415 MDXXX, AGOSTO. 41(3 mia, et di che sorle et quanto chiaramente li ho sempre parlalo, li dirò el vero et quello che giudichi di questo, afinché sora tulio Vostra Santità determini quello che vederi esser el meglio, come ho dillo. A tulli par che ’I vero remedio sia il Concilio: li tristi lo desiderano, pensando vincer alcuna di le opinion loro; li byoni, affinchè con esso aremediano le male opre de ii tristi di non ottengino quello che desiderano et procurano per coprir la mala intenlion sua, che se l’ottenisseno sèria un dar audacia a ciascuno di suscitar cose che poi non si potessino o sapessino remediar; li boni ¡stessi lo desiderano per non voler el mal ordine per l’ave-nire, affinchè non sia cagione de maggior male el ■249 nuove heresie. Li mali che ne poiria succeder non facendolo seria infiniti, tra quali al parer mio li principali sariano di la desobedienlia di cosloro, inler tanto la molta gente ckdguadagneriano, perchè quelli che sono secreti se descopririano el quelli che stanno in dubbio si delerminariano in favor loro, perché dirianò che ’1 Concilio se li niega perchè in esso si havea a dechiarir li perversi errori che loro tengono. Li buoni se ne doleriano del tutto et per-deriano l’animo vedendo non esser soccorsi col Concilio, il qual tengono per vero remedio del tulio el fama et nome di bene. Et la principal causa si darà a Vostra Santità et a me come principale. Quelli, che col mancamento di costoro pensano venir al di sopra, non haranno ardir di parlar per la forza che con questo i tristi guadagneriano. A l’incontro li beni che ne seguiranno sono infiniti, perchè intanto hanno da viver nella nostra fede, se hanno da umiliar al Concilio nel quale el ben che si farà non parrà che si fazi per volonlà loro, ma che si facia per bene. Se non accedano cosi iusla offerta, tulli saranno contra di loro; si Paceteranno, si farà el bene, et cusì seranno condennali o iudicati come meritano. Facendo il Concilio si farà lutto questo et molle altre cose bone, el successive se remedie-ranno infinite cose triste. Per il che pare che ce ne sia gran necessità, et si vede chiaramente che tulli lo desiderano et si cognosse quanto sarebbe odiosa cosa a li più el non farlo, el in che pericolo si metterà questa Germania, fli’ è la più forte et bellicosa provinlia che terra della chrislianità, che finita da infetarsi non é da dubitar che presto si haveria da expelar la perditione del resto. Lo haver visto tulio questo et che havendosi ad aprir questa aposliema a fin che non havesse a scoppiar nel capo, la voglia più presto» aprire per .... , comunicandola con li boni di questo imperio; et avi- ; sala Vostra Santilà de la opinion loro et de quello che hanno consigliato el quasi offerto per dar più animo et volunlà a questa cosa, et puosi anchora securlà de aprir esla malina ricordandomi di quello che parlai con Vostra Santità in Bologna, ragio- 249* nando sopra di questo, che ella me disse che, parendomi che per bene di la christianilà se havesse a convocar lo Concilio, se convocarla, essendo pace, senza la quale non sia da farlo non ci concorrendo li altri, il che cauxeria più presto una sisma che Concilio generale. Considerale adonque lutto questo et il piacere il quale harano di haverlo faclo, et quello che cognosco et so eh’ è la bontà el integrità et de savii et buoni ordeni de la savia persona di Voslra Beatitudine, el qual carico che essa et io ci leviamo da dosso la iustification che.....far quanto aspetta a noi, et se mancamento alcun ce fussc se redirà chi ne è causa et se cognoserà che non è per colpa noslra, poiché lo desideremo et cum tutto il possibile lo procuramo. Mi farà che... . . . mollo offerir il dillo Concilio et che saria bene che fin da bora Voslra Santità notificasse ii tempo et loco, assicurando per sue lettere che Voslra Santità non ha da mancar, anzi quanto più presto et in verità et senza (¡elione lo farà, di che io la insto et suplico afin che guadagnatilo la gloria de tanto bene et non ce sia dato colpa de. la qual, se P havessamo, ci potria nasser gran vergogna, danno et male. Et al presente è bona coniectura de poterlo far per esser, come la è, la pace universale; et potendosi sospettar che per lo advenir habbia ad esser guerra, debiamo credere che non sia si presto che di turchi, o impazi el Concilio. El quando pur nassesse guerra, allora se vederà quello sia da far per el meglio, et in tal caso il lutto seria romperlo et revocarlo, perchè, non lo facendo nui, per sé stesso se faria, el se vederia da chi procede la colpa et se vedrà chiaramente che non sarà per defedo noslro, et che Voslra Santità et io habbiamo fatto dal canto nostro quello che debiamo, et se darà la colpa a chi Pavera, et non potremo disimularlo perchè la verità ha latita forza che, ancor facendosi, ogni homo cogno-scerà che habiamo fallo il debito. Et perchè il desister con tal causa non potria esser con bene di la chrislianità che cum la guerra anderà in ruina, et haveria da sperare che Dio ce aiutasse et castigasse chi fusse cauxa di tanto male, suplico Vostra Santità che pigliando lutto quello ho dillo cum la bona volunlà et inlentione che ha cognossiula in me, et 250 cum respedo et zelo che io so che la ha de la reli-gion christiana et come vicario el luogolenenle de