77 MDXXX, MARZO. 78 li rispondi liberamente, la Signoria ù contentissima di reformar la paxe et la debi riformar; al che se li dà ampio sindicà. Quauto a l’altra, che hessendo-gli fatto alcuna richiesta, loi tempo di uvisar di questo la Signoria nostra, dicendo non haver hauto commissiou di questa cosa. Et primo, parloe sier Marco Antonio Corner et ben. Et di la prima li altri Savi si rimosseno et fono contenti conzar la parte, ma di la seconda, non. Et li rispose sier Marin Justinian savio a Terra ferma. Poi parlò sier Lunardo Emo laudando l’in-dusia, si polrà scriver per terra a Poralor volle tre avanti el zonza. Et per esser 1’ bora larda, volendo risponder sier Marco Minio savio del Conseio, io rimessa la materia et comandà grandissima credenza. Tamen di la seconda poi li Savi si tolseno zoso, volendo aspetar letere da Constantinopoli che tardano pur assai a venir. Fu posto, etiam hozi, per li Consieri, una taia a Crema, per 1’ homicidio seguido in la persona di missier Zuan Andrea da Piasenza dotor, da alcuni incogniti, che chi acuserà babbi lire 600, et sapendo li delinquenti, ditto podestà possa meterli in bando di terre et luogi, con taia, vivi, lire 800, et morti, 500, et confiscar li beni. Et fo per letere di Crema, di 20 novembrio. 200, 1, 4. 42* A dì 27, domenega quarta di Quaresima. Noto. Uozi a Bologna in capella del papa, il reverendissimo cardiual Corner dia dir la sua messa in pontificai ; ne ha ben diio per avanti. Di Verona, di reofori, fo lettere, et di quatto nostri, di 25. Come hanno di Manloa, hozi dia zonzer in Manloa la Cesarea Maestà, et si dice starà lì 10 zorni. Hanno scrito al proveditor di Peschiera dagi li cari al nontio cesareo per condur le burchiele, etc. Vene in Collegio l’oralor cesareo, al qual, per il Serenissimo, li fo fato lezer la risposta del Senato, zerca non poter darli il duca di Urbin capilanio ze-neral nostro. Vene l’orator del dito duca, et li fo dito per il Serenissimo la risposta fata ut supra. Da poi disnar, fo Gran Conseio. Vene il Serenissimo el do marchesi, quali non volseno senlar apresso il Serenissimo, ma apresso li Avogadori con li compagni Floridi, zoè sier Zuan Lippomano qu. sier Hironimo et sier Andrea Pasqualigo qu. sier Piero dotor et cavalier, videlicet il marchese di Monferà et il marchese di Arescol, fo nepote di monsignor di Cleves fiamengo, venuti tulli do a veder questa terra. Era con loro sier Tomaso Con- tarmi, fradello di sier Gasparo Coniarmi, per conoscer dillo marchese in Spagna. Fu Iralo, a pagar la paga di marzo del 1482 Monte vechio, per secondo, il seslier di Ossoduro. Fo fatti tre Consieri di Venezia: di Ossoduro, sier Agustin da Mula fo cao di X, di San Polo, sier Marco Dandolo dotor cavalier, fo savio del Conseio, di Santa Croce, sier Zuan Francesco Morexini, fo consier per danari, ltern podestà a Padoa, sier Zuan Villuri fo proveditor zeneral in Puia, di 53 balote da sier Jacomo Corner fo cao di X qu. sier Zorzi cnvalier procurator, et altre cinque voxe. Fo il perdon di colpa et di pena hozi a Sanlo Alvise, hauto da questo papa per l'abriear la chie.-sia ; comenzò beri a vesporo, dura per lutto hozi a sol a monte. In questa sera fu fato un festin et banchelo per 10 compagni Floridi, a so spexe, in chà Querini Stampalia a Santa Maria Formoxa, al marchexedi Monferà. In questa malina si intese per lèttere da Gallipoli, di....., come la nave che andava in Alexandria con mercadantie, patron Matliio de Do-nado, qual era morto nel viazo, era stà presa da uno corsaro siciliano, et quella menajda a Saragoza; et questo perchè il capitano zeneral Pexaro li prese una nave soa. Ilorha aulo danno, sierMafio Bernardo dal Dancho ducali 5000 et altri, sichè il danno fo ducali 30 milia in zerca. Noto. In questi zorni si bave aviso da Caorle esser morti 5 in una caxa mollo presto, si lien sia peste, per il che li Provedilori sora la sanità bandi-zono'queli di Caorle non venisse de qui. Summario di una lettera da Mantoa di 25 marzo 1530, scritta per Fàsin Diriccio a sier Tomà Tiepolo qu. sier Francesco, è con sier Nicolò Tiepolo el dotor, orator nostro a la Cesarea Maestà. Come marti da sera, fo a dì 22, giougessemo in Manlua, per essersi partiti la domenica a dì 20 da Bologna, et alozono ne lo allogiameulo datoli per missier Zuan Batisla di Malatesli ne la conlrà di San Salvador, in caxa di madama Lionora Catania vedoa, genlildona da ben, gentil et cortese dona di grandissimo governo, di elade di anni 45, da la qual fossemo ricepuli con aliegra ciera. Et a Bologna alozavemo in caxa di madama Zenevre Cathania vedoa, molto differente di questa, Ilora, gionli qui a bore 24, non liavendo sapulo il si-