25 MDXXX, MARZO. 20 Et dito sier Gasparo non era in Pregadi, ancora che 'I poi venir, poi il suo ritorno di orator, non melando balola fin S. Michiel, et sier Toinaxo Con-larini, suo fradelo, andò a la Signoria cridando, se so fradelo ha fato mal felo apiear, ma prima aulir- lo ; non ha colpa alcuna ; con altre parole. Et sier Marin Juslinian savio a Terraferma andò in renga, el contradise a la zonla del Foscari, dicendo, sier Gasparo Contarmi non ha colpa, danan-do la dita parte, eie. Da poi sier Alvise Mozenigo el cavalier, sialo orator a Bologna, andò in renga et iustilicò sier Gasparo Contarini, dicendo è di grandissima impor-tanlia questo moto, aziò non venisse a le orechie del Turco, però si dovesse sagramentar il Conseio et comandare grandissima credenza, perchè questo fa-ria irritar el Turco conira de nui. Andò le parte : 10 fo del Foscari, il resto de le letere, et fu presa el fo comanda di questo grandissima credenza et sagramentà il Coiiseio. Fu posto, per li Savii tuli, la comission a sier Toma Mocenigo, va oralor al Signor turco, in con-clusion, che ’I vadi, apresenli el certifichi lì bassi el 11 Signor, volemo manlenir la paxe, et la paxe fata con l’imperalor et li allri serno sia sforzati a far, et poi vengì via. Fu posto, per li dilli, la comission a sier Francesco Bernardo, va bailo a Conslanlinopoli, et se li disse, et a l’oralor el a lui, conferissa il tulio con domino Alvise Grili, el sier Piero Zen vengi via, ut in commissione. Fu presa. Fu posto, per li Savi a Terra ferma, che sier Marco Minio eleclo orator al re Chrislianissimo sotto pena de ducali 500 se debi partir da inò mezo aprii proximo, ut in parte. El li Savi del Conseio, excelo sier Marco Minio che non si puoi impazar, messe, alèùto dito sier Marco Minio fo eleclo in altro tempo, et che hessendo mula el tempo el le cose, pertanto sia deliberà che’l primo Conscio per scurtinìo sia eleclo oralor in Franza con ducali...... al mexe per spexe, meni con sè cavalli 10..... computa il secretano con il suo fameio, el do sta^ (ieri, el parli con la comission li sarà data per questo Conseio. In la qual parte mirò li Savi a Terra-ferma, el andoe una parie sola. Ave .... Fu chiami G3 zeutilhomerii, tuli di Pregadi, andar diman a condur li oratori cesarei in Collegio, et admonili tuli vadino, solo pena di ducali 5. Fu posto, per luto il Collegio, che le 550 mo-nede d’ oro di ducali 10 I’ una, donale per la Cesarea Maestà a li 5 oratori uostri a Bologna siano poste in Zeca el disfate, et di qucle lati ducali ve-neliani, ut in parte. Fu. presa. Ave: .... Fu posto, per li Savi luti, una parte, qual non fo mandata, di far uno capitatilo di fusle. A dì 12, fo San Gregorio, sabado. Vene in Collegio il legalo del papa, el parlò zerca li danari promesse dar il papa per la Signoria, dicendo non è honeslo il papa li dagi ; con altre parole. El il Serenissimo li rispose, che nui senio obligali a pagar quanto sona li capitoli et è scrilo, et li 25 inilia ducali dia haver è presti el prepararli, ma de questi altri non è da parlarne. Veneno li tre oratori cesarei, per li quali fo mandati 49 zenlilhomeni, luti di Pregadi el che vien in Pregadi, li quali saranno nòladi 'qui avanti, il primo era sier Marco Dandolo dolor cavalier, parte in seda, parte in scarlato, et andati a levarli in la Procurata fo di domino Marco Grimani sora la piaza, veneno li diti oratori acompagnati da l’oralor del duca de Milan et l’oralor del marchese di Man-toa. Sono, primo, il protonotario Marino Carazolo, vestilo di raso negro, ¡(aliati, monsignor di Memoratisi borgognon, vestilo di saio d’ oro, el domino Rodorico Nino cavalier, spagnol, qual è di l’ordine di cavalieri di .... el porta una enee rossa nel petlo. Questo farà residenti» qui. El in Collegio in-trali, il Serenissimo li vene conira lino zoso del tribunal per farli honor. Et poi, apresenlala la lelera di credenza, data a dì 20 fevrer 1529 in Bologna, il Carazolo parlò. Summario di quello expose il reverendo proto- 12 notario Carazolo, orator cesareo, in Coìegio a dì 12 marzo 1530 in la pubblica au- dientia. La cesarea Maestà, Serenissimo Principe, poi ben ringraliar Dio non tanto de li gran Stadi I’ ha, di la felicità de le vitorie baule, quanto che sempre vedendo la chrislianilà andarse minuendo el declinando, ha continue Imbuto in animo di tneter pace fra chrisliatti, et praecipue fra la Italia, al qual suo santo desiderio, per la malignità di tempo, la fortuna invida sempre se li ha oposto cimi diversi mezi, ita che questo suo bon pensier non ha prima potuto haver loco cum sua grande amaritudine el displicenlia, però che tuli i pensieri di Sua Maestà era et è ad unir la chrislianilà a la defension del comune inimico. El vedando l’iminente pericolo de la chrislianilà, et che le loro forze se andavano ani-chilando, el lo inimico farsi ognor più polente, non