181 MDVIl, NOVEMBRE. 18“2 ria danari da la Signoria. El scrive coloquij abuti con lo episcopo di Cinque Chiesie e altri, qualli desiderano la expedition di l’oralor dii re è qui etc., ut ■in ìitteris. Di sier Vicenzo Querini, dolor, orntor. date a Jìaorcha, a dì 12, sui dominio nostro. Conte, jusla i mandali regij, si parli da Brunieh, non haven-do auto altra resolution di la Signoria nostra. Et come è mia 15 di Bulistagno, et, per esser lochi infoiati di peste, doman sarà a Seravalle, dove aspete-rà mandato di la Signoria nostra di venir. Nola, per le altre letere da Brunieh par el scrivesse a la Signoria, che quel domino Paulo Letistener li havia mandato a dir, la majeslà cesarea manderia a la Signoria lo preposito di Br.ixenon a dirli la soa melile etc. . Di Roverè, dii podestà. Come à mandato ex-ploratori a Constanza, dove intende è gran zente re-dute, zercha persone t'i milia; e il re è partito a di 3 da Yspurch e andato lì. Item, vi è il marehexe di Brandihurg e altri. Item, quelli signori di Agresta fa far spianade versso Riva et Archo; è zonto 300 cavalli. Et alia, ut in ìitteris. Da Riva, di sier Marco di Renier, provedador. Avisi ut supra. Et quelli di Archo fa far spianade ete. : il paese è in fuga. Di Udene, di sier Amlrea Loredan, luogotenente. Come il re omnino vien in Italia, adeo quelli confini vicini è in fuga etc., ut in ìitteris; tamen, non si vede zente ancora a li confini. Di Traù, di sier licrnardin Loredan, conte. Come è stato, con zercha 300 cavalli da stratioti e altri, a veder li passi dove poleno venir turchi, et à visto il tulto. Item, è stato a Glissa, terra di 1’ on-garo, et à dormilo li, per dar favor el custodia a quelli habilanli ussisseno a tuor legne e altre vitua-rie. Qualli morivano da fame si non era la soa venuta : dubitavano ussir per turchi e martalossi, per non esser presi ; si che li fece bon servirio. Avisa la Signoria, quela terra sta in gran pericolo si non se li provede, e si scrivi in llongaria al re. Di sier Andrea lìondimier, capitanio di le galie di Alexandria, date in galia, a Corfù. È letere vechie ; narra il suo viazo. Di sier Francesco Arimondo, capitanio di le galie dii trafego, date in galia, im porto di Alexandria, a dì SI octubrio. Narra il suo nave-gar. El dii partido bon à 'uto di mori per Barbaria; qualli, per il caso dii galion che si naufragò con mori, e perseno marcliadantie, e si anegò a ssa’ mori che andavano in Barbaria o ver ritornavano, non voleno più andar con altri navilij cha galie grosse; si che esse galie ;\ ’uto bon partido di mori, di lini etc., per Barbaria, et li in Alexandria è stale ben viste. Item, scrive di Camalli, qual à li im porlo 8 navilij ; scrive la Porta ù dischargato li rami, et è andato al Chajaro dal signor soldam. Di sier Marin da Molin, consolo iti Alexandria, date ivi, a dì primo octubrio. Come a di. 9 selemhrio con ditte galie dii trafego zonse lì, et Tan-gavardin, oralor dii soldan, qual dismontè con la vesta d’oro e li soi vestili, el il consolo con lui. Fo molto honorato esso consolo, et charezato da’ mori e da l’armirajo. El vene (re letere dii soldam : una a l’armirajo, facesse bona compagnia a’ nostri e il consolo; l’altra a Tangavardin, andasse al Chajaro, e lo laudava; la terza a lui consolo, dicendo aver ordinalo nostri ballino bona compagnia nel paese, e che ’1 sia ben venuto. Item, li mandò una vesta assa’ ferial, e fo vestito per l’armirajo, e li costò più che non vai la vesta. Scrive, le specie sono care et avisa li precij. Item, aspectano le galie con desiderio. Scrive di Camalli, ut supra. Item, di Coloqul, come il signor di Coloqul è in gran iniinicitia con porloga-lesi, e non voi vi vadi alcun navilio, adeo portoga-lesi stanno sul mar come corsari. Et alia, ut in lit-teris. Tamen, ancora non erano zonti la conlinna-tion dii soldam di capitoli. Di Cypro, di rectori, di 26 setenibrio. À nove di Damasco, dii consolo, che non si parla altro cha di Sophì li. El che Sophì va conira Aliduli, qual li à dato rota, et è redulo a li castelli di montagna ; e questo por non averli voluto dar la ila, et allre zanze. E aver mandalo a dir al signor di......... mcravegliarsi che ’1 fazi zenle, perchè l’è amico dii soldam etc. Noto, per le allre letere di Cypro, qual fo lele P altro pregadi, el dissi di scriver il capitolo, si havia pur qualche più nova de Sophì. El qual capitolo sarà qui soto scripto ; ma aspectavano Ihoro exploratori, mandali al Cogno el altrove. F.I qual capitolo dice cussi : A dì li) setembrio, in Nicosia. Da novo habia-mo in questo zorno, per un navilio vien de Turchia, el li merchadanti vien dal Cogno, quali referisse, el signor Sophis esser lontan dal Cogno 6 zornate, ed é a un luogo chiamato Acyperachi, potente. Et è con lui 3 signori d’Armenia, dice con 80 milia armeni. Etiam luta la Caramania è sotosopra, e tulli aspelarlo con gran desiderio; e dice che del campo del (ureo ne son fuziti molti e andati da lui. El messo non è ancor tornalo, Dio pormela el meglio. El lezendo le letere, fo chiami consejo di X. F.I 91 *