499 MDXXX, AGOSTO. 500 voslrc signorie tulli li debiti mesi per la preserva-tion di questa cillà per noi usali che possibel siano, coslreli a questo, et vostre signorie seguirà poi quelo .'che li parerà di essa cillà. Ma ben ne dole che li nostri pareri non li potranno far intender nè veder nel vostro generai Consiglio, il qual è capo a signori de la cillà, nè per noi si è mancato, come in le nostre appar, desiderar che esso Consiglio intendesse li nostri pareri et discorsi et, secondo quelo che in dillo Consiglio fossi stato ottenuto, noi seriamo .siali conformi, restando certissimi che a qualunque de! mondo parie et qualsivoglia huomo di guerra o non di guerra, a li quali le presente nostre et le passale perveranno, daranno intero judilio qual siano stali gli animi, l’amor et fede verso questa cillà. Et perché il tempo fugie, voslre sign)rie faranno subila risolutone, aciò he possiamo parimente subito risolvere. Servitor Malatesta Baglione. Servitor Stefano Colonna. A eli 8 exvosto 1530. Questa è la licentia, data al signor Malatesta Baglione per li Signori fiorentini, del capi- taneato generale. Considerato li spettabili signori X di la libertà et pace di la republica fiorentina, quanto virtuosamente et prudentemente lo illustrissimo signor Malatesta Baglione, cl signor capilanio di questo exce-lentissimo dominio, si ha operato ne la difesa de la cillà di Fiorenza, el quela per insino al presente di habbia cimi la sua virlù et presenlia da dui potentissimi eserciti diffesa et mantenuta, in tanto che non solo la persona di sua illustrissima signoria, ma tutta questa città in ogni evento ne resta gloriosissima, hessendo questa republica risoluta al voler con le forze et combatendo tentar I’ ultima sua fortuna, il che essendo con infinite ragioni stato de-suaso da sua illustrissima signoria, alegando questo con ragione di guerra non si poter o dover fare, et che sua excelentia per non esser imputalo apreso a principi del mondo et gelosa de l’honor suo, come è conveniente, non è mai per consentirlo, anzi che persistendo la cillà nel medesimo volere processa di non voler intervenir con la persona ne la città, et però con bona gralia di queste signorie domanda licentia di poter partirsi di quela; et conoscendo benissimo dilli signori Dieci che volendo la città risolutamente eombaler, et hessendo sua excellentia nel grado del suo capilan alo, questo non si potrebbe far senza gran carico di sua excellentia, se ella fusse presente ne la città ; però a causa che da la cillà noslra non sia maculalo 1’ honor di quelo, dal qiial per il passato F ha ricevuto inli-niti benefici, et spera ancora haverne a ricever, a causa che queste presente habbino a esser verissimo testimonio di le sue bone operaiioni et de la verità, però dicli speclabili signori excelsi, col parer et volunta di magistrali et excelsi signori, et venerabile collegio del consiglio de li LXXX, eldi la Pratica, per il presente partito et liberation, detono piena, bona el libera licentia al prefalo illustrissimo signor Malatesta, et sua excelentia liberorno dal peso et carico di la condulla del capitanéalo di la ditta excelsa republica fiorentina, concedendo al prefalo illustrissimo signor Malatesta piena sicurtà el salvocondulo 299* di tulle le presente, di poter sicuramente partirse con tulle quele persone parliculari che piacerà a sua excellentia, et con tutte quele robe che a sua excellentia verrà bene, el di più di lassar ne la città tutte quele persone che per negotiar sue facende li tornasse a comodo. El perchè la cillà si è trovata per il passalo et trovasi di presente in tanti travagli che non si é possuto verso sua excellentia far nè con fati nè con le dimoslralion quelo che le bone sue opere hanno meritalo, havendo speranza che la cillà habbia con felice successo ad possarsi, si oliere per le presente a sua excellentia rieognoscerla publicamente come meritano et ricercano li beneiitii da sua excellentia ricevuti. Mandantes etc. Da Boma, di li avosto 1530, al signor duca 3qq di Mantoa. Dopo il primo aviso eh’ io detti a vostra excelentia sopra la dedilion di Firenze, il qual aviso non fu in tulio secondo eh’ io scrissi a quela, perochè non fu vero che 1’ ¡lustrissimo signor Ferando fusse ricercalo ad mandar persona in la terra a pigliar il possesso al nome de lo imperalor, vene beri sera Borlolorneo (Baccio) Cavalcanti genlilhom^ fiorentino mandato da quela cillà per ambasalor a Noslro Signore, ma Sua Santità non gli ha dalo audienlia liti questa malina, volendo che fossero presenti li oratori cesareo et di Hongaria quando li parlasse seco. Così, secondo intendo da Soa Beatitudine, ha portalo bona disposition di quel popolo verso essa, et ha falo scusa del passato, suplicándola a volerli perdonar li peccali commessi, el haver in protection le cose