31 •MDXl, OTTOBRE. 32 13 Copia de una altra lettera de li diti, data in Maran, a dì 3 octubrio 1511, a liore 2 de dì. (lome cri a mezo zorno zonse de li sier Francesco Arimondo patron a 1’ arsenal, el qual era montato sopra uno bregantin qual veniva di Muia, e lassata la galia sopra il porto de Dignan. 11 qual bregantin di Muia è sta spazato, dimandano soccorso e precipue a la galia Liona con grandissima instantia, perchè li inimici erano atorno e bombardavano Mocho. Unde, reduti insieme con il magnifico governa-dor e prefato sier Francesco Arimondo e sier Antonio Lion e sier Alvixe Pizaniano, fo deliberato di mandar la fusta de Vegia, la qual si puoi sperar che farà bona fazion quanto una galia, per esser de 22 banchi e voga remi 3 per bancho, non essendo di tal opinion il magnifico governador; et al podestà di Muia li hano scrito in bona forma, che non li man-cherano de ogni sussidio a loro possibele. Poi fono con el prefato sier Francesco Arimondo, e visto la sua comissione, li hanno mostrato le terra de ogni parte e li repari e fortifichation fati, e quello resta a far; e le strade che la Signoria scrive si debbi taiar et inondar e paludario, le qual è situade di modo che quando lì venisse do piedi di aqua suso, che non è possibele motoria, saria nulla, perchè da le bande ne son possession e zardini assai più alti che la strada; nè è restali avanti far taiar dita strada dove bisognava, ma pocho o nulla fo fato, come il profalo sier Francesco avisera. Item, eri sera vene lì, da parte de la villa de Carlin, uno de’soi homeni, facendoli intender che havendoli loro falo comandamento che dovesseno mandar opere per quelli repari, se oferseno mandar dite opere, e voleno esser (¡defissimi e devoti di la Signoria nostra; e lui prove-ditor li risppse che fazendo sariano abraza ti et acharara ti tenendone boti conto di le operation loro, e fazendo altramente li l'ariano ricognoser di 1’ error loro, e disseno che li signori e consorti dii casld di Porpetto li anno dimandato con grande instantia clic n.° di gente si atrova in Maran, e se lì è venuti novi fanti, galie, fuste e barche, e lo fimo per paura hano di non esser sachizàti da’nostri et mal menati, et‘li disseno che questi è in Maran è per defensión dii loco e di loro consorti, se i vorano esser soto l’ombra di la Signoria nostra. Scrive eri con la galia Liona, zoè la zurma e fusta, fu lavorato e fato opera assai, e cussi ozi si continuerà. Item, in questo ponto è lì la galia Arimonda, e si melerà ctiam la Sua zurma in opera con quello più avanlazo si potrà. Eri il governador e loro reduti promossero de li inanella menti e male operation di Francesco da la Porta, è contestabile lì suo, e lo tien suspetissimo, come 13* per più lettere scrite a la Signoria si poi aver visto, unde per asegurarsi hanno deliberato, con mìor modo si potrà, mandarlo a li piedi di la Signoria nostra; con dirli che la Signoria ha richiesto per darli informazioni se lo mandi. A-dì 6. La matina in Colegio vene sier Andrea 14 Griti procurator, stalo do altre volte in Colegio ma non referì, et ozi ordinarie fè la sua relatione et longa : el fo terminato el ritorno doman a Padoa proveditor zeneral nostro, e darli denari per contentar quelle zente in parte, e per esser molto desiderato da’soldati, per la praticha l’ha: el qual acep-tò di andarvi, e lì a Padoa è la sua fameglia, tutto e li cavalli. Di Padoa, di eri sera, di proveditori zene-rali. Dii bisogno di danari per pagar le zente, et elio vociferano, et non li mandando danari si parli-rano, e la compagnia di Guagni Piticon di fanti è venuta da loro, dicendoli li sia dà la paga loro zà livrata si non si voleano tutti partir, e li proveda-dori li promiscuo si per doman non havesseno danari, si dovesseno levar. Et nota: li fo mandato ducati 2000, ma non fo zoilii che fo dati. De li diti proveditori, etiam fonno lettere. Come de lì è poche farine, e manco formend, et questo perchè i villani hanno trato li formenti fuora per semenarli; sichè si fazi previsione. Etiam di mandarli fanti, perchè non sono pochi è amallati etc. Di Treviso, di sier Lunardo Zustignau, vidi lettere di eri sera, hore 4 di note. Come ozi hanno, per uno prexon di la compagnia di monsignor di Molardo el qual è slà preso questa matina arcnte el campo, el qual andava a solazo: dize che l’à sentito dal suo capitano clic todeschi erano lontan dal Ponte mia do, e che l’era comenzà a zonzer alcuni stratioli del campo, e che ozi tutti ditti todeschi sariano di qua dii Ponte, e che doman se levariano tulli unidi e veneriano mia do lonlan de qui, e poi la note in alba meteria el campo a la terra. Etiam di/e à sentito che monsignor di la Peliza à dito al suo capitano Molardo eh’el volea andar al lutto via, digando che loro haveano fato più di quello era la sua Obligation con l’imperador, e che non volea star a crepar, e che li soi non havea danari, e che per li passi presi non polca venir le sue