149 MDXXX, APRILE. 150 dava verso Fonterabia per haver li soi figlioli, et par che queli soi contano li danari a monsignor de Prato, ne era ducati 2000 de monede d’arzento, che li cesarei non li voleva tuor, dicendo li capitoli dice in oro, il re ha ordina li lassi 60 milia ducali de dille monede de più, i quali li tengano fino li darà tanto oro. Scrive, esser nova de 11 che ’1 duca de Milan era amaialo a Bologna. De Anglici, de sier Lodovico Falier orator, di .... , molto vechie........ 84 Da Itoma, de sier Antonio Surian dotor et cavalier, orator nostro, di 15. Scrive, come a di 12, a bore . . . , introe el pontefice in Roma con pochi cavali, senza alcuna solennità a la sua mirata. Lui oraior inlroe la sera avanli. Scrive, come il dì seguente, a dì 13, esso orator andò a far riverenlia a Soa Santità, et li aricordò la materia dì le decime. Disse, passa questa selimana santa, saria con li cardinali. Scrive zerca le cose de Fiorenza stanno al solilo, assediali tulle le zelile de là de Arno. E venuto qui a Roma Bazzo Valori, commissario del papa in campo, con 4 altri capilanei, rechiedendo al papa 30 milia ducati, che, haven Ioli, voleno dar un arsalto a la terra. A dì 20, la matina. Fo el primo zorno poi le feste. Vene in Collegio sier Marco Antonio da Canal, venuto capilanìo de Famagosta, dove è stato per danari, et ha vadagnato assai, in loco del qual an-doe sier Ànzolo Justinian, edam per danari : era vestito damaschin negro di varo, el referite di que-le fahriche eie., jusla il solilo. Il prefalo sier Marco Antonio da Canal è venuto ......... Veneno poi tutti li oratori, è in questa terra, videlieet : il legato, li do cesarei, quel de Franza, quel de Anglia, Milan, Fiorenza, Ferrara et Mantoa, et tutti inlrorono in Collegio a un tratto. Et il lega- lo parlò per tulli, dicendo, hanno inteso esser stà preso una parte, che li oratori da primo mazo in là non habbino più caxe, fornimenti di quele, barche, nè dazio del vin, sicorne erano soliti haver, di che si dolevano molto, che ... ....... Et il Serenissimo li usoe in risposta alcune parole, che la parte era stà messa, el in Pregadi el in Gran Conscio, perchè la Signoria era inganala da li nostri ministri propri di le Raxon vechie, et etiam per far quelo vien fatto a li nostri oratori che mandemo atorno. 84* Da poi disnar, fo Pregadi, et leto le soprascrile lettere, ma non quele de Cividal di Friul, che scrive di la morie del Turco per esser una materia et cossa aon credula dal Collegio. Di sier Atexandro da chà da Pexaro, prò-veditor del’ armata, data in gaììa .... Scrive laudando sier Hironimo Bernardo soracomilo, è stato con lui, et esser stà in ordine et ubedienle a le fazione. Fu posto, per i Consieri, Cai di XL, Savi del Conseio, Terraferma et Ordeui, che dovendosi circoncider i fig'ioli del Signor turco, li sia laito uno presente di la valuta de ducali 2000 in panni d’oro, di seda, o quelo [»arerà al Collegio. Fu presa. Fu poi intrato in la materia di scriver a Con-stanlinopoli zerca li porli el vituarie, richiese el magnifico Imbrain bassa, come per lettere del reverendo domino Alvise Griti se ha inteso. Et fu posto, per li Savi del Conseio excelo sier Gasparo Contarini, sier Jacomo da Canal, sier Mario Justinian, Savi a Terra ferma, et li Savi ai Ordini, scriver al reverendo domino Alvise Griti, sier Piero Zen, orator et vicebailo a Conslanlinopoli, in risposta, che (tessendo più richiesti di porti etc., li debbino risponder, come per la bona paxe el amicitia ha la Signoria nostra con el Gran Signor, semo contenti di darli porli el vicluarie eie., ut in lit-teris. Et a P incontro, sier Gasparo Contarini savio del Conseio, sier Zuan Antonio Venier, sier Marco Antonio Corner el sier Andrea da Moliti savi a Terra ferma, voleno che hessendoli più fallo tal richiesta, toglitio tempo de scriver a la Signoria nostra, ut in parte. Andò primo in renga sier Gasparo Contarini, et parlò ben per la sua opinion. Li rispose sier Jacomo da Canal savio a Terra ferma. Poi parlò sier Marco Antonio Corner savio a Terraferma. Li rispose sier Marin Justinian savio a Terra ferma, qual fo mollo longo et tedioso. Volse andar in renga sier Marco Contarini, è ai X Savi, qu. sier Bortolomio, P hora era larda. Fo comanda grandissima credenza et rimessa a expedir doman. A dì 21, la matina. Non fo alcuna lettera. Va- 85 ne P orator del duca de Urbin capilanio zeneral nostro, dicendo el suo Signor stà meglio di la fe-bre, et dimandò danari del suo quarliron, de quelo se paga in questa terra. Li fo dillo, si provederia. Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonla, et comanda etiam P altra Zonla in materia di Sover-gnani, per certa dechiaration bisogna a la parte presa, de la qual le parte non se contenta, maxime