407 MDXXX, ACOSTO. 408 piglierà conclusion del dillo Concilio. Molli ragionamenti si fanno per la corle sopra ciò, che tra le altre cose par che la magior parte inclini haver opinion che, facendosi la election del luoco, habbi da esser Mantua ; altri dicono di Turino. Pur questi sono disorsi di persone che non intendono più ol-tra. Intendesi il Turco far grandissimi preparamenti di guerra dal canto di Hongaria per l’anno che vien a danno di la christianità. Di Pranza si ha nova di la consumatone del matrimonio dii re con la regina in Bordeos, et come in quelle bande stavano in grandissima consola-tion et alegria, attendendosi a feste, giochi et trium-phi, et si fanno beffe di chi crede che dal canto di Pranza si pensi a cose di guerra, perochè, secondo scrivono, l’animo del re è di conservar la pace, per quanto sarà in poter di Sua Maestà, et continuar in bona inteligentia et union con lo imperalor, sicome si convien al vinculo di la parentela che hanno insieme. Di Fiorenza non c’ è allro, se non che già Ire di si hebhe avlso di la infirmili del prineipe di Orange, et pareva che ’1 mal fosse grave et de im-porlantia et non senza dubio di sospeto di peste, havendo sua signoria una febre mollo intensa con dolor di tesla et vomito; pur non hessendosl inteso alleo di tristo da poi, si spera che debba esser seguito miglioramento. 243* Dal signor Ferante Gonzaga, dii campo a Iio- rema, a li 27 di luio 1530, al signor duca di Mantoa. Fu per l’ultima mia scrito a la excellentia vostra che si slava aspetando la risposta dal signor Malalesla Baglione di quel li havea scritto de qui il parente suo Bino Signorelli ; la qual risposta hes-sendo venuta tanto confusa che sopra essa non fu fatta conclusion alcuna, il prelato Bino fece risolution volersi transferìr a la Santità di Nostro Signor per cercar quele condilion da lei, le quali qui dal signor principe non havea possuto ottener. Il che hessendo preveduto da sua excelenlia, per mantenersi ne la repulation sua, anticipò di mandar uno homo avanti per averlir di luto ciò Sua Beatitudine et operar ch’ella ne la risposta da farsi a costui si volesse trovar conforifie con prefala sua excelenlia. Aspettasi il ritorno de costoro con inlention d’eseguir l’ordine che da essa Sua Santità ne sarà mandalo. Copia di una lettera di Augusta, di 27 luio 544 1530, scritta per Pasin Berecio, è con lo orator nostro Tiepolo, a sier Thomà Tie-polo qu. sier Francesco. Scrissi a li giorni passali come si dovea giurar fidelitade a lo imperador, et li aviseria. Beri fu fata, et non mi trovai in la terra, sichè non posso ben parlicularmenle avisar come passorono le cerimonie; ma riportandomi al dito de molli di la fameia nostra li significherò in parte il successo. Era fabri-cato un palco sopra la magior piaza di questa citarle, dove si fa il mercato del vino, apresso a una casa grande dove si vende pane, sotto, et si fa una becaria, coperto solamente il loco dove sedeva lo imperalor, che era eminente in capo di dillo palco, di uno baMachino d'oro con le arme di l’imperador, sopra il qual andò Sua Maeslà con la Maestà del re suo fralelo et li Electori di l’imperio. Et an-dorno prima ne la caxa apresso al palco, dove ve-slirno lo imperalor di manto et corona imperiai, et il re di manto et corona regai, et li Electori cum habili ducali et da Electori, con baiate che haveano le foggie de armelini, et similmente le veste loro haveano li frisi di armelini, ben a diverse fogie le veste et de diversi colori. Apresso a lo imperalor, a dextris, sedeva il Cardinal di Magonlia, primo elee-tor de l’imperio, sotto il baldachino di l’imperator, con un messale o altro libro in mano che lenea apogiato a le ginochia de l’imperalor ; a sinistris sedeva il re ; et poi da ogni parie li Electori tulli che erano presenti, et in loco di dui absenli li oratori soi sopra le banche, le qual erano coperte di panno d’oro. Li altri cardinali, zoè di Leze, di Sal-spurch et di Trento, con altri principi, erano tulli in piedi, et alcuni di loro administravano quelo era necessario. Così stando, veneno Ire trombeli, coren-do a solla briglia, sonando, et drielo a questi circa 80 cavali, che haveano ogniuno in le sue man una banderola turchina con un grifon, et portavano uno stendardo rosso. Et cosi corendo, circondorono (re • volle il ditto palco et casa contigua, et poi lorno-rono inalili il palco, et doi smontorno et andorno suso, et immediate rilornorono giuso, et corendo se ne andorno a la porla di la cilade, dove era il 344* duca di Branzvich con Ire principi insieme, et corendo poi tutti a solla briglia con li predilli cavali, andorono inanli il palco, et tulli qualro insieme smontorno, et fate Ire riverente se ingenochiorno nanli a lo imperalor et li presenlorno alcune letere t