507 MDXIIj FEBBRAIO. 508 diceva Brexa si leniva per San Marco et il castello e la citadela per francesi, et che a Verona et Lignago erano sta facti pochi fuogi. E di questo aviso fo comandi in Colegio credenza, acciò non si dichi se non è vero. A di 24, fo il marti di carnevai. Per tempo gionse Antonio da Fin bergamasco, homo fidatissimo, vestito da vilan, vien di Brexa, partì zuoha a dì 19 hore 14 con letere dii provedador Griti a la Signoria, e l’altra al governador, di fede. Et referi in camera dii Principe, et poi in Colegio, eternimi lo li parlai in pa-lazodil Principe dove era; qual disse in questa forma: Come è zorni 17 stato in Brexa; andò col provedador Zustinian, nè mai si ha spoiato ; et che zonti li francesi il marti o il mercore, da quelli di le valle adunali sul monte, a li fanti volevano intrar in castello e darli socorso li feno gran dano et ne ama-zono assai con schiopeti et saxi, perchè nostri erano assai, haveano da ICOO schiopeti, et li tolseno do fal-coneti ; et il campo francese era alozato a la porta di Torre Longa., unde nostri in Brexa haveano terminato asaltarlo, e dato hordine che quelli di Salò, capo uno Nicolò di Miedexi, qual hnvia adunato di lo persone 4000 di Riviera ben in hordine, dovea venir da una banda, e nostri da l’altra et darli dentro. Ilor fo scoperto questo e fato intender a’ francesi, i quali si levono de lì e veneno a la porta di le Pillo et di San Zuane, e stralioti ussiteno fuora parte et preseno alcuni homeni d’arme, e tolseno cariazi. Bor che poi la note intrò fanti 9000 in el castello, e per poter intrar comodamente, rupeno una parto di le mure dii castello sul monte; e che tuta la noto nostri in Brexa steno armati, e il provedador Griti cavalchando per la terra, unde a hore 14 li commesse venisse baiando fuora a portar queste letere . a dimandar socorso e il governador si spenzesse avanti, dicendoli si havesse 3000 rnantegneria questa terra perchè il popolo è marchesco ; el qual tuto il mercore da matina fo in arme, e li citadini armali a cavallo cridando : Marco, Marco, per lo strado. Et cussi lui, acompagnato dal conte Alvixe Avogaro fin a la porla, si partì insieme con 8 slratioti per sc-gurtà sua, e ussito trovò francesi, e lui si tirò di strada verso il monte, poi capitò sul Mantoan a Ca-stion di le Sliviere, e lì ave uno salvo conduto, e auto, quel comissario dii marchexe poi non lo volse 285 lassar passar, dicendo haver auto hordine dii marchexe di relenir tutti. E lui disse è homo di San Marco e va con letere dii provedador Griti a la Signoria et li ha fato il salvo conduto, e cussi lo lassò passar, et vene a Goyto dove lassò il cavallo, e si vesti da vilan et vene a Mantoa, et li intese francesi haveano auto Brexa, e chi dicea non era vero. Andò il sabato adì 21 dal Folegino dimandandoli di tal cossa: li disse non sapevano certo e il signor marchexe havia expedito uno corier a Brexa a saper la verità. Et vene di longo a passar l’Adixe, e zonse a Montagnana da sier Domenego Contarini, è lì. Item, dice che havia parlato a.......era conte- stabele a la porta di San Nazaro di Brexa, dicendo come è stà partio vene gran calca di nostri, e rom-pè il portello et fuzitemo quando francesi disendeva in la terra, et ctiam lui era fuzito. Sichè questo è quanto el referite, dicendo brexani erano mar-cheschi ; ma ben dimandavano a li provedadori che aviso aveano di socorso etc. Et inteso questa relatione, la terra fo susitata alquanto, e chi teniva fusse persa, e chi potria esser meza la cita si tenisse per San Marco, come fu dii 142G al tempo dii ducha di Milan che la terra si tene mexi 13 per la Signoria c il castello e la citadolla era in man dii ducha di Milan, e chi diceva una cossa e chi P altra, e tanto più che niun era venuto poi il contlito, e l’aviso di Mantoa non si teniva, e quello . si sa è per fuzili.al primo impeto, et ne era di quelli voleano meler 2 per 100 che Brexa era questo di di la Signoria ; sichè si steva in tal speranza, danando molto il Colegio non levano provisione di mandarli pur qualche cavallo lizier a sopraveder etc. Et vidi letere di sier Alexandro Marzelo di sier Lorenzo da Santa Marina, era con Meleagro di Forlì, havia balestrieri, qual fo in Brexa, et si partì et è nominato it>le letere di. eri scrive sier Polo Capello el cavalier, provedador zeneral, che dice la perdoda di Brexa. Bor questo al presente di 22, scrivo a suo padre una letcra, la copia di la qual sarà qui avanti posta. Dìi provedador Capello, fo letere di eri sera in la Signoria nostra. Dii zonzer di Dominico Busichio, con Ire altri slratioti di quali è prexon. Item, scrive zercha provision si ha a far, e danari bisogna per pagar le zento et altre occorentie, ut ■in Utteris. Et da poi disnar, zonse altre letere dii dito provedador Capello, il sumano è di solo. Di sier Polo Capeio el cavalier, proveda- 285 * dor generai, date a Albeton, a dì 23, hore 22. Come ozi era zonto lì missier Dominico Busichio con quelli do stralioti l’ha scapolalo, qual subilo disnato è partito per Venecia. Scrive è necessario sia cha-rezato; è stà morto il forzo di valenti stralioti. E poi partito, è zonto do homeni d’arme dii signor governador, assai diserete persone, fono fati prcsoni el