331 MDXXX, LUGLIO. 332 194 Dal signor Ierrante di Gonzaga date in lo exercito cesareo a Fiorenza, a dì 29 de augno 1530, al signor duca di Mantoa. Havendo per altre mie a longo scritto quel che in questo exercito era degno di aviso di vostra ex-cellenlia, et per hesserli al presente poco da dirli, per questo sarò curio, et solo li avisarò come dui di sono fu preso una spia che usciva fuora di Fiorenza, la qual examinala confessò che veniva qui indrizala ad un capitanio Mariano da Viterbo, che è del colonnello del signor Pirro del Gasici di Piero, al quale molle volle era venuto, el disse che esso havea concertato con esso capitanio che era contento, una notte che a lui tocasse la guardia, darli maniera di entrar ne li nostri repari el darli de più lutto quello aiuto et favor che per lui si potesse ; per la qual cosa esso capitanio fu subito preso dal signor principe di Orangie et posto in pregion dove ni presente dimora, ma fin qui non ha confessalo niente. Tutti questi colonnelli el capitani de la na-tione stanno disperati de questo, et instano che se ha fallito sia castigato, perchè gli pare molto male che havendo lor servilo tanto bene et con tanta fede come hanno fatto, che adesso, a la fin de la impresa, un tristo -gli habbi a levar quel che con tanta fatica et travaglio hanno guadagnato, et de più promette la nation nostra in boca de altri, che in vero in questa impresa non hanno servilo niente meglio che essa. Di Fiorenza se intende che de dentro stanno malissimo, et che hanno deliberalo per ogni modo voler uscir fuori a couibater con noi, quali aspetamo de bonissimo animo, perchè ne pare, se venirano, che senza dubio nissuno li romperemo, et per poterli meglio recever, li repari che furno fatti il) questo inverno, per le aque che sono state et caldo che da poi ha fatto erano molto calati, et adesso tulli si refano et si rialzano, et tulle le guardie si sono radoppiale, di maniera che se venirano da noi non si può pensar altro se non che riportaremo la certa vitoria, et per questo desiderarne mollo che vengano per ussir una volla da così fastidiosa guerra come è questa. Da Roma sono più di 12 zorni eh’io non ho nova, et credo che non sia fatto niente, perchè con la captura di quelli che voleano lossicare Nostro Signor haverano haulo tanto che fare che lì non (laveranno potuto attender a cose particolare. A dì 7, la matina. Il Serenissimo vene in Collegio, sichè sta meglio. La terra, di peste, eri, niuno, et di altro mal 10, el non fo lettera da conto. Da poi disnar, fo Pregadi et vene il Serenissimo, ma mal poi caminar, et fo lelo le lettere venule questi zorni, et queste di più. Da Zara, di sier Marco Antonio Contari-ni conte et sier Zuan Alvise Venier capitanio, di 29 ztigno. Come quelli di Segna et Fiume con 12 barche erano andati a Obrovazo, loco del Turco a la marina, el brusato 4 fusto et il barzo, el queli del castello ussiteno fuora et ne amazono da zerca . . . . , et 50 se anegò, i qual corpi, presi, taglio-rono la testa ; el questo è il successo, ut in litteris. Da Cividal di Friul, di sier Gregorio Fi-zamano proveditor, di 3 luio. Scrive in conformità questo aviso di Obrovaz, videlicet hassi per riporlo di uno merendante habila qui, partido da Fiume a li 27 del passato a hora di vespero, sicome quel giorno erano venule lettere a quel capitanio del capitanio di Segna, che li narava ne li giorni passali haver mandalo 300 homeni electi da Fiume, Segna, Pesin et. quelli altri lochi vicini, con una fusta fatta novamente a Segna et alcune altre barche ad arsaltar el loco di ObroVazo, qual arsallo-rono di notte, et entrali in quel borgo, li turchi che erano a quella guardia, dubitando questi fusse-no in maggior numero che non erano, se ne fuggirono in castello, et essi senza contrasto abrusorno le fuste che erano ivi fatte nuovamente da turchi, et sachegiorono et malmenorno il borgo. Et ritornando con la vitoria si incontrarono in esso capitanio di Segna, qual li fece ritornar et di novo andar in (erra. Havendo lassala certa poca guarda a la fusta et barche, turchi presero animo el uscirno dal castello, et combattendo li misero in fuga, et amazorono ben 130; li altri a gran fatica si salva-ron a la fusta et barche et se ne erano ritornati a Segna. Et quel capitanio haveva spazalo sue lettere a Fiume dimandando aiuto di zente, dubilandose esser asaltado da li turchi, perchè tra li morii de Obrovazo Vi erano 50 di quelli di Segna et li mior che havesse a quella guarda, et a Fiume si facea quelle poche provision che si polea per mandarli aiuto. Da Pexaro, vidi letere di 3, drizate a l’ora-tor del duca di Urbin. Scrive havemo ancora nova qui come havendo li albanesi fato molte scur- (1) La carta 194* è bianca.