443 MDXXX, AGOSTO. 444 litio, copiose. Di fuste etc. Avisa, li formenli pochissimi su l’ixola; hanno sera le traile fin per Spagna, ancoraché Barcellona et Valenza è la peste et ne habino grandissima carestia. Che Andrea Doria é in Barbaria con vele 130 et fanti 30 milia, per il che Barbarossa corsaro con il Zudeo, con vele sie erra a Zer, va dubitando de lui. Et in fin di la lettera scrive, ditto Doria ha solum 00 vele et 6 in 7000 fanti. 269 Copia de una lettera di sier Piero Zen, orator al Signor turco, data in Pera adì 13 luio 1530, scritta a sier Catarin Zen e fra-delti, soi fioli. Narra li triumphi fatti a Costantinopoli. Fioli carissimi. Aziò che possiate de queste feste falle et che se farà fino alla fin di questo inexe, et principalmente cum il magnifico missier Marin Sa-nudo nostro Intenderete come e) giorno de 27 del preterito si dete principio alla feste. Et in quel giorno molto per tempo nui dui oratori et el magnifico baylo andassemo al loco che ne fo depulato, et qual era per l’incontro del palazo a questo effetto nova-mente fabricato in una altezza sopra questo campo del podromo; el qual loco nostro è il miglior et più honorato che sia sopra questa pinza, ben adornato, sì per el star del giorno come etiam per el dormir la note. El in questa abitazion medesima vene etiam el reverendo domino Alvise Grilli et el magnifico missier Ilieronimo Lascilo vayvoda de Transilvana, che lutti comodatissimamenle slavano. Fu deliberalo in questo primo giorno che prima li magnifici bassà el poi i beglarbei de la Grecia et de la Natòlia basasse la mano al Gran signor, et nel terzo locho a nui, zìoè il reverendo Grilli oralor regio el el magnifico vayvoda de Tran-silvania et nui. Et fu questo bellissimo giorno de una honorala et suprema vista, peroehè questo podromo tulio pieno de grandissimi homeni i quali a piedi erano in questo campo, che a cavallo alcuno non ve intrava, excepto quelli delti grandi et delle nostre persone, che lanlo quanto desmonlavano era permesso. La qual moltitudine, non ostante la difflcullà de non far strepiti el desordeni, stavano talmente ordinati et con lauto silenlio et reverentia ad aspettar la presenta del Gran signor, che fo un veder non senza admiralion. Poi a l’hora debita comparse li doi magnifici bassà, che fo el magnifico Agias et el magnifico Cassim, li quali andorono a li loci soi dove li ornatissimi pavioni erano apparali. Et poco da poi vene il magnifico Ibraim bassà con tanta gravità, che ben se li pò dire secondo imperatore, et etiam lui andò al suo deputato paviglione, el qual era posto nel primo locho. It> questa expecta-tion gionse li noncii alli magnifici bussà che el Signor era propinquo. Se mossero li magnifici Agias e Cassili bassà a piedi, et andorno ad aspeetar Sua Maestà a P intrata del podromo. Et lì giolito el Signor, uno per ladi se li messe alla staffa. Et intror-no prima alcuni bellissimi cavalli in destra de quella bellezza et richamente ornali che ben potete pensar. Poi inlrò Soa Excellentia sopra uno cavai bagio arabo, ma grosso che ben rompería una lanza, el qual, al sono de quelli infiniti confusi inslrumenti 269' che lì vi erano, non poteva lenirlo che sopra la terra non ballasse, dove se vele una destreza in governarlo, che non si pule dir che Sua Maestà non sii uno bellissimo cavalcatore, et tulli li soi giesli de tanla gravità che ben pareva uno monarcha. A-domato con uno caftan de raxo cremexin, el qual haveva un friso al taglio azemin una quarta largo, tutto pieno de precióse pietre poste con uno bellissimo disegno azamo : li adornamenti del cavallo et delli tre scudieri, che al solilo li vanno driedo, potete ben pensar come riebissimamente erano adornati. Giolito che fu a mezo del podromo, li comparse pur a piedi el magnifico Ibraim bassà, el qual se li apresentò con una grandissima reverentia et se li pose alla brena, et a quel modo salite al deputalo loco, el qual novamenle, come ho predette, li fu preparato de una nova fabbrica, la qual haveva una sala de passa 30 longa et de passa 10 larga, et in capo li era uno mastabè allo, che con qualro scalini se asen-deva*. de longeza de passa 5, et lì sopra posto era el suo solio d’oro adornato di zoglie, el telto tulio coperto de richissimi panni d’oro, el el pavimento di eletti et finissimi tapedi. Li presenti, che havevano ad far li prenominati magnifici bassà et beglarbei e ' nui, erano tutti in mano de chapizì e gianieeri ordinatamente posti a linea uno da poi l’altro, de lutti li 3 magnifici bassà, che più de 500 li lenivano. Et poi quelli delli beglarbei della Grecia et delia Natòlia, che da 200 et più li portavano, olirà 11 garzoni di etade di anni 15 in 16 con li soli cercholari d’oro, tulli vestili de seta, et poi corsieri 15 a mano della sorte bellezza che potete pensare, giudicati de uno grandissimo precio; el circa altralanli ne forono nelli presenti di beglarbei. Poi questi seguilorno quelli del reverendo Grilli et nostri, che 100 li portavano. Et a questo modo con grandissima reverentia et silencio ogniuno bazò la mano al