JD/ MDXXX, defunti, nè si poi far bona elelion de più poveri et bisognosi, perchè molti poveri delli electi in le expe-tative, avanti habbino il benefìcio di quelle, potria occorrer che divenlasseno richi, el molti accomodati caduti a dita prova, quando si facesse la elelion de tempo in lempo nel vachar di le caxe, polriano alhora haver il henefìUo hessendo diventati poveri, però sia preso che così, come vacheranno le case, far se debi la elelion de lempo in tempo secondo la forma et disposilion di testamenti, la qual elelion sia fata per li diti Procuratori a bossoli et ballote con quelli modi et condition che in ditta parte si contien. Praeterea, atento che dicano che non se possi meter alla prova di le case de marineri se non persone che siano stati officiali de galla, sì solil come grosse etc., determinando loro la qualità di le persone, eh’ è conira la volunlà dì defunti, perchè dilli officiali per la mazor parte sono ben accomodali et non in quella necessità che molli altri poveri marinari discazudi, però sia dechiarido che per satisfar alla volunlà di defunti sia preso, che alla dila prova de case de marinari si possi meter ogni povero mariner noslro venètian et altri hahitanti in questa città iuxla la forma di testamenti. Al dispensar veramente di le helernosine alli Procuratori che dicono che a li notadi in essa Procurali li sia dato il suo ordinario insta il consueto, qual hanno dichiarilo al Collegio nostro esser fin a grossi 12, hessendo la poverlà et miseria de dilli grandissima et da esserli havulo più rispetto che a li altri per le raxon dite in esso Collegio, però sia preso, che a li diti noladi in esse Procuralie li sia dato ogni volta per cadaun ducati uno. De parte 455 De non 122 Non sincere 79 A dì 26, la «ialina. Vene in Collegio l’orator di Pimperador, solicilando la Signoria vogli elezer il terzo di quelli tre aricordali. Il Serenissimo disse si vederia eie. Da Constantinopoli, di sier Piero Zen et sier Toma Mozenigo oratori, di 22 et 26 avo-sto. Come erano siali a basar la man al Signor, et scrive le parole disseno davanli el Signor..... Et come a dì 29 partiriano per repalriar con le do galìe, nè mancava si non la lettera perchè di luto (1) Le carte 3 il e 3 il* sono bianche. TTEMBRE. 568 erano ad ordine. Et il Signor. ... per Bursa, per* andar a la caza, con 12 milia persone, dove starla do mexi, eh’ è su la Natalia. Item, 1’ haveva fato butar in aqua 22 galìe. Da poi disnar, fo Pregadi per li frati, el parlò sier Gabriel Moro el cavalier, uno di depuladi con sier Alvise Barbaro, sier Marco Malipiero et sier Lorenzo Bragadin, il quinto fo sier- Nicolò Tiepolo, ma andò a la sua legalion a l’imperador, el li 4 fece il disegno el uno processo, et concluse era cosa da prender qualche adalamento con li frali, per esser impossibile trovar li veri confini. Poi fo lelo le scrilure, et a hore 22 licen!iato il Pregadi senza far altro. Credo, il Collegio voi tralar qualche accordo con li frati. Da poi restò Conseio di X con la Zonta di Collegio, et fono sopra materia di Stado ; credo, zerca dar il terzo indice a li confini con re Ferandin eie., come dirò poi. Item, preseno una parie, che il reverendo domino Pietro B mbo, è a Padoa, sia quello scrivi latino la istoria veneta in loco del Navaier che morse, tirò 3000 ducati di provision et nulla scrisse. El al diio domino Pietro se li paga una eaxa, zoè il filo, dove I’ habili, da ducali 60 a 1’ anno, nè babbi altra provision. Item, fu preso una grafia a uno .... benemerito, li sia dato di poter cavar 4 homini di bando per homicidio puro, havendo la paxe, ut in parte. Da Susa, questa malina, fo lettere di oratori vanno in Pranza, di ... . Del suo zonzer lì, et passeranno li monti per andar al suo viazo. Noto. Si ave in questi zorni, per lettere di l’orator nostro apresso il duca di Milan, come era morta la fìa di la marchesana di Monterà, qual si tratava maritarla nel duca di Milan, et zà promessa al duca di Mantoa. A dì 27. Vene, la matina, in Collegio 1’ orator 342* de P imperador per cose particular el per haver risposta dii terzo iudice. Da poi disnar, fo Pregadi, et avanti venisse il Principe, con li Consieri steteno assai in la sua camera a parlar al reverendo episcopo di Chicli. Da poi, venuto suso, foleto molle lettere venute in questi zorni, scritte di sopra. Fu poi leto una lettera di sier Marco Antonio Contarmi, luogotenente in la Patria, di 20. Come, per uno venuto di Buda, ha inteso la paxe è fala fra il re Zuanne di Ungaria et re Ferandin, con voler dii Signor turco, et che le specie veranno per il Danubio in terra todesca.