413 MDXXX, AGOSTO. 414 secondogenito di la Maestà Cesarea era morto, la qual nova fu data per il serenissimo re de Unga* ria a Sua Maestà, la qual non si turbò cosa alcuna, immo disse al prefato serenissimo re che di questo non si era da doler, perchè Dio ge lo ha-veva dato et Dio gli 1' ha tolto, et che era in paradiso per pregar Dio per lor doi, sichè stesse di bon animo, et maxime che lei era giovane e la impnratrice giovene, et che sperava nel omni-potenle Idio che ge ne daria deli altri a exaltation di la christianità e della casa sua. La seguente notte, nel giardino delle regine, molli cavalieri allemani, borgognoni el boemi hanno combattuto alla sbara et [si hanno portato assai valorosamente. Questi giorni passati Sua Maestà è stata un poco rinfredata, ma bora sta benissimo. Alli 26 del presente, Sua Maestà, in abito imperiale, in pinza su un catafalco eminente, ha dato sacramento di fedeltà a tulli dui li duchi di Pomar, presenti lutti li Eleclori et principi alemani che si trovano qui. 248') Copia di una lettera scritta per il serenissimo Carlo quinto imperador al beatissimo Clemente VII. Molto santissimo padre. Benché el reverendissimo legato ha scrilto a Vostra Santità in che stato sono i negolii di questa dieta et speliahnenle quello che in essa sino a qui se è tratlato circa al remedio della nostra sanla fede cattolica, ché del lutto se li è dato el da par-ticolar conto et se piglia el parer suo in quello s’è da far, io ancora ho latto avisar l’ambassador mio delli ponti principali alli quali borasi alende, afinchè li comunichi a Vostra Santità. 11 che lasso da referir qui perchè per quelli serà informata de lutto el passalo, solamente dirò quello in che hor seino. Il che è che, benché nel principio io trovai el cognobbi nelli Eleclori, principi et popolo de lo Imperio, che si mostrano boni nella fede, bona volontà de servirmi, ma mollo gran deboleza et tepidilà per il remedio de le heresie et sette lu-therane, et nelli Eleclori et principi et Terre de altra opinion tanta volunta el oslinalion de mandar avanti el suo mal proposilo. Comunicai et conferii con li dicti Eleclori el principi che sono boni quello contien la scrittura che mi fu data dal (1) La carta 247* è bianca duca de Saxonìa, Eleclori et altri principi, che seguono el contrario. Et tratando di quello che si deve risponder el indrizar el negolio al fine che desideramo, per quanto si ha potuto sentir et rilrar de la inlention loro, non voriano per modo alcuno ad aprovarmi per iudice in questo negolio et sottomettersi alla determination^nia. Et benché de ragion io son, et di fallo lo porria comandar, la exe-culion di quello che si accordassero seria difficul-losa, si per esser molti di quella seda come anco perchè altri non intenderebbeno alcuno delli errori che coloro tengono, non si essendo fatti li debiti compimenti ; per il che parve che se li dovea domandar se haveano o voleano dir o aggiunger altro, affinchè, udito et visto ciò che dissessero, se li rispondesse in una volla sopra il tutto. Li quali hanno già risposto, firmandosi nel fisso proposito. In questo mezo el reverendissimo legato ha atteso et attende con molti theologi et litlerati et persone notabile in praticar et procurar la risposta che se 248* li ha a far, affinchè per le ragion di essa risposta si confondino et disfacino le ragion che loro allegano per suslenir li soi errori, et vengano in co-gnossimento di quello che debbono come catolici christiani. Et benché a questo si attenda el sia di procurarlo con loro cum tulle le persuasion et admonition et per altri mezi che par a noi utili, le oslination loro é si grande che si tien per certo che hanno da persister che si concieda el Concilio che domandano; et non se li offerendo, non solamente non si rilraranno el apparteranno da suoi errori, ma persevererano in essi con maggior con-slantia et li accresceranno ogni dì, et polriano pigliar occasione che ne succederia inconvenienti et danni che non si polriano remediar, perchè in quello che con essi si è tratlato, come ho ditto, in una parte si é cognosciula gran lepedità el debolezza, ne l’altra gran voluntà di star nella ostinatimi sua, come ha ben visto el reverendissimo legalo. Et già ciascuno distraca et, dove non è particular inimicitia el utile, quello che loca alla fede fa poco el caso, et infine in tulio si cognosce desiderio di maggior ordine di quello che ci è. Per il che ha .parso alli didli Eleclori el principi el a tutti che, quando non si possi far altro, serà necessario, et il vero remedio, offerirli el ditto Concilio fra qualche tempo et in loco conveniente, con con-ditione che fin lanlo desislino et se appartino delli loro errori el si conferrino a viver cattolicamente et in fede et obedienlia ddla Santa Madre Chiesa. Et già che Vostra Santità ha cognosciulo la inlention