21 o MDXXX, MARZO. 22 9 Capitolo di lettere da Nurimberg, di 21 fe-braro 1529, scritte per Joan Olivieri fiorentino a Piero Corbole in Venetia, haute a dì 9 marzo 1530. Intendo come ¡1 Turco mele a ordine grande armata, per mandar socorso in Hongaria, di che ancora qui ne habiamo nove di Polonia et di Cracovia, venute a questi giorni a questa Signoria ; et veramente è triste nosra. Referisse apunto per teiere fresche di Viena, di 16, che ’I vaivoda in Strigonia ha dato una gran rotta a le zente di rè Ferando, il numero ancora non si sa certo, et di haver sbara-iato tuta la zente, et tolto gran vituaria et monition, ma l’artelaria dicono haver salvalo, et parte de le vituarie alcuni dicono haver loro medesimi falole anegar, perchè non vengano ne le man de nimici. Il conle Nicolò de Salm, con altri capitanei, a gran fatica hanno campalo la vita : et a la ventura sarà magior danno che non si stima, perchè di presente non si sa el parlicular. La Maestà del re si trova a Praga, dove ha tenuto una dieia con li signori del paese sopra el voler danari. Prima propose volerne in presiedo, e di poi pur in prestito con darli segurtà, zoè casteli et altro del paese in pegno, la terza voler meier uno taglion o dazio sopra li formenli et altro. Di che hanno risposto non ne voler far niente, nè darli più un soldo, per haverne dati per el passato molto più che non doveano. Narrorno lui essersi obligalo quando lo incoronorno, el cussi promesse a loro di suo proposito, de non volere meter nuovi daci el molte altre particularilà, che sino adesso n’ ha messo a loro tre et sino su cha-mangiari el di ogni minima cossa, come su l’ova, cepole, fantasie, et altro che si haveano comprato, ma questo non volevano comporlare, nè dare, né prestarli più danari, ancor che prestare gli ne potessero molti, el che bastava queli haveano dati, che era pur assai, di quali non hanno fin qui visto fruto alcuno, anzi ne havea tenuto, un altra dieta in Osterai), zoè in Austria, apresso a Linz, dove el medesimo li havea risposto, in modo non ha pos-9* siilo far niente. Et si dize si tornerà a Linz, dove è la sua corte et la’regina con l’altra vedoa, per venirsene poi a la volta de Yspruch a conlrare el aspelare il fralelo. Per ancora non si sa dove dapoi si lerà la dieta, pensiamo o Augusta o Ratisbona, benché non si crede, per non haver loco sufficiente respelo a la vilualia, ma più tosto si judica a Spira, respeto che principi sono più comodi et con manco spexa vi si troverano, et cussi si tiene. Da poi che è morto il signor Gasparo Nuzoli, che faceva gran favore a questa fede luthera, c’ è opinione debano (ornar a la prima fede, et già ne hanno mandalo a Cesare do ambassalori a Bologna, con autorità de fare al luto. Cussi piazia a Dio, che cussi siegua ; nondimanco non restano però di non murare el far bastioni a le terre franche el a forli-fiearsi al possibile, el lavorano ogni zorno grandemente, et cussi le faranno per luto inexpugnabili col tempo, di sorte che non barano paura di alcuno. Quanto al fare un re di Romani, per ancora non se ne parla, el sarà da poi, quando Cesare sarà in queste bande. Et del seguito per zornata sarete avisalo. Iddio che conosce i bisogni lassi seguir el meglio. Da Manloa, di 7, vene l’orator del marchese, el io mandò una lettera dentro in Collegio. Avisava haver di Bologna, come certo, a dì l i di questo la Cesarea Maestà si partiva per andar in Alemagna, andarla a Modena et poi a Manloa, haveria con sé cavalli G000, el 12 milia fanti, et par ne voi far..... italiani. Da poi disnar, fo Conseio dì X con la zonta. Fu preso, che luti queli deposilerano in Zeca, come fu preso, si toy a l’amontar de ducali 10 milia, ut in parte. Fu preso, che li danari deputati a li Monti, si debano pagar da le Camere di lerraferma per l’ave-nir, el del passado, darli certa limilation. Fu preso, una gratia, de maislro Antonio Al-chieri nodaro a la cancelaria, stato con sier Zuan Villuri provedilor zeneral in Puia, habi l’officio de nodaro al zudegà di Examinador prifìio vacante, ut in suplicatione. Fu preso, dar a Stefano Bonlcmpo rasonato de la Signoria, alento la gran fatica sua, olirà li 100 ducali li fo dati a l’anno, altri 100 ducali, ut in suplicatione. Fu posto, de luor li sali venuti da Traili per conto di sier Marco da Molili procuralor, et pagarli a ducati .... il mozo. Et non fu preso. Da Bologna, di tre oratori nostri, fo letere, di 8............... Et di sier Marco Antonio Venier el dotor, orator apresso il duca di Ferrara, di 8. Scrive beri sera a hore .... zonse de li con la excelen-tia del signor duca, et hozi è stalo insieme con esso