95 MDXXX, MARZO. 96 54') Summario di una lettera di sier Antonio Zor-si qu. sier Francesco, di 30 marzo 1530, in Vicenza, scritta a sier Hironimo suo fratelo. Narra di la casa fatta in man-toana. El sabato a dì 26 fossemo in castelo di Mantoa, la malina, a mossa ne la camera de l’imperalor insieme con molti signori, et poi vedesemo Sua Maestà a disnar, et il duca di Ferrara li dele la tovaglia a le man, et uno altro grande Paqua. Et poi, senlado Sua Maestà a laola, el duca di Ferrara slava in piedi apresso Sua Maeslà, poi il marchese di Manloa, poi il marchese del Guasto, poi il conte Paladin et altri assai signori, luti con la bareta in man, fino Soa Maestà disnò. Et la prima cossa fu uva fresca, poi li fo messo su la (avola molli piali coperti, qual el suo che’I serviva li discopriva, et li mostrava quelo era, et quelo che non li piaceva li feva di alto sì o no. Un piato di vuove li fo mo-strado, lo mandò via, el manzoe alcune fete di pan in una piadena et melcva onto sutil suso. Poi li fo portà un certo luzo et etiam rane ; mandò via molti altri piati di pessi, et voi (ulto li sia apresen-tadi visi al suo deputado a questo. Soa Maeslà manza pochissimo pan, et manza lietissimo, et manzo hozi poco, perchè voleva cavalcar, bevete doi fiate, et manzo due scalete da poi pasto. Da poi disnar, andò a la caza a Marmaruol, el uni driedo, ma fus-semo un poco tardi che non potessemo azonzer, ma vedessemo tre porcili zingiari morti, uno de li qual ne fu dito Sua Maestà con una zanela lo ferite nel montar sopra una riva, el poi luto il resto li fu adosso dito cingiaro el lo compiteno di amazar. Poi andò in campagna a far volar li falconi a...... Questo fu a dì 26. La domenega a dì 27, la malina, fussemo invidadi a uno palazo del marchese, mia 5 lontan di la terra, chiamato . . . . , dove dovea andar a disnar l’imperalor, et poi disnar si dovea far una belissima caza. Vedessemo quel be-lissimo luoco avanti zonzesse Sua Maestà, qual poi vene el ne passò acosto, ma non volse fusse visto a disnar qui ; fu preparato da disnar per tute per-54* sone da conto, et tavole assai con caponi et colombini, et altra carne, et varie sorle de pessi. Etiam nui disnassemo lì, apartadi, con boni pessi, a lasol-daresca in piedi. Poi disnar andassemo in campagna, dove li fu più di 3000 cavali, et vi era molti zentilhomeni nostri. El bosco fu circondato da vili) La carta 53' è bianca. lani assai, dicono da 3000, et arlelarie, per cazar fuora le salvadesiue del bosco; ma la quantità di cavali et rumor impediva, alalchè l’imperador in persona coreva sopra uno cavalo liardo, facendo di alto a le persone si slargasse dal bosco, et questo per gran spazio di luoco. Et il marchese di Mantoa andò ancor lui facendo far largo ; ma non li valse, che il rumor fu sì grande che non vene altro fuora del bosco che uno cervo. Et corendo il Cardinal Medici, uno can li andò davanti el cavalo, che fece retenir esso Cardinal ; la Maestà de l’imperador che correva ancor lui, andò adosso el cavalo del dillo Cardinal, sichè tutti do cavali cascono, et cussi loro ; ma subito fo levadi, et non fu senza pericolo. Hor, amazado che fu il zervo, tuli partì ; et Sua Maeslà andò con il marchese in uno suo parco serado, dove li erano molte salvadesine, et lì fece corer et far un altra caza ; poi si tornò in la terra. Luni da matina a dì 28, Sua Maestà doveva venir in chiesia a veder il sangue di Chrislo, et' li fo fato lo aparato el la messa ; ma non vene. Et fu dito, beri a di 29, si dovea far un altra caza, et poi una bela fesla di done, ma non volessemo più star, et heri matina partissemo et andassemo a Verona. Et hozi siamo venuti in questa terra, et diman a Padoa, a Dio piacendo, poi a Venetia. La partida de l’imperator non si sapeva quando ; fino heri da matina era da expedir 120 supliche de napoletani. El duca de Ferrara va con Sua Maestà fino a Trento. Passas-semo per Villafranca, dove si feva l’apparalo, et heri andò lì li proveditori et capitanei di Padoa et di Vicenza ; ma per mia opinion starà qualche zorno ancor a venir. Die ultimo marcii 1530. In Rogalis. Ser Lucas Truno procurator, Ser Gaspar Maripetro, Ser Marcus Minio, Ser Petrus Landò, Ser Nicolaus Bernardo, Ser Leonardus Emo, Sapientes Consilii. Ser Jacobus de Canalis, Ser Franciscus Venerio, Ser Marinus Justiniano, Ser Marcus Antonius Cornario, Ser Franciscus Superantio, Sapientes Terrae firmae. Fu deliberà in questo Conseglio, solo dì 5 marzo 1528, che, per li XX el XV Savi da esser eleti,