339 MDXI, DICEMBRE. 340 nuta si haverà per necessità Gradiscila senza com-bater; et in questo interim far un poco de riparo atorno Cremons e lassarli custodia per securlà di la Patria. Ma l’exercito è molto mal contento et disperato per non haver auto danari; et il signor Vitello li ha protestato, e per non aver da viver voi andar verso il Taiamento e alozar in ville dove lui e li soi soldati babino da viver, nè più poi star lì per ’. non esser da viver, et che a Venecia sì lamentava di la soa compagnia che robava eie. Li rispose dolce parole, e non si volesse alterar, e che di queste robarie ha auto lotero di la Signoria, ma non si poi far altro, e con efleto la soa compagnia à fato danni assai, ma bora è il tempo di servir la Signoria; confortandolo cavalchar con lui. Si partì sdegnato etc. Et eri sera, venendo il pan al campo, ne tolse uno per forza e bátele li carigiatori, e lo parlile in • la compagnia, che non havea da comprarne. E ti am Antonio di Castello si ha levato con dir non voi venir, e questo per parole dii ditto Vitello, et l’à servito di ducati 110 tolti ad imprestedo. Doman verterà di redrezar le compagnie per potersi levar etc. La febre lo ha lassato, pur è debole e lasso e non si poi reaver. Et e discordia fra il capitano e domino Baldissera Scipion. e non pocha, et è tre mesi le zente non hanno auto danari. Item, domino Tlieo-doro dal Borgo e Francesco Sbroiavacha è venuto a dirli non polcno più slar senza danari. Loro rcsta-rano, ma la compagnia si partirà ; li lm persuasi aspelar etc.; dice à invidia a li morti. Noto: ozi fo posto parte per il Colegio dar ducali 2000 a li Coli qu. sicr Ilironimo Donado dolor, morto orator a Roma, ut in parte. Ave 86 de si, 98 di no, et non fu presa. 186 In questa matina, veneno in Colegio li 4 deputati andar obstasi in Alemagna, et li savii erano reduti a consultar, e la Signoria sola dava audentia, e tre di loro aceptano. Sier Marín Zorzi ol dotor pregò fosse aceptà la soa scusa; havia perso le sue robe di veslir e cavalchar quando da’ francesi fu fato prexon a Bergamo; sichè prega di gratin la Signoria acepli la sua scusa. Li fo risposto sariano con li cai. Da poi disnar, fo Pregadi, et poi lelo le lctere tulle, fu posto, per sicr Pollo Capello savio dii Consejo la parte de reformar le zente d’arme, e redurle a provision eie. Sier Gasparo Malipiero savio a terra ferma andò a contradirla, e il Consejo non lo volse aldir, dicendo non era tempo, ma di atender a la cossa di sguizari. E cussi d’acordo fu terminalo indusiar pro nunc. Fu posto, clic il govcrnador zeneral è verso Ci- vidal con la sua compagnia e altre zente, debbi ritornar a Vicenza, e lì star in ponto aspetando mandalo di la Signoria nostra. Et sier Zorzi Emo, fo savio dii Consejo, andò in renga e fece una bellissima renga, dicendo saria atender a mandar le zelile a la volta di Lombardia, hessendo vera quesla motion di sguizari, come da più parte risona, et lassar 300 cavali lizieri a Cremons, perchè quelli è in Gradiscila non potrano star etc. E putendo haver Verona si loia, e altre raxon oplime, e non alender a la impresa di Gradiscila etc. Parlò poi sier Cristofal Moro con-sier, dicendo non liaveno zente e saria de conseiar la materia di le zente d’arme, e parlò su la parte ole. Poi parlò sier Piero Duodo savio dii Conseio, e non compì, e fo d’acordo rimesso a doman. E fu tamen preso la letera che el govcrnador zeneral vadi a Vicenza con le zente l’à. Di lassar l’impresa di Gradiscila over non, doman si deliberali. Dii provedador Griti, di Santi, fo lctere, dì 17. Come a dì 19 sarìa in campo verso Gradiscila, e va con la compagnia di domino Jannes. Dii provedador Gradenigo, di 17, fo leterc da Cremons. Como era reduto lì, e inteso la dili-beration eli’ el provedador Grill vi vadi li piace assai, per ultimar la impresa etc. Di Vicenza, vene leterc di Zuan Piero Stella secretano, di eri sera Come à di Mantoa lettere, qual le manda a la Signoria nostra. Di Mantoa, di Paulo Agustini al provedador Griti, di 16, et in consonantia di Lodovico da Fermo drizate a Nicolò Aurelio secretario dìi Conseio di X. Sguizari desesi di Belinzona e preso Galarà e Busto, francesi li fono contra a Rho ch’è vicino mia 5 di Milan, dove fono a le man, e fu ferito missier Zuan Jacopo Triulzi, e monsignor di Foys et altri. Francesi erano ritrati a Milan, le zente d’arme e li fanti nel barcho, e tulli li francesi di Lombardia erano andati di sopra verso Milan per 186 questo molo di sguizari. Di Piero da Longena, di eri, da Monta-gnana. Come à aviso cerio di Brexa di quesla rota de’ francesi per sguizari, preso il signor missier Zuan Jacopo Triulzi, e monsignor Foys gran mastro esser ferito di tre ferite, una su la testa, una su la spala zanella, e una su la cossa zanella di balota di schiopeti, e ferito monsignor di la Peliza etc. i quali con le zente d’arme erano retrati in Milan in la terra etc. Et queste letere veneno tardi a bora che si disputava, el però fu indusiato a doman, perchè si averà più vero aviso.