475 MDXII, FEBBRAIO. 476 Vene li oratori di sguizari, et li fo dito la (ermi-nation dii Senato, e scrito a Roma di condurli ctc. Vene sier Marin /orzi el doclor, eleelo orator al viceré, e acetò nientissime, dicendo esser presto andar subito. In questa matina introe dentro li do casteli una Salia di Barato, patron sier Nicolò Doltìn qu. sier Barnabò, et fu sonato campano a San Marco demore; l’altragalia, patron sier Balista Boldù, ch’èia capela-nia, non potè intrar e convene sorzer e mirò poi, e vien tute carge. El qual intrar di galie è optima nova, perchè vien riche per valuta di ducati assai. Da poi disnar, fo Colegio di savii a consultar. I)i Padoa, di sier Nicolò di Prioli podestà, e sier Hironimo Contarmi capitano, di cri sera. Questa matina fo letere. Come inteso la nova che francesi erano stati a le man con nostri, si dovesse proveder a Padoa, mandarli zente, farine, malvasie, etc. Di sier Matio Sanudo pagador, vidi letere particular venute eri sera, date in Soave, a dì 12, hore 3 di note. Come si duol in questa sera scriver quello che lui dubitava dovesse seguir, come scrisse, et è venuto in effeto. Et che in questa matina si partìno col campo da Villafranca a sol levado, con l’intenzion di venir alozar a Arbè el passar l’Adexe per il ponte a lionavigo ; ma inteseno i nimici esser a Ponte Molin e dimandava el passo, dove col go-vernador deliberano di venir di longo a Bonavigo. E avanti arivono a Plxola di la Scala, inteseno, per letere che li scriveva el conte Bernardin, ch’el haveva fato levar el ponte, siebè el governador e tutti si trovono in grande affanni. Et consultato, ne era varie opinion, ma deliberano di venir a sguazar l’Adexe a Mazabò, mia 3 lontan di Verona. E cussi aviali, hes-sendo nel passo, fo cridato: arme, et la fantaria che fo el colonelo de Guagni Pincon si afrontò. La zente d’arme nostra era mia do lontan e non potè arivar. a tempo, dove fo roti li nostri e perso do falconeti e altra artelaria, eli’ è doi canoni, e manchò podio non perdesse altri do falconeti, per esser li bò che li conduceva tanto slrachi che non poteva più; li cariazi e cari pochissimi è scapolati. Scrive lui aver perso il tutto ; el scalco Agustin Zuan Polo, el cuogo e uno fante di stala non si trave, solum è con lui uno stafìer e uno fante di stala, e cussi à scapolalo solum do cavali et la camisa, zipon e sagio e capa di pano. Di danari di la Signoria persi da ducati 1600 in 1800 e li soi, e tanto mancho quanto ha servito alcuni; si-chè l’aquisto di Brexa li costa questo, e la tropo in-gordisa di nostri. Non ha boleta ni libro ni niensual e tutta la colateraria persa. El colateral Balaion à scampa li soi mulli, e per ventura per averne uno casehato in fango e fo causa di la dimora, e lo à messo fra le zente d’arme e sono stati salvi. Si poi dir esser sta sasinali dii marchexe di Mantoa, chezà parechi zorni mena simel pratichi) : e per quel si à visto el ha che le zente d’arme francese saltò la fantaria nostra cridava : « Franza, Franza, Tur-elio, Turcho », eli’ è l’insegna di ditto marchexe di Mantoa. Sichè scrive lui si ritrova senza camisa da mutarsi. Dii dito, date in Montagnana, a dì 13, hore 2 di note. Scrive aver recuperato li mulli e il scalcilo Agustin Zuan Polo, che veneno a passar a Bonavigo e andò a Cotogna, e de lì è venuti a Montagnana. Idio sia laudato. 1 nimici questa sera si ha dito esser grossi a San Bonifazio; ha mandalo fora spie, e venuto lì per aver li soi cariazi, e lassò el signor governador questa matina a Lonigo che zerchava far fermar le zente d’ arme, el non ne era bordine, e tien serano andati a Vizenza. Ozi a hore 17 è zonlo lì sier Poto Capello provedador zeneral, insieme con sier Domenego Contarmi va provedador a Bergamo. Di sier Polo Capello el cavalicr proveda- 268 dor zeneral, date ifi Montagnana, a dì 13, liore una di note. Come è certo si ara inteso el sinistro ricevuto da le zente nostre di là di l’Adexe, con el signor governador instesso. Et ozi, venendo lì a hore 17, hessendo apresso mia 3, ave uno messo pur di Montagnana, che lo advisava nostri di là di l’Adexe erano stà roti ; et comenzoe subito incontrar ho-meni d’ arine che se ne andavano a la sfilata e in gran numero verso Este, i quali subito fece ritornar e coglier da ogni banda e farli dar volta lì a Montagnana, dove ctiam à trovato el conte Bernardino, che era in quel bora gionto con la compagnia sua per la nova predicta, e prevedono in far alogiar et readunar queste gente come meglio si poi, clic tolte erano sparse e in fuga. E per quanto si va intendendo di bora in bora da più bande e diverse persone che zonzeno a pezo a pezo, trova el danno esser molto minore di quello prima risonava e si pensava, e sarà cossa da poter presto redrezar, et se la Signoria vorà proveder, facilmente si darà modo di ri-drizar el tutto e favorir le cosse di Brexa e seguir la vitoria pur oltra secondo li desegni nostri ; ne li è smarito lo animo, anzi più se li acende. Si tien ch’el governador sia reduto a Vicenza per quelle oportune provisioni che ricercha il fatto. Il colateral e pagatore si hanno trovato a questa furia, e perso assa’ di le