4 1 MDVII, > 10 Antonio fusse aperta la chiesi», peuitenlieri et gran concorsso di /.ente; ma quelli di la Piatude non volseno inganar niuno, et fu ben facto. È da saper, in questa note, a bore 7 in 8, in questa terra si vele in la luna il segno di la f, et assaissimo persone che andavano a le prediche la veleno : est mirum quid; et Jo parlai con molti che dicono haver veduto questo. A San Marco si monstre il sangue miraculoso a le scuole; a bore 3 fo compilo, che prima stevano tuta la note a monstrarlo. A dì 2, fo il venere sunto. Predichù a San Marco fra’ Hironimo Magnali, padoan, predichi a San Moisè. Fo lelere di Eiemagna. A dì 3, fo il sabato. Fo letere di Roma, di sier Zuan Badoer, dotor et cavalier, orator nostro, di l’intrar dii papa ; il sumario scriverò poi. Item, fo letere di Ferara, di la morte dii signor Sigismondo da la cha’ di Este, fo fradello dii ducha Hercules di Ferara, molto repentinamente ; il modo scriverò di solo ; havia anni.... In questo /.orno fo vento, et commenzò a piover, che za più mexi non havia piovuto, et era grandissima carestia di aqua per la terra, per li boni tempi andava. A dì 4, fo il zorno di Pasqua. Da poi disnar predichò a San Marco domino Bernardo Zane, arzi-episcopo di Spalato, in rocheto, con la slolla, e fé degna predicha. Et per il tempo a pioza il principe non andò con le cerimonie a San Zacharia a udir vesporo, ma ben si levò per andar, e ussite di diie-sia ritornò a vesporo a San Marco, che za molti anni più li principi non sono restiti di andarvi, dove era 11 perdoni di colpa e di pena. Portò la spada sier Zuan Corner, va capitanio a Bergamo; fo suo compagno sier Zuan Batista Bonzi ; et non vi fu zudexi di propio. Adì 5, luni di Pasqua. Da poi la matina, ¡litro li savij dii conseio electi : videlicet sier Domenego Trivixan, cavalier, procurator, et sier Alvise Venier ; sier Marco Antonio Morexini, cavalier, procurator, era amatalo, tamen voi intrar. Etiam mirò sier Piero Lindo, savio a terra ferma, et li savij ai ordeni nuovi ; et li capi di 40 erano za nitrati : sier Piero Morexini, sier Hironimo Lip|tomano et sier Mapliio Yiaro. Da poi disnar fo gran consejo. Fato avogador di comun, in locho di sier Benelo Sanudo, refudò per esser dii conseio di X, sier Francesco Morexini, dotor et cavalier, fo ambasador in Franza, el qual aceto et intrò. Et nota fo consejo, che prater solitum il luni si fa gran consejo, ma ben il marli di Pasqua. Ergo 7 cosse nolande fo questo mexe et anno, in questi I Diarii di M. Sanuto. — Tum. VII. APRILE. 4*2 zorni: videlicet la badessa dii sepulcro, qual non manza, vive di la comunion, à ’buio sangue, late e aqua di Christo in una impoleta, si die è santa. El ' Cardinal Grimani, suo protelor, quando el fu qui a Venecia, fo nel monasterio per veder, si come ho scriplo ili sopra. Secundo la f veduta el venere sanlo in la luna. 3.” gl crocefiso a San Zuane Polo, quando el predichador lo mostroe al popolo, volendo dar la benedition, cazele dii legno, el dete sul capo a una dona e le le mal. 4.° el di de Pasqua fo porta la spada per uno vice gerente, e il compagno vice gerente, videlicet uno avogador e uno cao di X. a.0 che ’1 doxe ussì di chiesia quel zorno per andar a vesporo a San Zacharia, et non vi andò per la pioza, che mai quasi il principe più è restato andarvi. VI.® che ’1 venere santo uno da dia’ Contarmi, zenthi-lomo, vestilo da povero dimandava elemosina scerete. 7.° che il luni di Pasqua fo fato gran consejo : ergo queste cosse va al presente. Ma non resterò di scriver quel udì’ di tre cosse è al presente in Venecia : grani foulego e poche balle; assa’ banchi, pochi danari; asse’ nave, pochi parlidi; et il brojo in culmine, adeo el vien a consejo 1800 ogni consejo, eh’è grandissima cossa e inaudita. Queslo à fato la parie messe sier Antonio Trun, di non cazar al primo capello; 2." li pochi inviamenli fa la terra per le cosse di Coloqul. Et è da saper, che al presente è messo il coverto al fontego nuovo, e in su la porla scrito di uiarmoro seulpido: Ifucatus Leonardi Lauredani, inclyti dtwis, anno sexto. Item, si lieva uno altro banclio di scrila queslo mazo, vide-licet sier Antonio Capello e'fradelli, quondam sier Lunardo, et sier Luca Vendramin, quondam sier Alvise, quondam serenissimo; (piai banco è stà principialo a far in queslo mexe in mezo di Rialto, solo il portego, dove mai non fu bancho; ergo sarà Pixani, Prioli, Capelli e Vendramini, nobeli, el Aggu-stini, popular. Nave etiam n’ è assa’, e si va facendo, per il don li dà la Signoria. A dì 6, marti. Fo pregadi. El fo posto, per li cousieri, clezcr do savij di terra ferma, in luogo di sier Zorzi Pixani et sier Marco Dandolo, doclori et cavalieri, sono oratori a Roma, fino che i vengono ; e fu presa. E fato scurlinio, rimaseno do nuovi: sier Alvise di Prioli, fo provedador a le biave, quondam sier Piero, procurator, sier Francesco Orio, fo avogador di comun, quondam sier Piero; solo, sier Francesco Foscari, fo savio a terra ferma, quondam sier Filippo, procurator. Item, uno orator al re di llagona, in loco di sier Cabriel Moro, el cavalier ; et rimase sier Francesco Donado, el cavalier, fo am- 4