoa, qual fo quello che revelò a la Signoria che il cardi-