393 MDXXX, AGOSTO. 394 verno aviso da Napoli che ’I conte di Nuvolara per gralia di Dio è fuori di pericolo, et che presto è per ricuperar la sanità ; del signor marchese dicono che ’1 mal suo sarà un poco lungo. 234* Ex literis domini Francisci de Gonzaga, daiis Romae, die 22 julii 1530. La pratica di l’acordo di Firenze si risolse in nulla, come vostra excellentia haverà inteso, nè si spera più olirà di quelo che per le mie precedenti li ho significato. La provision del dinaro per li pagamenti de’ soldati è fatta per Nostro Signor per tutto settembre, nè si resta di trovar tuttavia modo per andar ¡nauti quanto sarà bisogno, non intendendo Sua Santità di mancarli fino al fin, duri la impresa quanto tempo si voglia. Qui è missier Pier Francesco di Ponlremolo, venuto novamenle di Pranza, con ordine del re, circa lo andar in Firenze o ristare, di exeguir secondo sarà di inlen-tion di Sua Beatitudine. Penso che per anco non sia fatta alcuna determinatici), ma ben, secondo comprendo per il parlar di Sua Santità, ella ha poca volunlà di attender più a pratica niuna di accordo, vedendo che non si può prestar fede a cosa che si dimostri per queli di dentro, ma si lassarà che ’I tempo li astringa fin a quel zorno che non potrano far altramente, poiché si vede ’non esser rimedio a la sua pertinace oslinatione. 235 1530. Die 2 augusti. In Rogatis. Ser Andreas Mudatius, Ser Aloysius Mocenico eques, Ser Jo: Franciscus Mauroceno, Consiliarii. Ser Petrus Quirino, Caput de Quadraginta. Ser Dominicus Trivisano eques, procura tor, Ser Lconardus Mocenico procurator, Sapientes Consilii. Negociando in Alexandria Francesco de Vico del 1527, 1’ hebbe da unotmoro, nominato Cogia Mohamet, de zenzari cantera 94 rotoli 50, et de pevere cantera 20 rotoli 4, con paelo de pagarli fin certo tempo l’amontar, come nel suo mercato si contien; i quali zenzari et pevere havendo mandà de qui cum le galle capitanio sier Bertuzi Conta- rmi, lui ha falito, si parlile poi de li et absenlato. Per la qual cosa il dillo moro è venuto di qui domandando justitia, per rehaver quelo che dice era tutta la facullà sua ; onde ogni zorno già molli mesi frequenta el palazo et l’audienlia da la Signoria nostra, instando con le lachrime a li ochi, sichè l’è da haver al poverhomo hormai rispetto. Ma che più imporla etiam è questo, che lassandolo partir senza alcuna provision é da dubitar di qualche innovation et garbino a li nostri mercanti, gionto el sarà a le parte de 11, cosa de la qual convien al Stalo nostro haver precipua considera* lione. Il che prevedendo, li maiori nostri ottimamente statuirono per leze che, per li nostri, da mori non se polesseno tuor robe de sorte alcuna a tempo. El in questo caso ancora questo excede per la fuga del ditto de Vico, ch’èjudicà fraude el de-ceptione per lui usala verso el dillo moro. É adunque cosa degna de la republiea nostra, sì per debito de la iustitia come etiam per far quanto se die verso li-subdili del serenissimo Signor turco, per evitar ogni rechiamo et scandalo, et etiam per re