165 HDXXX, APRILE. 166 signor duca di Mantoa da parte di la Signoria nòstra. Quella ringralia mollo, dicendo haver dato zà li ducati 25 milia, et ha modo di trovar 100 milia ducali contadi per mandarla; et che l’imperador li.ha dato in Reame, in vita soa, ducali 2000 a l’anno de intrada. 94 Copia di una lettera di Palermo, di sier Pe-legrin Venier fo di sier Domenego, di 15 Marzo 1530, scritta a la Signoria nostra, et recevuta a dì 26 aprii. * Serenissime et excellentissime domine, domine semper colendissime. Per lettere di 21 del passato da Maiorica affir-mano Barbarossa, over suo ncpote, con 15 fuste et 5 galle ritrovarsi in quelli mari, el ben a ordine. A Barzelona et Perpignan era morbo, et havea piove-slo assai in quei paesi, de modo tormenti erano de-clinadi molto de pretio, et in questo regno ha valso tari 34 a Termini, bora lari 18 a Sciaco et le trate cum unze una per salma de nova imposta etiam per luogi di Sua Cesarea Maestà ora son con tari 6, sicome per altre notificai a vostra excellenlia. La saxon voria aque, per le qual de continuo se fa letanie, et se ha seminalo molto più de li anni passali. ' Ad Augusta per lettere di 8 me scriveno do nove che fra Bernardino gionse li giorni passati con fama de haver preso duo navilii de turchi partiti de Alexandria per Costantinopoli, dove rilrovorno specie assai et ori, 1’ uno de’quali se brusò con li homeni, el che havevano turchi captivi ; insuper che havevano da vender pannine, stagni, carta, de modo se suspectava havesse preso alcuna nave de la nalion nostra. Non havea possuto fin quello giorno haver salvocondulo da quello illustrissimo gubernalor di Saragoza. Danno fama voler ritornar in Marseia con la preda. Intorno a questo regno sono da fuste 12, divise, et da Tunis, per lettere di 21 del passalo, si preparava da fuste 30; da Zerbi el Giudeo se mete\a ad ordine et minaza questo regno, et se dize haver oplima intelligentia con Barbarossa. LI serenissimo re de Tunis era in campo et havia hauto vittoria conira tutti nemici. Et suplico Vostra Sublimità, del credito mio ho con quella corona, voglia far provision opportuna, al navegar di le galle, che possa haver il mio pagamento, che manifestai a la excellenlia vostra. Quando mandai el mio in quel regno, era suo paJre in bona pace et confederatimi con la illustrissima Signoria vostra, et da uno re amico mi è tenuto zà tanto tempo el mio, che, quando alias ha fatto simel progressi con altri nostri mercadanti, la Signoria vostra li ha provveduto de li opportuni remedi et aslreto con equità a la salisfazion. Il medesimo suplico Vostra Serenità voglia provedermi el coadiuvarmi eie., el 94* poca speranza son per poter haver de aver el mio. El qual fa sempre dir a cui li ha dimandato per mi, al tempo de le galle provvederia. Et cusi ilcrum quella supplico et vehementer obsecro ad prevedermi, che ben sa la Sublimità Vostra non ho ricorso, salvo de dir sub umbra alarum tua-rum protege me, Domine. La religion di San Zuane si è afirmada a Sara-gosa da persone 5000 fra tulle, e apresso 5 galle, do grosse nave, 4 fuste et 5 barze, 3 gaiioni, el è dito haver ottenuto da la Cesarea Maestà T ixola de Malta et Gozo etiam a Tripoli el non son venute per ancora tulle le provision, ma si tien per cosa certissima, et già ha preparato di far nova città a Malta sotto il castello da aqua, adriedo. Del ’ lutto sono per haver grandissima necessità, et bisognerà servirse et provedersi di questo regno et di altre parte. In porto de Messina 5 galle di questo regno et do del signor di Monaco se fanno preste per andar a schazar le fuste de mori in conserva di le galìe et fuste de la religion predilla. A la Golela era slà conduló una nave earga de alcuni cantera 1500, et il re li havea comprati a ducati 2 >/2 il canler ; etiam uno bergantino con balle 40, sede. Iddio reslori i perdenti et provedi al bisogno ; el qual suplico conservi et prosperi vostra signoria illustrissima, a la cui gralia per sempre mi ricomando. Summario di una lettera di sier Priamo da gg Lese capitanio di Padoa, data in Vicenza a dì 23 aprii 1530, scrii a a sier Lodovico Tìarbarigo suo cugnado. Narra il partir dell’imperador da Peschiera per andar a Trento. Come scrisse da Cerino, arenle la Chiusa, lutto il successo infino la levata nostra la matina per accompagnar Sua Cesarea Maeslà fino a li confini, et per il tristo allogiamenlo che havevemo facessemo bona levala, che fo più di quello vossamo, perchè stando in letto vedevemo le stelle per esser caxa mollo aierosa. Et, per esser alozati lo’nlano da lo im-perador da 2 in tre miglia, monlassemo a cavallo et