UDVII, MAGGIO. 84 marchexe ili Mantoa, suo fraddlo; et ha reposto in loco suo domino Octaviano Fregoso, parente dii duca de Urbino. Da Pavia, di sier Antonio Condoìmer, ora-tor nostro. Come il re, avanti il partir di Zenoa, ha-via acresuto a quella comunità graveza di la 3.* g dia armata, a presso le due a governo di Prejam ; et so-licitavano la fabrieba dii castello a Codila. Item, il re havia a viali le sue artilarie per Aste e poi a Uon. Item, ha restituito el stato al Cardinal del Final, zoè il marchesato del Final, sul zenoese, qual era sl;\ occupato per uno suo fradello. Item, era sta posto a saeho cerio altro casteleto, nominalo........., a presso caslelazo, per le zenle francese, per contro-versia era Ira duo che diceano spelarli. Item, la (hrislianissima majestà zonse lì im Pavia a di 1!) con la fameja sua, et intrù con gran pompa ; le strade erano coperte de panni et archi triumphali ete. Item, esso oralor scrive aver in la sua bolega corde da li-gar di ogni sorte, sì che zeccherà satisfar. Da Milani, di sier Domenego Trivi.ran, el cavaiier, procurator, et sier Pollo Pixani, el eavalier, oratori nostri, et sier Antonio Con-dolmer, etiam orator nostro, di 24. Avisano l’in-Irar dii re in Milan quel zorno, a borre zercha 14. Le strade tute coperte di panni, e tapezarie assai per li balconi. Intrù por la porta vcrsso Pavia, dove erano preparati alcuni cari triumphali, qualli veneno avanti. Kl primo havia a’ 4 cantoni dii caro le 4 virtù cardinale, et in mozo una victoria armata, et c >n letere tnajuscule sehripto: Venit rex regimi, venit re.r victoriosus. Sopra l’altro caro erano molte spolie a refuso, indicante la victoria di Zenoa. Tuta la chie-resia andò incontra a la porla; erano etiam assai milanesi, armali luti di arme scoperte, posti ad ordine, el alpine compagnie de zoveni vestiti de seda celeste con i zigli, insigne regai. F.l hessendo in quel zorno meilemo, a bore zercha .. ., intrudi iti Mi-l.in essi do oratori nostri, et volendo andar fuor di la terra a incontrar la chrislianksima maestà, et erano vestiti di pano d'oro, a cavallo, et non posscndo nssir di la terra, per la moltitudine di cavali che miravano continuamente, soprasleteno; ita che, a Fmirar de soa majestà, volendo essi smontar per far revcrenlia a quella, li feze de man che non smonlas-38' seno, el, aproximati, salutorono con le barde in mano sua majestà, la qual etiam lei si trasse la barela e siete per bon spazio scoperta. Fate brieve parole, li fo assignalo loco driedo sua majestà, da poi del reverendissimo legato rothomagense et li reverendissimi cardinali, immediate con quèlli dii sangue regio. Et cussi inlrali fino al domo, inlrò sua majestà, vestita di pani) d’oro soprarizo, con bareta di veludo paonazo, solo uno baldaohino de damaschiti cretne-xin, portato per 4 primarij milanesi, sopra uno cavallo grosso coperto di seria. A le staffe crino el conte de Misocho, fiol di ntissier Zuan Jacomo Triul-zi, et il conte Antonio Maria Palavisino, vestiti di panno d* oro; la guardia de sua majestà tuia ben in ordine, et assai zenlhilomeni francesi ben vestili; el senato di Milan con assai signori, videlicet el mar-chexe di Monfera’ et missierZuan Bentivoy con uno suo fiol. Et seguivano immediate la christianissima majestà el legato sopradito con 5 altri cardinali, videlicet An francesi, videlicet di Albi et......., et quel dii Final e San Severin et il Cardinal di Ferara, ch’è arziepiscopo di Milan. Fo judicalo esser cavali olirà 25 milia, assai populo per le strade et balconi. E andati con questo ordine fino al domo, dove era etiam uno altro caro triumphal con le terre famose de Italia suso, Napoli, Venelia etc., e di sopra uno .love. El ivi smontoe el re al domo. Et expedila la oratione, andò in castello, dove a l’intrar fo deseralo assai ar-telarie, ita che Ira quelle et le campane et troni beli era grandissimo strepilo. Dieta majestà alozoe li in castello, si dice pochi zorni starà. Essi oratori nostri vederano aver 1’ audientia publica et privata ; unum est. fonno acharezati assai. Lo exereito di sua majestà è alozalo circha Alexandria di la Paja, Tortona, et parte versso Pavia e altrove. Di Crema, di sier Andrea Magno, podestà et capitanio. Fo leto una lelera, molto copiosa, di questo ingresso regio ; la copia di la qual sarà di solo. Da Costanza, di sier Vicenzo Querini, do-tor, orator nostro, de 24. Come ivi la cesarea ma-ji-stà continuava la dieta, e atendea a la unione di s^uizari, animata al passar in Italia per andar a Roma a incoronarsi ; tamen poria esser, che la celere partita di francesi farà mutar proposilo. Da Bassam, di sier Hironimo Nanni, podestà et capitanio. Cornea quelli confini dii Co-vollo erano parssi cerli fanti aleniani per voler passar, •pialli non erano stà lassati passar fino non habi ordine di la Signoria nostra. Fo laudalo et risposto per colegio. Et in mezo dii lezer di ditte lelere, hessendo re- 39 dulo il pregadi in gran consejo, accidit che ’I ca-zete certa gorna di piombo dii pala/o, dove se ri-conzava ; et |>er il cargo al canton soni 1’ oficio di le biave, fo minata una toresela, dove si meteva li ho-meni da conio, retenuli per il consejo di X el avo-garia, tamen con liccnlia dii consejo di X. Òr, cussi