47 MDXXX, MARZO, 48 per Aldo Brandini furon deto al Martelli et al Castiglione che si spogliassero in camisa, et senza be-rela, et che pigliasseno uno guanto et una spada per uno, che a quel modo voleano coinhalere. Et cussi si spogliorono et presero uno guanto et una spada per uno, et voleano cominciar ad colpirsi ; ma prima per Joan Bandin fu vibrata la spada sua, qual vibrando si spezó in dui pezi, et lui cussi vedendo dimandò un’altra spada, et coloro non voleano li fusse data, dicendo che loro haveano cielo le arme et che lo haveano fato a malitia, dicendo se loca a loro si spezerà al primo colpo, et se loca a uno de nui la vibreremo et si spezerà et nui ne pigleremo un’ altra. Et costoro alegavano che il dover volea che non havendosi comincialo ad colpire, et che la spada si rompesse, ne poleano pigliar un’ altra ; et che lai cosa non haveano fato a malitia. Et così fu mollo disputalo per spacio di più di hore Ire. In questa disputatoli el si trovava forsi da 3000 persone sopra uno cerio colto, quali stavano per veder ditto abatimento, erano mescolati di quelli di drenlo cum quelli di fora, el per gratia di queli dentro, non obslante la fede fatasi da una banda el da l’altra, furon tirati due colpi di arlelaria grossa a la volta di quel monlicello, et per miracolo de Dio non colse niuno, se non che porlo via il capo ad uno cavallo, qual era di queli di drenlo, et non fece altro male. Finita che fu la disputa, el fu dato un altra spada a Joan Bandini el 11 rilornorono ili campo et cominciarono a tirarsi di coltellate a cui più potea, talché il Bandini dete da 9 ferile al Martellini che combatlea con lui, el diio Martelini si reslè, et il Bandini non fu loco altrimenti. Il Brandino, da poi che fu mirato in campo tirò una grande cortelala al Castiglione a la volta de la lesla, qual la volse riparar con il brazo manco, et ricevè sopra diio brazo una cortelala, di lai sorte, che mancò poco non gli tagliasse netto il brazo. Et quando dito Dante si senti ferito il brazo con la mano di la spada, si mise a suslentar l’altro brazo, et cussi con la spada drita si cacio adosso al nemico el li dete una slocata ne l’ochio, et sleleno poi uno pezo a le mani, pur a la fine il sangue moltiplicava a Brandino nel viso, tal che più non vedea, et cascò, et alora si rese. Et cussi vien haver guadagnà uno di quelli di dentro et uno di queli di fora. Et notale la sorte, che di queli di dentro ne era uno picolo et uno grando, el di ^queli di fora il simile, %* et per sorle locò a Joan Bandini, che è grando, a combaler con il Martelini, che é picolo, et a Dante da Castiglione che è grande con Aldo Brandini che è picolo. Vui avete inteso il tuto. Questi tre feriti stanno molto male, el dicono per morir, videlicet Aldo Brandini, el Martelli et Dante da Castiglione et il Bandini non è loco in parie alcuna. Nè altra particularità per bora si ha di questo abatimento, se non che si dice che Joan Bandini sarà dimane de qui, insieme con il signor duca Alexandro di Medici, qual era andato a veder questo abatimento. Questa malina Cesare è stalo a messa a San Mi-chiel in bosco, con una bellissima compagnia. Sua Maestà era vestilo con uno beretin di velulo negro una camisa lavorato d’oro, uno giuppon di restagno d’arzenlo che trà al pavonacio, et cussi uno saglio senza maniche, el calze negre, scarpe di velulo negro, una vesta di velulo violeto, fodrata come il giuppòn, et saglio con alcuni cordoni d’oro. Et la spada cinta con il fodro di veludo negro. Cavalcava una muleta picola con li fornimenti del color del giuppon, saglio et fodra di vesta ; et eravi molti el molli signori, ma di grandi non vi era, salvo il duca di Ferrara et il marchese di Monferà. Si dice, Sua Maestà si partirà questa septimana ad ogni modo per Manloa, el per luto questo mexe per Trento, el si ha da ritrovar a parlamento con Ferdinando. Penso che dimani che è concistorio se publicherà li qualro reverendissimi. De Bologna, a dì 13 marzo 1530. A dì 16, la malina. Fo lettere di Bologna, di 4 oratori, di 14. Prima, ch’è certissimo la Cesarea Maestà parliria luni sarà 21 per Mantoa, et poi andarà in Alemagna. Iteni, che hanno ricevute le nostre letere con il Senato, zerca la retification fala per il serenissimo re Ferando, qual non stà in bona forma, et non bisogna quel exordio di nominar turchi ; unde subito andono. Vene il capilanio zeneral da mar in Collegio, vestito di veludo cremexin alto el basso, acompa-gnato da 5 procuratori, tra li qual sier Domenego Trivixan el altri, et referite brieve, riportandosi riferir in Pregadi. È stalo fuori mexi....., et zorni . ... , Vene il Legato, con do oratori di la Cesarea Maestà in Collegio, videlicet il protonotario Cara-zolo el domino Rodorico Ninno, che dia restar qui. Et qui il Legato et il Carazolo, uno da parte del papa, 1’ altro da parte de l'imperator, exortò la Signoria a prender qualche sesto con il duca de Savoia pel reame di Cipro, qual ha gran raxon in